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Scienza: sviluppata una nuova tecnologia per superfici “autopulenti”

di davide gerace

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La scienza negli ultimi 50/60 anni ha fatto passi da gigante che in vari campi, hanno permesso di migliorare e aumentare sensibilmente la qualità della nostra vita. E una delle ultime tecnologie sviluppate potrebbe farci evitare una delle cose che più ci annoiano: le pulizie…

L’ultima trovata della scienza

I ricercatori dell’Università di Austin, in Texas, insieme con l’azienda Smart Material Solutions Inc. del North Carolina e con la sovvenzione della NASA, hanno sviluppato una nuova tecnologia anti-polvere; l’obbiettivo principale è quello di impedire alle polveri di attaccarsi ai vari materiali, che siano pannelli solari, finestre o altro.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista ACS Applied Materials & Interfaces e racconta nel dettaglio come gli studiosi hanno raggiunto il loro obbiettivo. Gli stessi hanno creato una superficie particolare, grazie alla nuova tecnica di stampa chimico-fisica denominata “litografia a nanostampa“. Durante il processo i ricercatori hanno modificato la struttura della superficie, creando una fitta rete di minuscole strutture piramidali, visibili solo al microscopio; grazie a questa nuova forma, è quindi impossibile che le particelle di polvere non si attacchino alle varie superfici e che cadono così a terra.

A spiegare l’accaduto è stato l’ingegnere a capo della ricerca, Chih-Hao Chang:

“Quello che abbiamo creato è una superficie che si pulisce da sola: le particelle di polvere non sono in grado di attaccarsi e cadono giù per semplice effetto della forza di gravità”. 

Il primo utilizzo sarà… nello spazio?

I test della nuova tecnologia hanno dato risultati confortanti e i ricercatori, in collaborazione con la NASA, hanno ricoperto la superficie con della polvere lunare, molto difficile da pulire; infatti, la polvere in questione avrebbe creato diversi problemi alla missione Apollo. Le analisi condotte su questi campioni hanno poi mostrato che solo il 2% della speciale superficie è rimasta impolverata, rispetto al 35% di una superficie classica; si tratta di un successo su tutta la linea, con la tecnologia che potrebbe presto essere impiegata per i vari equipaggiamenti e impianti spaziali.

In futuro la superficie verrà senz’altro impiegata anche sulla Terra, dove potrebbe rivelarsi molto utile per i pannelli solari, vetri delle finestre, oppure per gli schermi dei vari dispositivi digitali…

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