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Spencer, la recensione: il peso della regalità

di Gabriele Di Nuovo

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Al cinema dal 24 marzo, “Spencer” è un film diretto da Pablo Larraín. Nel cast troviamo Kristen Stewart, Jack Farthing, Timothy Spall, Sean Harris e Sally Hawkins.

Ricostruzione “immaginaria” del Natale del 1991 trascorso a Sandringham da Diana Spencer con la famiglia reale, la pellicola segue la principessa del Galles e la sua decisione di divorziare da Carlo. Pablo Larraín e lo sceneggiatore Steven Knight decidono di raccontare, attraverso la “finzione”, la sofferenza e l’oppressione provata da Diana durante la sua permanenza nella Royal Family. “Spencer” riesce alla grande nel suo intento, portando su schermo una Diana ormai sull’orlo del precipizio e allo stesso tempo decisa a proteggere i suoi figli e riprendere il controllo della sua vita.

Un Natale difficile

Il matrimonio fra la Principessa Diana (Kristen Stewart) e il Principe Carlo (Jack Farthing) si è da tempo trasformato in una relazione fredda e distante. Nonostante le voci di tradimenti e di un divorzio siano già in circolazione, le feste natalizie alla tenuta reale di Sandringham sanciscono una tregua. E il tempo scorre fra cene, drink e battute di caccia, fino a quando Diana decide di prendere la sua vita in mano.

“Spencer” si focalizza al 100% sulla sua protagonista, interpretata da una clamorosa Kristen Stewart. Oltre a mostrare le feste di Natale tradizionali della famiglia reale inglese, attraverso queste è possibile vedere la sofferenza di Diana alla vita di corte e al nascondere il tradimento subito alla luce del sole. Questi elementi oltre ad offrire una grande interpretazione da nomination agli Oscar (trovate qui tutte le candidature), mettono in moto le fondamenta che sviluppano non solo la storia, ma la sua protagonista.

Come Anna Bolena

Per tutta la sua durata, “Spencer” mette in evidenza un parallelo storico che pesa molto sulla mente di Diana: Anna Bolena. Come la regina consorte di Enrico VIII, anche Diana all’interno della corte si sentiva minacciata e accusata dei problemi che la famiglia reale avrebbe dovuto affrontare con i media. Attraverso la lettura di un libro che parla di Anna Bolena, i dubbi e l’instabilità mentale della principessa del Galles si consolidano. Ma se da una parte si ritrova con una sorte di precedente storico da affrontare, dall’altra troviamo il suo amore per i figli che le danno la forza di lottare.

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Infatti la pellicola di Larraín mette in mostra l’amore materno di Diana e di come questo le abbia dato la forza di ribellarsi ad un sistema che vive in un unico tempo: il passato. Il carattere di Diana non può essere definito anticonformista. Anticonformista per le regole della famiglia reale, ma nella vita di tutti i giorni la principessa del Galles è una persona come un’altra. “Spencer” attraverso le sue immagini, racconta al meglio (immaginando determinate situazioni) non solo la sofferenza di una donna, ma anche la sua normalità.

Una prigione dorata

La scelta di raccontare il Natale del 1991 a Sandringham non è casuale. Non solo perché le feste natalizie hanno preceduto la decisione di Diana di divorziare da Carlo, ma è proprio la villa di Sandringham a rappresentare qualcosa di più all’interno della pellicola. L’eleganza e le rigide regole da rispettare al suo interno, riescono a rappresentare al meglio quella che è la prigione dorata in cui ha vissuto per anni Diana. Ed è attraverso le grandi stanze, i lunghi corridoi e le trafile da rispettare per gli abiti da indossare nei tre giorni delle festività, lo spettatore comprende al meglio alcune dinamiche che hanno portato a far “esplodere” la protagonista.

A consolidare l’essenza della prigione rappresentata dalla villa di Sandringham, ci pensa il personaggio del Maggiore Alistar Gregory (Timothy Spall). Il Maggiore si presenta come una sorta di guardia carceraria che cerca di tenere alti i valori della Corona. Oltre alle rigide regole da far rispettare, su tutti alla stessa Diana, usa la sua esperienza passata nell’esercito per poter giustificare un certo tenore di vita da rispettare. Ma nonostante questo, la principessa del Galles non demorde, grazie anche al suo rapporto con Maggie (Sally Hawkins).

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Il rapporto tra Diana e Maggie è l’unico all’interno della villa e nella vita di tutti i giorni ad essere vero. L’amicizia tra le due viene ostacolata dal resto della servitù fedele alle rigide regole imposte dalla famiglia reale. Infatti l’unica amicizia all’interno della famiglia reale e i suoi figli, sono i due elementi che riescono a far mantenere un equilibrio precario alla salute mentale di Diana.

Visioni e fantasmi

“Spencer” non è una semplice ricostruzione di un evento reale. Pablo Larraín e lo sceneggiatore Steven Knight utilizzano alcuni elementi come le visioni e il fantasma di Anna Bolena per raccontare al meglio il crollo emotivo di Diana. A consolidare questa combinazione che potrebbe apparirvi strana, ci pensa l’ottima regia di Larraín e la sapiente scrittura di Knight, già noto per i suoi lavori a pellicole con un unico protagonista (“Locke” con Tom Hardy). Unica piccola pecca della sceneggiatura di Knight è il non approfondire con qualche elemento in più l’amicizia tra Diana e Maggie.

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Infine, l’interpretazione di Kristen Stewart è di altissimo livello. Oltre a mostrare una somiglianza impressionante con la vera Lady Diana, l’attrice americana offre una performance di qualità a 360° gradi. La Stewart riesce a portare al meglio su schermo tutte le sensazioni e i sentimenti provati da Diana durante questo difficile periodo. Periodo che è solo la punta dell’iceberg della vita della principessa del Galles. Grazie al lavoro fatto su Diana, la Stewart ha ottenuto una nomination meritatissima agli Oscar 2022. Solo questa domenica scopriremo se l’attrice verrà premiata come avvenuto in altri festival o meno.

Considerazioni finali

“Spencer” di Pablo Larraín è un racconto non di una principessa, ma di una donna che ha sofferto il peso dell’ambiente regale. Attraverso un periodo difficile della sua vita, la sceneggiatura di Knight utilizza molti elementi e parallelismi per poter raccontare al meglio le sensazioni e i sentimenti di Diana, interpretata da un’ottima Kristen Stewart. A colpire non è solo la regia pulita, elegante e fatta da molti primi piani della protagonista, a sorprendere lo spettatore è il come la storia viene raccontata. Ed è proprio questo il più grande punto di forza della pellicola. Distaccandosi dai classici biopic, attraverso l’immaginazione, “Spencer” racconta una donna che ha sofferto per ottenere una vita normale in un contesto impossibile dove ambire a questo. Unica nota “negativa”, è il non approfondire meglio il rapporto tra Diana e Maggie, interpretata da Sally Hawkins.

Pro

  • L’interpretazione di Kristen Stewart;
  • La regia di Pablo Larraín;
  • La sceneggiatura di Steven Knight che racconta al meglio i sentimenti e il disagio di Diana.

Contro

  • Il rapporto tra Diana e Maggie non è approfondito al meglio.

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di Gabriele Di Nuovo

 

 

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