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Pensare causa stanchezza: uno studio lo ha confermato…

di Lorenzo Peratoner

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Chi, almeno una volta nella vita, dopo una giornata di studio intenso o di lavoro che richiedeva sforzo mentale, non si è sentito stanco? Ebbene, un team di ricercatori ha provato che l’attività psichica provoca fatica e spossatezza a causa di cambiamenti che avvengono nell’encefalo; pertanto, anche chi compie delle mansioni a bassa intensità fisica, come il lavoro in ufficio, potrebbe uscirne facilmente sfiancato. Vediamo quindi i dettagli di questa ricerca pubblicata su Current Biology, rivista specializzata in scienza biologica…

I risultati della ricerca

Come riportato anche da Tgcom24, dei ricercatori dell’Università della Salpêtrière di Parigi hanno condotto lo studio mediante la spettroscopia di risonanza magnetica (MRS), una tecnologia che permette di analizzare una determinata zona del cervello per rivelarne i processi chimici. Per gli esperimenti, i partecipanti coinvolti hanno svolto, nell’arco di una giornata, diverse attività cognitive, con il costante monitoraggio del lavoro cerebrale. In base ai dati ottenuti, è emerso che nell’area della corteccia prefrontale si sono accumulati grandi quantità di glutammato, la molecola responsabile del senso di affaticamento mentale.

Le conclusioni e la soluzione al “problema”

Dopo molte ore di ragionamenti, i processi cognitivi ne risentono, tant’è che è altamente sconsigliato prendere decisioni importanti in uno stato di stanchezza mentale. Il cervello, infatti, preferisce le opzioni che richiedono un minor dispendio di energie per ottenere una ricompensa. Mathias Pessiglione, uno degli autori della studio, ha affermato che:

“I nostri risultati mostrano che il lavoro cognitivo si traduce in una vera alterazione funzionale. Quindi la fatica sarebbe un segnale che ci fa smettere di lavorare per preservare l’integrità del funzionamento cerebrale”.

La soluzione per eliminare il glutammato in eccesso è quella più scontata, ma spesso sottovalutata: riposare e dormire. Il risultato dello studio, quindi, è chiaro: pensare produce affaticamento. Questo però non deve essere un invito a spegnere il cervello o mantenerlo in risparmio energetico; il ragionamento, la creatività e lo studio sono tutte attività fondamentali per la nostra salute mentale e intelligenza, che possono essere completate nel migliore dei modi, a patto di dormire sufficientemente.

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