di Lorenzo Peratoner
È partita come una lite verbale, ma è presto degenerata in un colpo di arma da fuoco che ha provocato la morte di un 59enne, ucciso per errore da suo figlio 27enne; quest’ultimo, fermato dai Carabinieri, è accusato di omicidio volontario. Stando alla ricostruzione degli agenti, il giovane voleva in realtà uccidere un’altra persona, tuttavia nella foga della lite, svoltasi nelle campagne di Taranto, avrebbe sbagliato la mira, recidendo l’arteria femorale della coscia sinistra del padre.
Taranto: la ricostruzione degli avvenimenti e lo stato di fermo
Il fatto è avvenuto a San Marzano di San Giuseppe, in provincia di Taranto, nella serata del 7 dicembre; al momento si ipotizza che l’alterco si sarebbe generato al circolo dei carrettieri, che partecipa all’organizzazione del corteo dei cavalli da traino in occasione della festa di San Giuseppe; tuttavia, la discussione si sarebbe poi spostata nell’abitazione della vittima.
Nella discussione ci sarebbero stati da una parte la famiglia D’Angela, con il padre e figlio, supportati da un amico 42enne di quest’ultimo; dall’altra parte invece altre due persone. All’origine della lite una rivalità tra proprietari terrieri, con i D’Angela che accusavano i due presenti di un incendio doloso avvenuto nei loro terreni. Secondo il PM, la volontà di uccidere era già presente nel 27enne, il quale, tuttavia, avrebbe sparato per errore al padre; si è rivelato purtroppo inutile il trasporto presso l’ospedale Giannuzzi di Manduria, in quanto il 59enne era morto dissanguato.
I Carabinieri, anche grazie all’ascolto di alcuni testimoni, tra cui i protagonisti dell’alterco, hanno disposto un fermo per D’Angela e per il suo amico 42enne; il primo è accusato di omicidio colposo, il secondo di concorso in omicidio.
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