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Spazio, scoperto il buco nero più vicino alla Terra: ecco Gaia BH1!

di Antonio Stiuso

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Grazie al satellite Gaia dell’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea), gli scienziati hanno scoperto l’omonimo buco nero, Gaia BH1; si tratta del corpo celeste di questo tipo più vicino alla Terra, per quanto ne sappiamo. Andiamo quindi a scoprire qualcosa di più a riguardo…

Gaia BH1: ecco cosa sappiamo sul corpo celeste

Stando a quanto riportato in un report pubblicato sul noto sito Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, Gaia BH1 avrebbe una massa di circa 10 volte quella del Sole e si troverebbe a “soli” 1.600 anni luce dal nostro Pianeta; si tratterebbe inoltre di un buco nero dormiente, cioè che non può essere rilevato dai raggi X mentre inghiottisce il materiale circostante. Questa sua caratteristica lo renderebbe così invisibile ai sensori dei nostri strumenti, ma gli scienziati sono riusciti a rilevarlo analizzando il comportamento della sua stella compagna.

Il buco nero orbiterebbe in un sistema binario, attorno a una stella simile al Sole, con una temperatura superficiale di 5.580°C. Si tratta inoltre del primo buco nero di massa stellare dormiente scoperto nella Via Lattea e il suo studio aiuterà i ricercatori a capire meglio le caratteristiche di questi oggetti tanto misteriosi quanto affascinanti.

Perché ricerchiamo i buchi neri?

Trovare i buchi neri nelle vicinanze della Terra non è soltanto un modo per soddisfare il desiderio di conoscenza dell’umanità, ma ha un’applicazione pratica fondamentale; serve infatti a sapere se dobbiamo preoccuparci o meno di questi corpi sconosciuti e potenzialmente pericolosi. E nonostante si tratti del buco nero più vicino a noi, per ora, non dobbiamo assolutamente preoccuparci perché, trovandosi a circa 1.600 anni luce dalla Terra, dovremmo viaggiare alla velocità di 300.00 chilometri al secondo per avere la fondata paura di trovarci al suo cospetto tra oltre mille anni.

È stato chiamato così perché, inizialmente, fu osservato dal telescopio spaziale Gaia; le ricerche sono poi proseguite grazie ad altre osservazioni eseguite con il telescopio Gemini North, ma la scoperta è stata possibile soltanto grazie alle osservazioni spettroscopiche del moto della stella compagna del buco nero. Questo vuol dire che solo osservando il comportamento della luce emessa da questa stella che orbita intorno al corpo celeste è stato possibile rintracciarlo; Gaia BH1 comunque, sembra essere un buco nero “quiescente” e quindi del tutto innocuo.

 

Buco nero (@Shutterstock)

 

Il mistero del buco nero

La ricerca del buco nero più vicino alla Terra è, con il tempo, diventata una sorta di “sfida” tra astronomi, che ha portato a diversi falsi allarmi. Gaia BH1, però, sembra non essere un errore di valutazione. Ciononostante, per alcuni c’è un grande mistero alla base di questa scoperta: la stella che avrebbe dato origine al buco nero dovrebbe essere vissuta solo pochi milioni di anni, perché si trattava di una stella molto massiccia, con una massa 20 volte superiore a quella del Sole. Questo significa che, al momento della sua esplosione, dovrebbe aver inghiottito la stella che le orbitava attorno, cosa che come è stato dimostrato, non è avvenuta.

Il nuovo sistema binario, quindi, sfida alcuni modelli fisici acclarati dato che, in base alle masse degli oggetti coinvolti, la stella dalla quale è nato il buco nero avrebbe dovuto trovarsi ad una distanza inferiore dalla stella compagna rispetto a quella rilevata dagli scienziati.

“È interessante notare che questo sistema non è facilmente adattabile ai modelli di evoluzione binaria standard. Pone molte domande su come si è formato questo sistema binario e su quanti di questi buchi neri dormienti ci sono là fuori”.

Ha dichiarato il professor El-Badry. Gaia BH1 ha quindi creato nuovi grattacapi ai nostri scienziati e continuerà ad essere oggetto di indagini per provare a scoprire i suoi misteri.

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