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Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri, la recensione; il gioco diventa realtà!

di Gabriele Di Nuovo

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Al cinema dal 29 marzo, “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri” è un film diretto da Jonathan Goldstein e John Francis Daley. Il cast della pellicola è formato da Chris Pine, Michelle Rodriguez, Regé-Jean Page, Justice Smith, Sophia Lillis, Daisy Head e Hugh Grant.

Il celebre gioco di ruolo Dungeons & Dragons sbarca al cinema. Grazie a Paramount, il mondo nato nel lontano 1974 torna su schermo dopo un deludente adattamento cinematografico con Jeremy Irons arrivato in sala nel 2000. “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri” non solo cerca di far dimenticare il film di 23 anni fa, ma tenta di portare su schermo uno dei mondi fantasy più amati al mondo. I registi Jonathan Goldstein e John Francis Daley regalano al pubblico un prodotto di puro intrattenimento; dai fan accaniti di DnD, fino ad arrivare al pubblico generalista, “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri” riesce al meglio nel suo intento con un ottimo cast, un’ottima costruzione del mondo in cui è ambientata la storia e un ritmo narrativo incalzante.

Un colpo da portare a termine

Un bardo divenuto ladro (Chris Pine) insieme alla sua banda formata da una guerriera di nome Holga (Michelle Rodriguez), uno stregone (Justice Smith) e un druido (Sophia Lillis), si ingegna per mettere a segno un grande colpo ai danni di Forge Fitzwilliam (Hugh Grant), ex compagno di rapine della squadra e attuale regnante di Neverwinter. A mettere in difficoltà questo insolito team, ci pensa Sofina (Daisy Head), una strega pericolosa con i suoi obiettivi da portare a termine e alleata di Forge. “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri” porta su schermo a tutti gli effetti una quest del celebre gioco di ruolo. Con una squadra formata da membri diversi tra loro, ciascuno con le proprie abilità, la pellicola di Goldstein e Daley racchiude al meglio l’essenza del mondo di DnD.

Con un tono che ricorda sin da subito “Guardiani della Galassia” di James Gunn, “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri”, sfruttando il suo vasto mondo e il tono fantasy del racconto, riesce a differenziarsi dalla pellicola del MCU e offrire qualcosa di fresco per il genere. Qualcosa di nuovo per il genere non è riferito di certo alla scrittura dei personaggi, molto lineare e comunque funzionale alla storia, ma al modo di affrontare il genere fantasy ai giorni nostri. Viaggiando velocemente nel tempo, non è facile trovare una pellicola fantasy a 360 gradi che sia riuscita a conquistare il cuore del pubblico. Ma “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri” riesce facilmente in questa impresa con una combinazione di vari elementi che consegnano un prodotto divertente, epico al momento giusto e con un ritmo che non annoia mai.

Una quest da portare a termine per un cast inedito

Il primo e grande punto di forza di “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri”, è il suo cast. La squadra formata da Chris Pine, Michelle Rodriguez, Justice Smith e Sophia Lillis, porta su schermo le più classiche dinamiche di un team formato da “perdenti”. Nonostante i vari background, la caratterizzazione dei personaggi non brilli e soprattutto non si mostra rivoluzionaria, il cast riesce a far funzionare al meglio i propri ruoli. A spiccare su tutti sono Chris Pine nei panni del bardo Elgin e Hugh Grant in quelli di Forge. Pine offre al pubblico un’interpretazione divertente e persino drammatica in alcuni momenti, perché il film di Goldstein e Daley ha al suo interno alcuni momenti più seri. Nonostante lo scarso minutaggio, il Forge di Hugh Grant è forse il vero MVP del cast. L’attore inglese riesce a portare su schermo un villain “astuto” e molto divertente.

 

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Quest’ultimo punto è evidente attraverso la performance di Grant. Grazie al tono della pellicola, l’attore diverte il pubblico e sé stesso, senza mai eccedere e cadere nella trappola dell’overacting. Anche il resto del cast riesce a funzionare al meglio, tranne per la Sofina di Daisy Head. Una delle poche note dolenti di “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri”, è il lavoro svolto su quello che è il vero villain della pellicola. Oltre a mostrare una banalità nelle motivazioni, la villain si rivela essere un personaggio estremamente potente ma molto dimenticabile. Nota a margine per quanto riguarda il cast, troviamo un sorprendente cameo nel pieno del secondo atto che lascerà a bocca aperta tutti.

Un world building che apre le porte al futuro del franchise

Se il cast della pellicola riesce a colpire nel segno lo spettatore, “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri” ha dalla sua un solido world building. La costruzione del mondo in cui è ambientata parte da solide fondamenta; fondamenta che sono conosciute da tutti i fan del gioco di ruolo. Infatti questo è evidente in tanti punti nel corso delle 2 ore di durata della pellicola. Parte della storia è ambientata a Neverwinter e viene menzionata Baldur’s Gate; questi due nomi sono celebri per i fan del gioco di ruolo e anche per i videogiocatori amanti del genere, dato che alcuni titoli videoludici a tema DnD portano come titolo proprio le due zone dei Forgotten Realms. Ma i riferimenti a quella che è la lore del gioco di ruolo, non si fermano qui. Nel corso della pellicola, notiamo una cura nel dare vita al mondo che milioni di giocatori hanno potuto solo immaginare durante le loro sessioni di gioco.

La cura e l’amore per DnD è evidente sotto ogni punto di vista. Senza mai annoiare lo spettatore, “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri” dedica del tempo alla costruzione del suo mondo attraverso varie spiegazioni. Non risultando pesanti, non solo mantengono alta l’attenzione durante la storia, ma portano alla creazione di un mondo fantasy dal vasto potenziale. Se la pellicola di Goldstein e Daley dovesse ottenere il giusto successo al box office, il mondo di DnD potrebbe vivere una sua quarta giovinezza (seconda giovinezza dovuta ai videogiochi e terza grazie al successo di “Stranger Things”) con un vasto universo narrativo pronto ad esplodere sul grande e piccolo schermo. A dare man forte alla costruzione di questo incredibile mondo fantasy, ci pensa un comparto tecnico valido ma non esente da difetti.

Dare vita all’immaginazione dei giocatori

“Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri” vede Jonathan Goldstein e John Francis Daley alle prese con la loro prima regia di un blockbuster. I due registi e sceneggiatori (lo script porta la loro firma insieme a Michael Gilio), con una combinazione che vede il fantasy, la commedia e alcuni momenti drammatici insieme, consegnano quello che può venire definito senza problemi l’adattamento definitivo del mondo di DnD. Proprio come una vera campagna di gioco con il proprio gruppo di amici, “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri” consegna ai fan e non solo queste sensazioni. Nella sua semplicità, la pellicola mostra l’amore dei due registi nei confronti del celebre gioco di ruolo. Il tutto viene consolidato anche dalla presenza di alcune creature provenienti dal mondo di gioco, come ad esempio l’orsogufo.

 

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La regia di Goldstein e Daley riesce a consegnare al pubblico la magia del mondo di DnD e riescono nell’intento anche grazie ad alcune scelte registiche molto interessanti. Unico neo inerente il comparto tecnico della pellicola è l’uso massiccio dei VFX. Nonostante per la maggior parte della durata della pellicola siamo davanti ad un ottimo lavoro, in alcuni momenti la pesantezza dell’utilizzo di questi mezzi è evidente nel risultato finale. Nel complesso questi VFX non ottimali in alcuni momenti della pellicola, non danneggiano la qualità complessiva del prodotto. Infine la colonna sonora realizzata da Lorne Balfe, rende al meglio le atmosfere del mondo portato su schermo dai due registi.

Considerazioni finali

“Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri” è un prodotto che rispetta al meglio il mondo del celebre gioco di ruolo. Forte di un cast completamente in parte, la pellicola di Jonathan Goldstein e John Francis Daley regala al pubblico una storia che riesce ad alternare al meglio azione, commedia e dramma. Oltre a questi tre elementi, troviamo una costruzione del mondo in cui la storia è ambientata ben realizzata. Lo spiegare determinati elementi della lore di DnD viene fatto senza annoiare lo spettatore e rallentare il ritmo della storia. La scrittura dei protagonisti è semplice ed efficace, con a spiccare le interpretazioni di Chris Pine e Hugh Grant. Ad essere meno efficace è il lavoro svolto sulla villain interpretata da Daisy Head.

L’amore per il gioco di ruolo emerge da tutti i pori della pellicola, con citazioni che strizzano l’occhio dei fan più hardcore e anche un cameo a sorpresa di un noto attore nel corso della pellicola. La regia dei due giovani registi e autori è molto valida e al netto di alcuni VFX non ottimali, riescono a portare a casa il risultato nel migliore dei modi. Nel complesso “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri”, è intrattenimento allo stato puro e mostra una nuova via su come approcciarsi al genere fantasy, sempre più difficile da portare su schermo con storie interessanti con il passare del tempo.

Pro

  • La chimica tra il cast e le loro interpretazioni, su tutti Pine e Grant;
  • La scelta del tono da usare per poter portare su schermo il mondo di DnD;
  • Le citazioni al mondo di gioco che i fan apprezzeranno molto;
  • Il cameo inaspettato a metà film;
  • La regia di Goldstein e Daley;
  • La colonna sonora di Lorne Balfe.

Contro

  • La scrittura molto basilare dei personaggi, elemento difficile da far apprezzare a tutti, in primis la villain di Daisy Head;
  • L’uso dei VFX in alcuni momenti non è tra i migliori.

 

 

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