di Claudio Cassarà
“Sex Education” arriva finalmente alla sua conclusione! Disponibile su Netflix dal 21 settembre, la serie ideata da Laurie Nunn vede il ritorno di Asa Butterfield, Emma Mackey, Gillian Anderson, Ncuti Gatwa, Aimee Lou Woods, Connor Swindells, Kedar Williams-Stirling, Mimi Keene e Alistair Petrie. Le nuove aggiunte al cast sono Anthony Lexa, Alexandra James, Felix Mufti e Thaddea Graham.
L’Ultima Stagione di “Sex Education”
Dopo la chiusura della Moordale, Otis Milburn (Asa Butterfield) e i suoi amici sono costretti a cambiare scuola per l’ultimo anno di liceo. Alcuni studenti vengono trasferiti al Cavendish College, completamente diverso dall’istituto precedente. Se alla Moordale vigeva una vera e propria censura su argomenti quali il sesso, qui tutto è aperto al dialogo. Infatti, il Cavendish è completamente controllato e gestito dagli studenti! Appena arrivato, Otis decide di ristabilire la sua “clinica del sesso”, questa volta senza l’aiuto di Maeve Wiley (Emma Mackey), visto che si trova negli Stati Uniti per un corso di scrittura creativa. Il ragazzo, una volta giunto in questa nuova scuola, ha una terribile sorpresa ad attenderlo. È già presente una studentessa che risolve i problemi relativi al sesso: O (Thaddea Graham). A chi toccherà la gestione della sola ed unica “clinica del sesso” del Cavendish? Ad Otis, il sessuologo originale? Oppure alla misteriosa O?
La teen comedy che convince(va)!
La prima stagione di “Sex Education” è assolutamente valida. Vuole essere un teen comedy che esplora e distrugge i tabù sulla sessualità e ci riesce (quasi) alla perfezione. L’unica pecca è il cast secondario: i primi 8 episodi della serie approfondiscono poco e nulla la psicologia dei personaggi al di fuori dei due protagonisti. I vari Aimee, Adam o Lilly della prima stagione sono ridotti a semplici “medium” per trattare ed esplorare diversi tipi di sessualità oppure malattie che derivano dal sesso. Non riescono ad evolversi come persone. Visto che la serie decide di concentrarsi quasi esclusivamente su Otis e Maeve, il resto del cast rimane relegato al ruolo di “stereotipo su una determinata sessualità”. La seconda stagione è un buon passo in avanti su questo fronte. Il cast secondario ha più spazio per crescere, in particolar modo Aimee. La “bionda stupida” affronta un trauma incredibilmente personale, gestito molto bene dalla serie.
I problemi più gravi di “Sex Education” sono iniziati con la terza stagione. I nuovi personaggi introdotti, tra cui Hope, nuova preside del Moordale, e Cal, studente non-binario, sono degli stereotipi camminanti. Non aiuta il fatto che Rahim, tra i membri del cast più amati della seconda stagione, abbia un ruolo minimo e alquanto imbarazzante nel corso di questi episodi. Inoltre, il triangolo amoroso tra Otis, Maeve e Ruby ha lasciato insoddisfatto gran parte del pubblico per la sua frettolosa “conclusione”.
Non tutto è perduto, però. L’evoluzione dell’ex-preside Groff da antagonista cartoonesco a uomo che cerca (e trova!) una nuova passione dopo il recente divorzio è ben gestita e riesce a far simpatizzare lo spettatore con uno dei personaggi meno amati delle precedenti stagioni. Vale lo stesso discorso per Ruby, la mean girl della Moordale. La sua relazione con Otis è mostrata in maniera incredibilmente realistica: la ragazza si nasconde dietro ad atteggiamenti arroganti a causa delle sue insicurezze e della vergogna. Ruby riuscirà ad aprirsi per la prima volta con Otis, primo ragazzo che ama sul serio.
Grandi assenze nel cast
L’ultima stagione di “Sex Education” cala notevolmente di qualità rispetto alle prime tre. Sono tanti i problemi, a partire dalla mancanza di alcuni personaggi fondamentali. Lilly, Ola, Jakob, Hope e molti altri sono completamente assenti in questi episodi e senza alcuna spiegazione. A causa di ciò, i loro archi narrativi risultano incompleti e (di conseguenza) insoddisfacenti. L’assenza più grave, tra queste, è senza dubbio Jakob. Dopo il cliffhanger presente nella precedente stagione, nel quale si scopre che il figlio partorito prematuramente da Jean non sia suo, lo svedese sparisce dalla serie. Si tratta di un’occasione persa, visto che affrontare le conseguenze di questa notizia poteva sicuramente risultare interessante.
A proposito di Jean, la madre di Otis ha un ruolo abbastanza mediocre in questa stagione. La donna deve affrontare le difficoltà di crescere un neonato senza l’aiuto di una figura paterna e, allo stesso tempo, rimanere rilevante nel mondo della sessuologia. Purtroppo, ogni sequenza con Jean risulta abbastanza banale e ripetitiva, manca quella brillantezza nei suoi dialoghi presente nelle prime stagioni. Uno dei nuovi personaggi introdotti è Joanna, la sorella della donna. Il loro rapporto è una delle cose gestite meglio in questi episodi. Come in buona parte dei legami tra fratelli, Joanna e Jean arrivano al punto di non sopportarsi più a causa di tante cose mai dette. Il litigio tra loro è ben costruito all’interno della storia. Per quanto prevedibili, la conclusione di entrambi gli archi narrativi delle sorelle è accettabile, senza infamia e senza lode.
Otis e Maeve: i protagonisti “non-protagonisti”
Il cuore pulsante di “Sex Education” è il rapporto tra Otis e Maeve. Questa stagione non è da meno. Mancano, però, delle vere e proprie interazioni faccia a faccia tra i due per più di metà stagione, a causa del corso di scrittura creativa seguito dalla ragazza negli Stati Uniti. Perdendo queste interazioni, cala di molto anche l’interesse dello spettatore nel personaggio di Otis, che passa questi primi episodi a “gareggiare” con O per avere il controllo della “clinica del sesso”. Inoltre, il protagonista è all’apice della sua antipatia. Oltre ad ignorare completamente Eric per buona parte della stagione e non supportare per nulla la propria madre (stanca a causa del neonato), Otis si comporta costantemente in maniera egoista con tutti. Si riavvicina a Ruby, ragazza a cui ha spezzato il cuore ed ancora innamorata di lui, solo per farsi aiutare al fine di battere O ed ottenere il controllo della clinica.
Dopo una tragedia, Maeve tornerà dagli Stati Uniti. Da questo momento in poi, riprenderanno le interazioni tra i due protagonisti che gli spettatori hanno imparato ad amare. C’è un però: a causa del tristissimo evento che riporterà la ragazza a casa, è sempre presente una sensazione pesante nell’aria. Manca la spensieratezza delle stagioni precedenti. Questi momenti negativi sono gestiti in maniera abbastanza altalenante. Da una parte, le forti emozioni provate da Maeve sono rese benissimo da Emma Mackey; dall’altra, è presente una sequenza dal tono stonato durante un momento particolarmente triste, come se gli sceneggiatori puntassero ad un approccio da “dark comedy”, fallendo miseramente.
La verità è che Otis e Maeve sono protagonisti di nome ma non di fatto dell’ultima stagione di “Sex Education“. Entrambi (in particolar modo la ragazza) vengono completamente sopraffatti da buona parte dei personaggi secondari e dai loro archi narrativi, molto più interessanti e meglio gestiti. I due sono parte di un tira e molla cliché e noioso che porta ad una conclusione coerente con quanto raccontato, anche se abbastanza prevedibile e frettolosa.
I pregi della quarta stagione di “Sex Education”
In maniera simile alla terza stagione, gli 8 episodi conclusivi di “Sex Education” esplorano bene alcuni dei personaggi meno amati del passato. Primo tra tutti, Isaac. Il ragazzo, odiato per aver cancellato il messaggio contenente la dichiarazione d’amore di Otis nei confronti di Maeve, inizia una bizzarra relazione con Aimee. Grazie ai due, viene affrontato un tema completamente inesplorato in precedenza, ovvero l’arte come catarsi. La ragazza, con l’aiuto di Isaac, utilizza la fotografia per riuscire a superare l’abuso subito nella seconda stagione. Il “risveglio” di Aimee verso il medium fotografico è inserito bene all’interno della storia, chiudendo perfettamente il suo arco narrativo.
Nonostante Isaac ed Aimee siano gestiti bene, il miglior personaggio di quest’ultima stagione rimane Michael Groff. Se la terza serviva a dare all’ex-preside uno scopo nella vita dopo essere stato cacciato dalla Moordale ed aver perso la propria famiglia, qui l’uomo fa ammenda con i propri cari. Il rapporto padre-figlio tra i Groff è commovente, l’arco narrativo dei due è chiuso alla perfezione.
Gli altri lati positivi riguardano la parte tecnica: come per le precedenti stagioni, “Sex Education” è girata in maniera buona. Ci sono molte sequenze ben realizzate. Inoltre, la colonna sonora è (come sempre) di altissimo livello. Le canzoni di Ezra Furman sono implementate benissimo. Infine, tutto il cast fa, ovviamente, un ottimo lavoro.
Nuova scuola, nuovi personaggi
Il Cavendish College è un setting completamente diverso dalla Moordale. La scelta di introdurre una nuova scuola con numerosi nuovi studenti nell’ultima stagione è abbastanza strana. Per colpa del poco tempo che lo spettatore passa con questi personaggi, è faticoso provare qualsiasi tipo di emozione nei loro confronti. Non aiuta il fatto che la gran maggioranza sono, purtroppo, dei veri e propri stereotipi senza un briciolo di personalità.
La sessuologa rivale di Otis, O, è la meno peggio. Inizialmente presentata come un personaggio piatto, la ragazza ha tempo di evolversi nel corso dell’ultima stagione. Certo, si tratta di un’evoluzione prettamente negativa e cliché, ma almeno non è il nulla totale come per gli altri. Infatti, O passa dall’essere la Mary Sue della situazione, al bulletto della scuola e, di nuovo, ad un personaggio virtualmente perfetto in soli 8 episodi. È presente un piccolo tentativo degli sceneggiatori di far provare allo spettatore empatia verso la giovane, ma risulta forzato e buttato lì.
I restanti studenti del Cavendish hanno lo stesso spessore di un foglio di carta. Abby, Aisha e Roman hanno due/tre tratti che caratterizzano la loro intera personalità. Abby è forzatamente gentile verso chiunque e odia il gossip; Aisha ha problemi d’udito e deve leggere il labiale per capire cosa stanno dicendo le persone, inoltre è fissata con l’astrologia; infine, Roman è un ragazzo transessuale fidanzato con Abby.
I tre vengono esplorati solamente nell’ultimo episodio ed in maniera frettolosa. L’unico tipo di rapporto che hanno è con Eric. Il ragazzo, durante questa stagione, si allontana sempre di più da Otis (a causa dell’egoismo di quest’ultimo) e, di conseguenza, si avvicina al gruppo di studenti del Cavendish. Invece di risolvere i conflitti nati nella terza stagione (come, ad esempio, il tradimento fatto ad Adam), Eric è alle prese con problemi legati alla sfera religiosa. Si tratta di un arco narrativo mai menzionato fino alla quarta stagione e, di conseguenza, risulta forzato e fuori posto. Inoltre, le “premonizioni” del futuro che il ragazzo vede in sogno sono assurde e, francamente, terribili.
L’Ultimo episodio di “Sex Education”
Tutte le cose negative menzionate fino ad ora non sono nulla rispetto al più grande problema della quarta stagione di “Sex Education“: il suo ultimo episodio. Oltre ad essere il più lungo di tutta la serie (ben 85 minuti), questo è completamente privo di elementi interessanti. Come detto prima, il cardine che tiene unita “Sex Education” è il rapporto tra Otis e Maeve. Il loro tira e molla viene chiuso nel settimo episodio, il penultimo. A causa di questo, lo spettatore ha ben pochi motivi per continuare a guardare. Inoltre, la rivalità tra il protagonista ed O trova una rapida e banale risoluzione.
Un altro grande problema dell’ultimo episodio di “Sex Education” è il suo ritmo. Si tratta di una puntata incredibilmente noiosa, nel quale succede poco. Gli sceneggiatori hanno provato a sviluppare i tre studenti della Cavendish, anche se assolutamente in ritardo. Lo spettatore non prova nulla davanti all’evoluzione di questi, visto che non ha mai provato nulla per loro nelle precedenti 7 ore di serie.
Le cose positive presenti nel resto della stagione vengono messe in secondo piano da quest’ultimo, terribile episodio. Rimane solamente un grande amaro in bocca…
Conclusioni su “Sex Education”
Nonostante un buon inizio, “Sex Education” finisce come molte altre produzioni Netflix. Non basta la prova attoriale di tutto il cast e qualche arco narrativo ben presentato e ben scritto, la stagione non diverte. Con tanti (troppi!) personaggi nuovi, introdotti nell’ultima stagione, un protagonista irritante, archi narrativi presentati dal nulla, l’assenza di membri fondamentali del cast ed un ultimo episodio noioso, “Sex Education” è finita. E nessuno si ricorderà della sua esistenza.
Pro
- Arco narrativo di Michael Groff
- Il personaggio di Isaac ed il suo rapporto con Aimee
- Buone prove attoriali di tutto il cast
- Colonne sonore ottime
Contro
- Il rapporto tra Otis e Maeve è cliché e gestito male
- Otis è irritante per tutta la stagione
- Assenza di tantissimi personaggi fondamentali
- I nuovi personaggi non sono per nulla interessanti
- L’ultimo episodio
- L’arco narrativo di Eric, presentato dal nulla
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