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Smart working e caro gas: le ipotesi per l’autunno che verrà

di Gabriele Nostro

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I piani governativi per tentare di sopperire ai rincari del gas si intrecciano con l’ipotesi smart working. Il metodo, applicabile sia nel settore privato che in quello pubblico, garantirebbe risparmi monetari ed energetici importanti, oltre alla diminuzione dei danni ambientali. Non vi sono ancora molte certezze, ma sul tavolo ci sono già alcune proposte riportate da La Repubblica; andiamo a vederle insieme…

Smart working, una soluzione (spesso) conveniente

Le proposte partono dallo spegnimento delle insegne dei negozi dopo le ore 23, utilizzo moderato dei climatizzatori e… due mesi di smart working. Una possibilità che potrebbe diventare realtà, dal momento che viene considerata potenzialmente efficace da alcune stime sugli eventuali risparmi generati.

A operare per i prossimi due mesi da casa, quindi, potrebbero essere i lavoratori dipendenti della Pubblica amministrazione; si starebbe valutando anche il supporto alle aziende ad alto consumo di gas. Per queste è però al vaglio un disegno di interruzioni volontarie, ricompensabili con papabili incentivi.

Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, dovrà firmare a giorni il programma di azioni contro il rincaro del gas; questo subirà delle modifiche a seconda dell’evolversi del problema, e differenti misure verranno o meno adottate sulla base delle mosse della Russia e delle reazioni del mercato.

Nel contempo, si ragiona per gli aiuti economici; Draghi e i Ministri stimano che saranno presto disponibili tra i 6 e gli 8 miliardi di euro, spendibili sempre in ottica “mantenimento aziende gasivore“. Per il cumulo delle somme considerate, assicura la squadra di Governo, non avverrà alcuno scostamento di bilancio.

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