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Super Mario Bros. – Il film: la recensione – Un trionfo di estetica per un film divisivo!

di Domenico Scala

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“Super Mario Bros. – Il film” è il primo lungometraggio d’animazione tratto dalla serie di videogiochi di successo “Super Mario”, adattati sul grande schermo dalla Illumination Entertainment in collaborazione con la stessa Nintendo, proprietaria dell’IP originale. Per la regia dei semi-esordienti Aaron Horvath e Michael Jelenic, la pellicola vede coinvolte in lingua originale star del calibro di: Chris Pratt nel ruolo di Mario, Anya Taylor-Joy (Principessa Peach), Jack Black (Bowser), Seth Rogen (Donkey Kong) e Charlie Day nel ruolo di Luigi. Dal 5 aprile al cinema!

 

Super Mario – Dal precedente storico alle prospettive future

Dopo il fallimentare tentativo del 1993, quando si provò a proporre in sala un adattamento in live action (con Bob Hoskins protagonista) del platform per eccellenza, Super Mario arriva finalmente al cinema con rinnovato entusiasmo e con tutte le intenzioni di restarci a lungo, date le innumerevoli possibilità offerte da un franchise ricco e variegato come quello legato ai fratelli idraulici più famosi della storia. L’enorme fanbase di riferimento garantisce infatti alla pellicola un successo apparentemente già certo, che siamo sicuri porterà in sala tanto bambini e ragazzi quanto gli adulti che con i fratelli Mario (e tutta la relativa lore) sono praticamente cresciuti.

Ed è in quest’ottica che siamo costretti a parlarvi di un film che, a conti fatti, risulta estremamente divisivo. Sequenza dopo sequenza lo spettatore più giovane non può far altro che restare estasiato da quanto celebrato dinanzi ai suoi occhi; personaggi, ambientazioni e mitologia di uno dei videogiochi più iconici di sempre prendono vita in un tripudio di colori e divertimento. Eppure l’altro lato della medaglia ci offre un quadro quantomeno diverso, decisamente meno entusiasmante. “Super Mario Bros.” si pone infatti l’obiettivo (neanche troppo velato!) di coccolare gamers e fans di lunga data, oltre che neofiti; ma in un rimando continuo a questo o l’altro titolo legato ai personaggi protagonisti, in una reiterata caccia all’easter egg, al riferimento o all’elemento chiave di un specifico gioco, il film finisce per non centrare il punto focale della narrazione.

 

Un idraulico senza paura!

La pellicola a nostro avviso non coglie lo spirito originale dei videogames. Durante la visione vi accorgerete presto che la “paura” da Game Over tipica dei titoli di “Super Mario” è totalmente assente. Manca il tipico livello da affrontare, per migliorarsi e confrontarsi con sé stessi prima ancora che con il nemico di turno; manca quindi anche il classico elemento delle “vite”, che possono essere perse o guadagnate. Non esiste alcuna minaccia concreta in questo frangente, ma soltanto una semplice missione personale da portare a termine in nome di una retorica banale e piuttosto sempliciotta.

 

Super Mario

 

Il target commerciale è chiaramente indirizzato ad un pubblico di giovanissimi e da questo punto di vista il film non tradisce, è onestamente gradevole e simpatico. Ma la sensazione generale è quella di stare guardando un film sul modello dei “Minions” (prodotti non a caso dalla stessa major), ma traslato al world building di Super Mario; un trionfo di estetica, una scintillante carrellata di trasognante entusiasmo visivo, con tutti i classici temi musicali riarrangiati per l’occasione da Brian Tyler in un tripudio di citazionismo e celebrazione collettiva.

 

Il problema del target… e della trama!

La trama della vicenda proposta è al limite dell’inesistente, basata su un canovaccio che dire di base è quasi eufemistico. Non regge la tesi del “è un film per bambini”, o del “è un film tratto da un videogioco che già di suo non ha una trama”, perché i tanti lavori d’animazione degli ultimi vent’anni dimostrano che i film “per bambini” possono (e devono!) osare di più da questo punto di vista. Uno spettatore giovane non è incapace di pensiero critico, ma anzi è stimolato da un’esperienza visiva importante come quella del cinema, che sia in occasione di un film di formazione più pedagogica o anche di un film volto al divertimento sfrenato come questo “Super Mario Bros.”.

In virtù del fatto che il videogioco non fosse certo famoso per la trama, ribadiamo quanto detto in precedenza: lo spirito originale di “sfida” è stato tradito in nome di altro da sé, nonostante le infinità possibilità dinanzi agli sceneggiatori.

 

Criticità e citazionismo

Non ci ha convinto del tutto neanche la gestione di alcunoi dei principali personaggi coinvolti. Per prima cosa, Mario e Luigi non sono fin da subito ciò che ci si aspetta siano, ma anzi si ritrovano catapultati in un mondo che non è il loro e che non conoscono. Il più sacrificato poi è certamente Luigi, che per l’occasione sembra quasi scambiarsi di ruolo con la Principessa Peach. Mentre quest’ultima segue Mario per tutta l’avventura nel Regno dei Funghi, l’idraulico vestito di verde è… la “principessa” da salvare! Anche Bowser è out of character rispetto all’iterazione classica del personaggio; il villain della pellicola presenta una caratterizzazione molto macchiettistica, quasi da comedy relief, e non è una spaventosa minaccia alla riuscita finale della missione del protagonista, ma semmai un fastidioso ostacolo da superare al fine di mettere in scena un messaggio di fratellanza che perlopiù non scalda il cuore degli appassionati.

In poco più di un’ora e mezza di montato si creano tuttavia i presupposti per lo sviluppo di uno o più seguiti e/o spin-off di sorta; non passano inosservate le strizzate d’occhio a “Luigi’s Mansion”, a “Donkey Kong” (che ha ampio spazio in questo primo capitolo) o anche a “Yoshi’s Island”, e a questo proposito vi invitiamo a restare in sala fino al termine dei titoli di coda per una possibile interessante anticipazione…

 

Riflessioni su un potenziale sequel

Per un (probabilissimo) sequel pensiamo possa essere interessante inserire personaggi come i fratelli Wario e Waluigi, di cui effettivamente non sono mai state esplorate le origini. L’ipotesi non appare neanche poi tanto remota, considerato che nelle battute iniziali (ambientate nella Brooklyn del mondo “reale”) ci viene presentata la famiglia di Mario e Luigi al gran completo. Scelta decisamente apprezzata, anche per la presenza nel cast vocale di Charles Martinet, doppiatore originale di Super Mario; l’interprete ha prestato la voce a Papà Mario tanto nella versione originale quanto in tutte le altre versioni, compresa quella italiana.

 

Super Mario

 

Considerazioni finali

“Super Mario Bros.” è un film che non può prestarsi ad un giudizio univoco, data la natura del progetto. A conti fatti risulta essere una pellicola estremamente divisiva nei giudizi, nonostante il prodotto finale sia tecnicamente valido ed interessante. Agli occhi di un bambino appare come quanto di più colorato, simpatico e divertente visto negli ultimi tempi; difficilmente si potrà dire però lo stesso per gli young adults, che pure riempiranno le sale. I colori e una fotografia pari a quella dei videogiochi contribuiscono a rendere il montato una summa di citazionismo e celebrazione allo stato puro, che non basta però a colmare lacune piuttosto evidenti, su cui si può certamente soprassedere in fase di analisi, ma che non possono che compromettere il giudizio finale su quanto portato sullo schermo.

 

Pro:

  • Le musiche non originali; la soundtrack presenta diversi brani iconici della cultura pop anni ’80 e ’90, apparentemente fuori contesto. All’ascolto risultano invece inseriti alla perfezione, ben bilanciati in momenti particolarmente calzanti della pellicola;
  • Il doppiaggio italiano; per quanto Claudio Santamaria non regali una performance vocale particolarmente memorabile, il suo studio sul personaggio è di buona fattura, aiutato anche dal fatto che Mario stavolta sia un semplice umano, non necessariamente sopra le righe;
  • L’estetica e il citazionismo; come ampiamente scritto nelle righe precedenti, sono lì da individuare rimandi a qualunque titolo dal mondo di Super Mario, da “Super Mario 64” ai “Super Mario Galaxy”, passando per i “Mario Kart” e i minigiochi per Nintendo DS. Si passa per ogni console di gioco, dal GameCube alla Nintendo Wii, dal leggendario NES al Game Boy, fino ad arrivare anche alla più recente Nintendo Switch…;
  • Buoni presupposti per eventuali seguiti e/o spin-off;
  • Il comparto tecnico; ottima realizzazione nel complesso, in particolare delle animazioni.

 

Contro:

  • La mancanza dell’elemento sfida; il film non centra il punto focale della narrazione videoludica di Super Mario. Questa a nostro avviso è una mancanza grave, che incide notevolmente sul giudizio finale, non totalmente positivo;
  • La gestione discutibile di alcuni personaggi;
  • Il target; ci si rivolge fin troppo ad un pubblico di giovanissimi, pur strizzando continuamente l’occhio ai più grandi. Il risultato è che il film risulta fortemente divisivo.

 

Ecco a voi il trailer ufficiale italiano di “Super Mario Bros. – Il film”:

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