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“Air – La storia del grande salto”, la recensione: la nascita di un mito

di Alessandro Marasco

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Il 6 Aprile approderà nelle sale italiane “Air – La storia del grande salto”, pellicola diretta da Ben Affleck e scritta da Alex Convery che narra di come ha avuto inizio la storica collaborazione tra la Nike e il giovane Michael Jordan. Ringraziando Warner Bros Italia per averci permesso di vedere il film in anteprima, scopriamo insieme quali sono le caratteristica di un prodotto sorprendente.

“Air”: cast e trama

“Air – La storia del grande salto” è un prodotto che vede la partecipazione di un cast molto ampio di nomi altisonanti del mondo del cinema, tra questi troviamo: Matt Damon, Viola Davis, Jason Bateman, Chris Tucker, Marlon Wayans, Chris Messina e lo stesso regista della pellicola, Ben Affleck. Quest’ultimo, ancora una volta, si dimostra un buon regista dalla mano sapiente. Di nuovo alle prese con una “storia americana” che ha al centro le origini della collaborazione tra la nota azienda di scarpe e prodotti sportivi, “Nike”, e la stella nascente del basket americano, Michael Jordan.

Il 1984 fu un anno inizialmente difficile per l’azienda americana che non riusciva ad emergere nel mondo del basket come uno dei principali brand, restando molto al di sotto delle più note “Converse” ed “Adidas”. In questo contesto si aggira la figura di Sonny Vaccaro, responsabile del marketing a cui venne l’idea di tentare l’impossibile, ingaggiare Michael Jordan. Facendo sì che il futuro campione del basket potesse diventare una vera e propria icona creando delle scarpe ispirate a lui e che potessero infrangere ogni regola.

 

 

 

Un film “brillante”

La nascita di un mito è un archetipo narrativo che difficilmente non risulta interessante, specialmente se l’evento è realmente accaduto, come in questo caso. Ciò non significa che fosse facile per Ben Affleck ed Alex Convery portare in scena una storia così amata e di poterlo fare intrattenendo ed appassionando. La narrazione ha un ritmo incalzante con una quasi assenza di tempi morti, se non nelle fasi più introspettive dei singoli personaggi, i quali, per quanto approfonditi, passano decisamente in secondo piano rispetto alla vicenda.

Infatti, il film presenta momenti in cui ci si addentra nella vita privata dei protagonisti, anche se il fulcro narrativo è ben diverso. La pellicola è adornata da dialoghi brillanti caratterizzati da battute veloci ed uno spiccato humor, spinto ma sempre divertente. In effetti il prodotto ha alcune caratteristiche tipiche di film come “Ocean’s Eleven” o “The Italian Job”, cioè un individuo con un piano brillante che richiama a sé un gruppo di collaboratori per mettere in atto ciò che ha escogitato, con tanto scene di discussione del colpo attorno ad un tavolo. Una storia, quella di “Air”, conosciuta e vera, che rende la suspense nella pellicola del tutto assente. Il pubblico già conosce l’esito della vicenda, per tal motivo il limite insuperabile di questo film è quello di non poter conferire pathos nonostante l’impegno.

 

Il ruolo di MJ

Tutti gli attori sono ottimi e regalano interpretazioni più che valide, anche lo stesso Ben Affleck che, malgrado l’interpretazione dignitosa (complice anche un’ottima gestione dei dialoghi) si rivela più efficace dietro la macchina da presa che davanti. La regia del film è fresca, briosa, movimentata, ma il vero punto di forza sul lato tecnico è il montaggio. È efficace nei momenti puramente narrativi e divertente in momenti atti alla delineazione del contesto in cui avviene la storia, il 1984. Infatti, l’anno in questione è come se fosse un personaggio a sé stante, al quale viene dedicato molto tempo con montaggi frenetici di eventi, personaggi e prodotti tipici degli anni ’80.

Se da un lato si percepisce la nostalgia e l’affetto del regista verso i suddetti anni, dall’altro queste sequenze sono numerose e ridondanti, eccessive, come a voler sottolineare un contesto già ben definito nei primi 20 minuti. Una scelta intelligente è quella di non far vedere mai in volto l’iconico Michael Jordan, così facendo il film tiene alta l’attenzione dello spettatore illudendolo che prima o poi verrà mostrato, inoltre, trasmette metaforicamente al pubblico un concetto molto semplice per capire il film: “Michael Jordan non è il protagonista del film”.

 

 

“Air – La storia del grande salto” è un film che intrattiene, in maniera intelligente, con una storia ed un modo di raccontarla molto classici. Deliziando lo spettatore con comicità intelligente che rende il film brillante e credibile. Non un capolavoro che verrà ricordato negli anni a venire, né tantomeno un film che è destinato a diventare cult, semplicemente un prodotto ben realizzato con qualche sbavatura di poco conto.

Pro

  • Comparto tecnico ispirato e appagante per il pubblico;
  • Ottime interpretazioni;
  • Dialoghi brillanti e divertenti, con uno humor davvero spinto;

Contro

  • Sequenze di montaggio interessanti ma ridondanti, asservite ad una sorta di elegante “fan service”;
  • I protagonisti sono poco approfonditi, anche se per fini narrativi;
  • Pathos narrativo quasi assente nonostante l’impegno poiché i risvolti della vicenda sono ben conosciuti;

Conclusioni

“Air-la storia del grande salto” è un film consigliato per chi vuole assistere ad una “storia americana” semplice ma avvincente, con protagonisti “classici”, scoprendo le caratteristiche di uno sconvolgente fenomeno pop, la creazione del marchio “Air Jordan”. Sperando che questa recensione vi sia piaciuta, tenete d’occhio Nasce, Cresce, Streamma per altri articoli sul mondo del cinema e non solo.

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