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Tár, la recensione: ogni anima sceglie la propria società

di Filippo D'Agostino

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Disponibile da giovedì 9 febbraio 2023 nei cinema italiani, Tár è un film drammatico/musical scritto e diretto da Todd Field. Nel cast troviamo: Cate Blanchett, Nina Hoss, Noémie Merlant, Sophie Kauer, Mila Bogojevic, Allan Corduner, Mark Strong, Alec Baldwin, Julian Glover, Sylvia Flote, Fabian Dirr, Vincent Riotta, Sam Douglas, Lucie Pohl, Vivian Full, Lee Sellars, Ed White e Christoph Tomanek.

Il film vede come regista e sceneggiatore Todd Field, direttore acclamato dalla critica per i suoi due film “In the Bedroom” (2001) e “Little Children” (2006), entrambi candidati agli Oscar. Dopo ben 16 anni dall’uscita del suo ultimo film, Field è tornato a dirigere per il prodotto a marchio Focus Features. Inoltre, il film con Cate Blanchett è stato presentato alla Biennale di Venezia, dove ha ricevuto grandi apprezzamenti sia per il film che per la straordinaria interpretazione dell’attrice protagonista.

Tár, la trama: una caduta senza stile

Lydia Tár è una delle figure musicali più importanti al mondo, ma è molte cose: diplomata al pianoforte al Curtis Institute, una Phi Beta Kappa di Harvard, ha conseguito il dottorato in musicologia presso l’università di Vienna ed è specializzata nella musica indigena della valle di Ucayali nel Perù Orientale. Come direttrice d’orchestra, la Tár ha iniziato la sua carriera con le maggiori orchestre degli Stati Uniti e ha inoltre vinto tutti i quattro principali premi d’intrattenimento: un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony. È con questa “breve” descrizione della protagonista interpretata da Cate Blanchett che inizia il film.

Lydia nei primi momenti del film si trova a New York per un seminario di direzione d’orchestra alla Juilliard, ed è qui che inizieranno i suoi primi problemi: proprio per aver espresso la sua irritazione nei confronti della cultura identitaria accusando uno degli studenti presenti al seminario. La Tár lascerà New York per Berlino, dove registrerà una delle sinfonie più importanti della sua carriera. Con il procedere del film, lo spettatore scoprirà che la protagonista non è amata da tutti e non è particolarmente affabile, nemmeno con la moglie Sharon e la figlia Petra. Con il procedere della pellicola, Lydia arriva a servire solo se stessa. L’atteggiamento è quindi quello di uno schietto egocentrismo. Inoltre, a minare ulteriormente la realizzazione della sua composizione più importante sarà il suicidio di una sua vecchia allieva.

Tár

Lydia Tár non è un semplice personaggio divorato dal proprio ego

Cate Blanchett ha orchestrato un’interpretazione toccante, avvincente ed egocentrica, mettendo in luce la sua discesa nella depravazione e nell’isolamento. La Blanchett è riuscita a mantenere l’equilibrio tra esplosività e sottomissione, recitando magnificamente attraverso gli alti e bassi della sua caduta. La sua performance è straordinariamente fisica, una miscela perfetta di spontaneità e calcolo, il suo linguaggio del corpo spesso diventa il dramma e lo completa. Questo studio sul personaggio dal tono imprevedibile e provocatorio invoca uno stile e un ritmo di regia piuttosto rari, ma il suo approccio porta con sé l’immediatezza del cinema. Lydia Tár è fredda e distaccata, ma anche perfettamente magnetica. Ogni particolare atteggiamento, gesto frenetico o sguardo gelido è intonato alla perfezione dalla Blanchett. Inoltre, ci viene offerto un ritratto spietato ma sensibile di una donna così protetta dal proprio ego che tutte le relazioni sembrano essere passate più che in secondo piano.

Una scrittura che non ingloba solo il mondo musicale

Tár è un film che cattura l’attenzione dello spettatore dall’inizio alla fine. Il film è ambientato in un mondo di tradizione e musica classica, ma allo stesso tempo sembra essere molto legato al mondo reale in cui viviamo oggi. Attraverso la sua rappresentazione fittizia del mondo, Tár mette in luce i pericoli e le sfide del mondo reale, creando un dramma cupo e avvincente che è indimenticabile. Le interpretazioni degli attori sono impressionanti e il ritratto della corruzione e del potere è profondamente personale e complesso.

Il film esplora la natura lenta e irrilevante del carattere, creando un’analisi esasperante della corruzione e del potere. È un film che esercita il suo potere sullo spettatore, coinvolgendolo emotivamente e facendolo riflettere sui pericoli del mondo reale. Nonostante l’eccessiva lunghezza del film, che può essere vista come un fattore negativo dallo spettatore medio, Tár è un film che vale la pena vedere e che lascerà un’impressione duratura nello spettatore.

Tár

Tár non è un semplice film sulla caduta in disgrazia

Tár è un film che, nonostante sia incentrato su un mondo di tradizione e musica classica, ha un forte legame con il mondo di oggi, mostrando i pericoli che esso presenta attraverso una caricatura fittizia. Il film, diretto dal regista Field, ritrae la caduta in disgrazia della protagonista, una direttrice d’orchestra, attraverso una lente unica e intensa. Tár è un’opera intensa e difficile, che richiede un impegno costante da parte dello spettatore e che tuttavia non perde occasione di sorprendere. Field, tuttavia, non sembra interessato a giocare con il suo pubblico, ma piuttosto ad accondiscenderlo. Il film si apre con una lunga scena che vede la protagonista sul palco per una conversazione espositiva con Adam Gopnik del New Yorker, un personaggio che non ha bisogno di presentazioni. Tár è un film che offre un’esperienza coinvolgente e sorprendente agli spettatori che decidono di intraprenderla.

Tár affronta anche i temi della solitudine, della fragilità umana e della lotta per la sopravvivenza con una sensibilità unica, sottolineata dall’eccezionale regia di Field. La sua direzione artistica, la recitazione convincente e la fotografia nitida creano un’atmosfera intensa che coinvolge lo spettatore e lo cattura nella trama. L’eccessiva lunghezza del film può sembrare fastidiosa per alcuni, ma è necessaria per sviluppare adeguatamente i personaggi e la complessa trama. In definitiva, Tár è un film che non lascia indifferenti, che sfida i propri limiti e che lascia un’impressione duratura sul pubblico, che sia una reazione positiva o negativa.

L’arte invisibile della maestria tecnica

La regia di Field è solida, sofisticata e fa un uso intelligente dell’illuminazione e della fotografia per esprimere i toni complessi e ambigui del film. Il montaggio è altrettanto eccellente e fa un abile uso dei salti temporali e dei cambi di prospettiva per creare un ritmo incessante e una tensione crescente. In definitiva, Tár è un film che affronta temi universali e universalmente riconosciuti, come la lotta per la sopravvivenza, la lotta per l’affermazione e la lotta per la realizzazione di sé. È un film che spinge alla riflessione, che invita a riflettere sui nostri valori e sulla nostra posizione nel mondo e che costringe lo spettatore a confrontarsi con le proprie paure e i propri desideri.

La colonna sonora, composta da Hildur Ingveldardóttir Guðnadóttir, è un elemento chiave che trasmette emozioni intense e si integra perfettamente con la trama e le immagini del film. Il suo effetto drammatico e immersivo rende Tár un’opera d’arte completa, in cui ogni elemento visivo e sonoro, collaborano per creare un’esperienza coinvolgente e indimenticabile. La realizzazione della colonna sonora gioca un ruolo importante nel far sentire lo spettatore parte attiva della trama, permettendogli di entrare ancora più in profondità nella vita e nei pensieri dei personaggi e di provare in prima persona le emozioni che essi stessi stanno vivendo. In questo modo, Tár diventa un’opera che colpisce l’anima e rimane impressa nella memoria per molto tempo.

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Considerazioni finali su Tár

Tár rappresenta una dichiarazione di intenti da parte di Field; il film cattura perfettamente l’essenza della natura umana e dei suoi desideri, aspirazioni e paure, spingendoci a riflettere sulla condizione umana e sui suoi errori.

In conclusione, Tár è sicuramente uno dei migliori film usciti durante la 95ª edizione degli Academy Awards, e le sue sei nomination nelle varie categorie lo confermano. Il ritorno di Todd Field sul grande schermo è stato sicuramente più che promosso sia dalla critica che, soprattutto, dai fan: e questo è testimoniato da una sceneggiatura ricca di colpi di scena quasi mai scontati e dalla trattazione di temi che non si allontanano molto dalla realtà dell’ambiente musicale. Quindi, se cercavate un film figlio de “Il Cigno Nero” di Aronofsky e “Whiplash” di Chazelle, questo farà sicuramente al caso vostro.

Pro

  • Una grandiosa interpretazione di Cate Blanchett;
  • La caratterizzazione della protagonista;
  • Una scrittura affascinante che mantiene l’attenzione grazie a temi interessanti e senza divagare;
  • Il lato tecnico di Todd Field, spicca la fotografia e ovviamente le musiche;
  • I temi trattati che non vanno a distanziarsi dalla realtà nell’ambiente musicale.

Contro

  • Un eccessivo minutaggio che potrebbe non andare bene a tutti gli spettatori;
  • I personaggi secondari, che la maggior parte delle volte sembrano avere la funzione di comparse.

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