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Stati Uniti: boia non trova la vena del condannato, l’esecuzione viene sospesa

di Matteo Cividini

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Negli Stati Uniti è stato necessario bloccare l’esecuzione di Thomas Creech, detenuto di 73 anni, perché dopo vari tentativi non si è riusciti a posizionare l’ago per la flebo letale, come riporta Sky Tg 24. Ad annunciarlo è stata l’amministrazione penitenziaria. Al momento non è stata presa nessuna decisione per un’eventuale riprogrammazione.

Esecuzione del condannato sospesa

Il fatto è avvenuto in Idaho, negli USA, dove l’esecuzione del condannato, il 73enne Thomas Creech, è stata interrotta. L’uomo è il detenuto che da più tempo si trova nel braccio della morte, da ben 50 anni. La sua sarebbe dovuta essere la prima esecuzione in Idaho dopo 12 anni trascorsi dall’ultima. Il motivo dell’interruzione è la mancata somministrazione della soluzione letale entro il limite legale. Secondo quanto dichiarato dal direttore dell’amministrazione finanziaria Josh Tewalt, la pratica è stata interrotta perché dopo otto tentativi non era ancora stato possibile posizionare la flebo letale sulle braccia o sulle gambe del condannato. “Non abbiamo ancora notizia di un calendario o di una misura di follow-up” dichiara l’Idaho Prison Service riguardo ad un’eventuale riprogrammazione.

Quello di Creech non è il primo caso di esecuzione non riuscita per motivi simili, l’ultimo in ordine di tempo si era verificato nel 2022. Il detenuto era Kenneth Smith, condannato nel 1996 per l’omicidio di una donna. Smith era stato poi giustiziato a gennaio 2024, attraverso l’inalazione di azoto. Questa pratica non era mai stata utilizzata e aveva suscitato diverse reazioni, tra cui quella dell’ONU che l’ha definita: “crudele, inumana e degradante“.

Tutte le 24 esecuzioni del 2023 negli Stati Uniti sono invece state effettuate tramite iniezione letale.

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