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Gas, ecco le alternative per riscaldare casa e spendere meno

di Antonio Stiuso

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L’elevato costo del gas continua a provocare grandi difficoltà e l’imminente arrivo dell’inverno costringe gli italiani a correre ai ripari. Ci sono diverse modalità di riscaldamento alternative al metano, ma non tutte fanno davvero risparmiare, anche a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Cerchiamo di capire cosa si può fare per superare indenni l’inverno di rincari che si si prospetta.

Gas ed elettricità, una nuova “guerra fredda”

Winter is coming. Il famoso motto di casa Stark, col senno di poi, sembra avere un qualcosa di profetico anche nella vita reale. La guerra provocata dall’invasione russa in Ucraina, infatti, ha innescato un meccanismo che rischia di far collassare l’intero sistema, già messo a dura prova dai due anni di pandemia. E questa volta i bonus potrebbero non bastare a risollevarci.

Il primo effetto collaterale che stiamo già provando sulla nostra pelle è quello dell’aumento dei prezzi del gas e delle materie prime che, pesando sempre di più sui nostri conti, ci costringe già ora a valutare delle valide alternative per il riscaldamento durante la stagione invernale. La cara vecchia legna e il pellet, ad esempio, hanno decisamente consumi minori, ma anche il prezzo di queste materie è lievitato nell’ultimo anno; esaminiamo allora quali possono essere le mosse vincenti per riscaldare casa risparmiando sulla bolletta.

Le classiche alternative al gas per riscaldare casa

Legna e pellet. L’inflazione e la guerra in Ucraina non hanno risparmiato questi due materiali, che, come tutto il resto praticamente, in un anno hanno visto aumentare vertiginosamente il loro prezzo. La spesa al quintale per la legna, lo scorso anno, si aggirava intorno ai 1o/12 euro, mentre oggi si è assestata intorno ai 18/20 euro; per il pellet invece il prezzo per un sacco da 15 chili, che prima era di 3/5 euro, ora ha toccato quota 14.

La magra consolazione per gli italiani è che comunque, stando anche a quanto raccomandato dall’Associazione Italiana Energie Agroforestali, utilizzando la legna per riscaldare una casa da 100 metri quadri si risparmierebbero intorno ai 900 euro, spendendo circa il 55% in meno rispetto al metano; mentre utilizzando il pellet potremmo avere un risparmio annuo di 700 euro, con un risparmio del 44%.

I tipi di caldaie, tra tradizione e modernità

Caldaia. Attualmente esistono tre tipi di caldaia alternative alla classica caldaia a metano: elettrica, a biomassa e ionica. Tutte queste possono essere delle fonti di calore alternative al gas ma non sono esenti da alcune problematiche, seppur differenti tra loro. La prima, come suggerisce il nome, utilizza delle resistenze elettriche per scaldare l’acqua ma, con l’aumento vertiginoso del prezzo della corrente, non è più una scelta ottimale in questo periodo. Inoltre, il suo consumo è 3 volte superiore a quello di una caldaia a metano.

La caldaia a biomassa è l’unico vero sistema a combustibile considerato a fonte rinnovabile ed ha un risparmio garantito rispetto al riscaldamento a metano. Con il termine biomassa si indica un insieme di materiali che spaziano dalla legna e pellet agli scarti agricoli e gusci di frutta secca; il limite principale di questa caldaia, però, risiede proprio nell’acquisto, stoccaggio e caricamento del materiale. L’ultimo tipo, la caldaia ionica, è anche la più recente: consiste in un sistema che scalda un liquido tecnico grazie al movimento degli ioni. Anche in questo caso, però, si parla di consumi mediamente elevati, collocandola a una via di mezzo tra la caldaia a metano e una pompa di calore. Insomma, rispetto alla “vecchia maniera” fatta da legno e pellet, qui vantaggi e risparmio sarebbero piuttosto limitati.

Le alternative “moderne”

Riscaldamento a pavimento. Consiste semplicemente in una serpentina che percorre, riscaldando, tutto il pavimento della propria abitazione. Anche se questo è un sistema decisamente più innovativo degli altri, l’utilizzo della serpentina a pavimento comporta dei consumi molto più alti rispetto a metano, pellet e pompa di calore; inoltre, come per la maggior parte delle caldaie elettriche, non si ha la possibilità di produrre acqua calda sanitaria.

Pannelli radianti. I pannelli radianti vengono posizionati a parete o a soffitto, la loro particolarità è che non scaldano l’aria ma le superfici opposte grazie alla tecnologia ad infrarossi. Hanno consumi leggermente inferiori rispetto alla serpentina a resistenza elettrica, ma sono decisamente più alti rispetto a metano, biomassa e pompa di calore.

Pompa di calore. Menzione a parte merita la pompa di calore: si tratta di un sistema che preleva energia termica dall’ambiente esterno per riutilizzarla nel circuito di riscaldamento domestico. Attualmente esistono tre tipi di pompa di calore: aria-acqua, che scalda l’acqua di casa scambiando calore con l’aria esterna; aria-aria, che, come per il climatizzatore, per funzionare prevede l’immissione di aria calda o fredda in casa sempre scambiando energia termica con l’ambiente esterno; geotermica, che consiste in un sistema che scalda o raffredda l’acqua che circola all’interno di un pavimento, soffitto o parete radiante, scambiando energia termica con l’acqua di falda o con il terreno.

Nella pompa di calore, in poche parole, l’energia elettrica viene usata unicamente per spostare il calore già esistente. I consumi, qui, sono inferiori di circa il 25/35% rispetto a una caldaia a condensazione, a patto, però, che sia installata in maniera corretta. Una cattiva installazione, infatti, potrebbe causare un aumento dei costi e provocare danni all’intero sistema. Per fare questi lavori risparmiando effettivamente in bolletta, insomma, bisogna affidarsi a professionisti del settore. Oppure tornare a accatastare legna in estate come i nostri nonni in vista dell’inverno…

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