Disponibile da mercoledì 5 aprile su Disney+, “The Good Mothers” è una serie televisiva drammatica diretta da Elisa Amoruso e Julian Jarrold (The Crown), e scritta da Stephen Butchard. Nel cast troviamo: Andrea Dodero, Simona Distefano, Gaia Girace, Barbara Chichiarelli, Francesco Colella, Valentina Bellè, Stefano Fregni e Micaela Ramazzotti.
Dopo i successi de “Le Fate Ignoranti” di Özpetek e della quarta stagione di “Boris” (clicca qui per la nostra recensione), Disney+ continua il suo impegno nella produzione di serie tv italiane. Quest’anno debutterà “The Good Mothers“, basata sul romanzo bestseller di Alex Perry “The Good Mothers: The True Story of the Women Who Took on the World’s Most Powerful Mafia“. Inoltre, la serie è stata inserita nella shortlist del “Berlinale Series Award“, un premio inaugurato quest’anno e dedicato per la prima volta alla serialità.
Antonella, Maria e Daniela sono tre donne cresciute all’interno dei clan più feroci e ricchi della ‘Ndrangheta. Ma un giorno queste donne decidono di collaborare con la magistrata Anna Colace che vuole distruggere la mafia dall’interno.
La storia si concentra sulla lotta delle donne contro le loro stesse famiglie, per il diritto di sopravvivere e di costruire un nuovo futuro per sé e per i propri figli. Anna Colace ha l’intuizione di attaccare la ‘Ndrangheta attraverso le sue donne, le mogli e le madri dei boss, figure emarginate e oppresse da sempre dal sistema patriarcale dell’organizzazione criminale.
L’indagine di Anna inizia con la scomparsa di Lea Garofalo, che aveva testimoniato contro il marito Carlo Cosco per sfuggire alla sua morsa e iniziare una nuova vita con la figlia Denise. Man mano che Anna si addentra nel mondo della ‘Ndrangheta, scopre le potenti storie di Giuseppina Pesce e Concetta Cacciola, due donne molto diverse tra loro ma unite dall’esperienza di aver vissuto un’esistenza opprimente e soffocante. Le accomuna inoltre lo stesso desiderio di fuggire per assicurare un futuro migliore a sé stesse e ai propri figli.
La sceneggiatura offre una narrazione avvincente e dettagliata delle storie di donne che hanno deciso di combattere il proprio nemico. Attraverso le loro storie, ci viene mostrato come abbiano dovuto lottare per ottenere il rispetto e la considerazione degli uomini e come il loro contributo sia stato cruciale per la lotta alla mafia.
La gestione delle donne è un tema centrale, che gli sceneggiatori affrontano in modo approfondito, analizzando i molti ostacoli che hanno dovuto affrontare per emergere nella lotta alla mafia. Viene evidenziato come siano state storicamente private di potere e di voce nella società italiana. Viene anche mostrato come le protagoniste femminili siano state in grado di superare queste barriere e di guadagnarsi il rispetto degli uomini.
Ogni membro del cast ha saputo dare il meglio di sé, ma è innegabile che Gaia Girace si sia distinta per la sua interpretazione. L’attrice ha saputo catturare l’attenzione fin dalle prime scene in cui è apparsa sullo schermo, grazie anche alla sua centralità in questi primi due episodi.
Il suo personaggio è complesso e sfaccettato, e la Girace è stata in grado di trasmettere tutta la sua profondità e le sue emozioni con grande naturalezza. Ma non è solo lei a fornire un’interpretazione eccellente. Gli altri membri del cast principale sono stati all’altezza della situazione, dando vita a personaggi credibili e molto interessanti.
Sebbene però la recitazione del cast principale sia stata convincente, alcuni dei personaggi secondari non hanno saputo fare altrettanto. Questo purtroppo ha reso alcune scene meno coinvolgenti di quanto avrebbero potuto essere.
Il lato tecnico gioca un ruolo fondamentale nella creazione dell’atmosfera cupa e inquietante che caratterizza la trama. La cinematografia e la gestione dei colori sono un elemento essenziale per creare un’esperienza coinvolgente e immersiva per lo spettatore.
E infatti, la fotografia di “The Good Mothers” è uno dei punti di forza della serie. La scelta di utilizzare una fotografia scura si adatta perfettamente all’atmosfera di tensione e pericolo che contribuisce a permeare la storia. Le immagini sono spesso pervase da una luce scura e tetra, che conferisce alla serie un’aura di mistero e dramma, oltre a creare un’atmosfera cupa e inquietante che mette a nudo la brutalità della mafia e la lotta delle donne contro di essa.
I colori sono usati in modo strategico per sottolineare i momenti di tensione. In particolare, il nero e il grigio sembrano essere spesso usati deliberatamente per creare un senso di oppressione e di cupezza in base al tipo di ambientazione presentata. La serie dimostra che un’attenta cura dell’aspetto tecnico può fare la differenza nel creare una storia avvincente e coinvolgente per il pubblico.
The Good Mothers è senza dubbio una buona serie televisiva italiana, e la filiale italiana di Disney+ si riconferma una casa di produzione di alto livello dopo aver sfornato prodotti come Le Fate Ignoranti di Özpetek e la quarta stagione di Boris. La serie affronta un tema già trattato in molte opere italiane e internazionali, ma lo fa in modo originale e coinvolgente, evitando di cadere nella banalità. Il lavoro di riferimento letterario è sicuramente di grande aiuto, ma la sceneggiatura e la regia fanno un ottimo lavoro nel creare una trama avvincente e ben strutturata.
Le interpretazioni del cast principale sono notevoli e trasmettono con forza le emozioni dei personaggi, anche se quelle del cast secondario non sono sempre all’altezza. Tuttavia, lo spettatore non può non apprezzare la cura e l’attenzione prestate alla fotografia e alla gestione dei colori. Queste contribuiscono a creare l’atmosfera cupa e intensa della serie.
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