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Stranger Things 5: vedremo nuovi protagonisti nella serie TV?

di Filippo D'Agostino

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La quarta stagione di Stranger Things ha fatto il suo debutto qualche mese fa, e con la visione dell’intera stagione abbiamo potuto fare la conoscenza di diverse new-entry: tra queste, la più amata, è stata sicuramente quella di Eddy Munson, personaggio che abbiamo potuto vedere prevalentemente al fianco di Dustin.

Da questo momento in poi saranno presenti spoiler sullo svolgimento della serie, per cui se ancora non l’avete vista, vi suggeriamo di non proseguire.

Per il dispiacere di molti fan però, il personaggio ha avuto un seguito tragico; infatti, ci ha lasciati con una morte molto poetica e con anche un’apertura e chiusura di scena simile.
Ma alcuni fan si sono spesso lamentati poiché diversi protagonisti delle prime stagioni hanno avuto un’importante riduzione dello screen-time, probabilmente dovuta all’introduzione dei nuovi personaggi; e a questa “accusa” hanno riposto i creatori di uno degli show televisivi più amati di Netflix

Nell’ultima stagione di Stranger Things non ci saranno nuovi personaggi?

Durante una recente intervista rilasciata ai microfoni di Indiewire, Matt e Ross Duffer si sono seduti a discutere di “Stranger Things“, sia dell’importante fama guadagnata nel corso degli anni, che dei personaggi che ci hanno accompagnato. In seguito, Ross Duffer, ha risposto alle accuse che parlavano del ridurre lo screen-time dei protagonisti solo per introdurre nuovi personaggi;

“Ogni volta che introduciamo un nuovo personaggio, vogliamo assicurarci che sia parte integrante della narrazione. È quello che è successo con Eddie in questa stagione. Ma ogni volta che lo facciamo, siamo nervosi, perché ci si chiede: ‘Abbiamo un grande cast di personaggi e attori, e ogni momento che passiamo con un nuovo personaggio, stiamo togliendo tempo a uno degli altri attori’.

Quindi siamo molto, molto attenti a chi introdurre. E poi, in particolare nel processo di casting, c’è voluto molto tempo per trovare Joe Quinn, e si è passati attraverso tanti editing, perché non si può aggiungere qualcuno che possa sottrarre tempo ai nostri personaggi, se non è eccezionale”.

Matt Duffer ha poi parlato dei personaggi non introdotti nella prima stagione, poi diventati molto importanti per la trama, come Sadie Sink e Maya Hawke, rispettive interpreti di Max e Robin:

“Lo stesso vale per Sadie e Maya. E non è che gli attori non lo sappiano. Sanno tutti che stanno entrando in un cast che la gente ama e che stai introducendo un nuovo elemento. E si è visto che negli show le cose possono andare male, e quindi sono tutti nervosi. Ma come ha detto Ross, con quei tre in particolare, e anche con Dacre [Mongomery], che ha interpretato Billy, è stato come se, dato che questi attori sono fantastici, fosse davvero divertente”.

Successivamente, Matt Duffer ha parlato anche delle possibili introduzioni di nuovi personaggi in Stranger Things, rivelando che non vedremo nuove entrate importanti nel cast della quinta stagione della serie TV:

“Mi piace cambiare le cose, quindi le cambiamo aggiustando la trama o aggiungendo un nuovo mostro. Stiamo facendo del nostro meglio per resistere [all’aggiunta di nuovi personaggi] per la quinta stagione. Stiamo cercando di non farlo per poterci concentrare sui personaggi originali, credo”.

 Stranger Things

L’influenza della cultura pop e la “promessa” di Matt Duffer

I creatori dello show si sono successivamente soffermati nel parlare delle influenze della cultura pop che abbiamo potuto vedere in Stranger Things, dai film alle musiche: proprio come “Running Up That Hill“, la canzone di Kate Bush. A questo proposito, Ross Duffer ha affermato:

“Tutto ciò che puoi fare è concentrarti sul tentativo di raccontare la storia migliore possibile. Abbiamo parlato molto delle inserzioni di Kate Bush e di come abbiano avuto una grande risonanza, ma non siamo noi che ci sediamo nella stanza degli autori a dire: ‘Ehi, come possiamo dare a una canzone un momento importante?’. È come se dicessimo: ‘Ok, Max è in uno stato terribile. Come possiamo farla uscire da questo stato?’.

Abbiamo fatto ricerche sul coma e abbiamo capito che la musica come terapia può fare la differenza. E così abbiamo sempre cercato di tornare alla narrazione, invece di cercare di influenzare la cultura pop in qualsiasi modo, forma o modo”.

Matt Duffer ha poi replicato, rivelando che non si aspettava tutto questo interesse della cultura pop da parte del pubblico di Netflix. Da qui, ha spiegato che l’interesse, secondo lui, sarebbe stato solo da parte delle persone nate tra gli anni ’80 e ’90:

“Sono entusiasta soprattutto perché lo spettacolo, anche se è su questa nuova piattaforma di streaming, è in gran parte una narrazione tradizionale. E penso che sia eccitante e incoraggiante che quel tipo di storia abbia avuto un riscontro positivo in una generazione più giovane. Ho detto a Netflix che sarebbe piaciuto a tutti, ma stavo mentendo per far vendere lo show.

Pensavamo che sarebbe piaciuta a noi, alle persone che sono cresciute con questi film, guardandoli negli anni ’80, o che, come noi, sono cresciute con le VHS. Questo è stato il più grande shock per me, il fatto che abbia avuto un ottimo riscontro tra i preadolescenti e gli adolescenti che non hanno questi riferimenti. Questo ha a che fare con lo stile di narrazione che stiamo cercando di riprodurre. È semplicemente incoraggiante”. 

L’elogio al cinema Horror 

Infine, Matt Duffer ha parlato anche delle sue prime esperienze cinematografiche insieme al fratello, rivelando che è stato il genere horror ad avvicinarlo al mondo del cinema:

“Per me e Ross, uno dei nostri film preferiti è stato ‘Scream’. L’abbiamo visto da giovani, ero alle scuole medie quando è uscito. Non potevo vederlo al cinema, ma lo abbiamo noleggiato. E non avevamo ancora visto tutti i film a cui faceva riferimento.

Non sapevamo nulla di ‘Nightmare on Elm Street’, non conoscevamo Wes Craven e non conoscevamo John Carpenter. E mi sono innamorato di ‘Scream’. È stata la nostra “droga” di passaggio che ci ha portato a un’intera storia d’amore con tutti questi grandi film horror. E questa è sempre stata la mia speranza con lo show [Stranger Things].

Le persone come noi che sono cresciute con questo film probabilmente lo amano, è fantastico. Ma per il pubblico più giovane è emozionante quello che abbiamo visto anche con la musica, scoprendo Kate Bush. Questo mi ha reso super eccitato. Ma anche l’idea che scoprano questi film con cui siamo cresciuti. Può fare quello che ‘Scream’ ha fatto per noi e per altri nerd là fuori? Mi renderebbe molto felice”.

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