di Enrico Tiberio Romano
Anche le stelle marine, i simpatici animali adorati dai turisti e che popolano i mari tropicali hanno una “testa”. La nuova scoperta, figlia di uno studio delle Università di Stanford e Southampton, ci aiuta a comprendere meglio il funzionamento di queste affascinanti creature a rischio estinzione.
La testa delle stelle marine, dov’è e come funziona?
Le stelle marine sono un gruppo molto nutrito di animali che da sempre rappresenta un rompicapo per gli studiosi a causa della loro caratteristica forma a cinque punte. L’assenza di una una simmetria bilaterale che è caratteristica della maggior parte degli animali, umani compresi, a prima vista non permette di localizzare una testa, un tronco o una coda ed è per questo che si è ricorsi allo studio dei geni per fugare i dubbi.
Per risolvere il mistero, Laurent Formery, primo autore dello studio pubblicato sulla rivista Nature, ha spiegato che: “Per prima cosa abbiamo sezionato le braccia della stella marina e abbiamo usato la tomografia a Rna per determinare quali geni erano espressi in ogni sezione. Poi abbiamo riassemblato il tutto usando modelli computerizzati. In questo modo abbiamo ottenuto una mappa 3D dell’espressione genica. Successivamente, grazie a una tecnica avanzata di ibridazione in situ abbiamo colorato i tessuti e ispezionato visivamente i campioni per vedere dove erano espressi certi geni. La conclusione è più intricata di quanto immaginassimo. – prosegue Formery– È come se alla stella marina mancasse completamente un tronco, sarebbe meglio descriverla semplicemente come una testa che striscia sul fondo del mare. Non è affatto ciò che gli scienziati avevano ipotizzato riguardo a questi animali”.
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