di Nicolò Bacchi
Samaritan è un film supereroistico pubblicato in esclusiva il 26 Agosto 2022 da Amazon Prime Video e diretto da Julius Avery. Nel cast Sylvester Stallone, Javon Walton, Martin Starr, Moisés Arias e Pilou Asbæk.
Quando una compagnia come Prime Video annuncia l’arrivo di un film di supereroi con Sylvester Stallone, le aspettative sono più che lecite. Alla fine, la piattaforma di streaming ha dimostrato di saperci fare con i supes, potendo vantare i successi di The Boys e Invincible. Ma Samaritan non ha nulla da spartire con i cugini televisivi: una pellicola senza mordente, di scarsa qualità e, più in generale, una grande delusione. Senza perderci ulteriormente in chiacchiere, ecco quindi la nostra recensione!
Nemici di poco conto
Il principale problema di Samaritan (lungi però dall’essere l’unico) è senza dubbio la scadente scrittura di tutto il film. I protagonisti non riescono in alcun modo a far affezionare a sé stessi gli spettatori, mentre i cattivi fungono da macchiette utili soltanto a regalarci momenti stereotipati e banali. Perché la principale nemesi (se così vogliamo chiamarla, visto che per tutto il film non fa pressoché nulla) è cattiva? Quali motivazioni lo spingono? Cosa vuole ottenere?
È assurdo che qualcuno in casa Metro Goldwyn Mayer abbia visto lo script e possa aver pensato che fosse una buona idea produrlo, ed è ancora più curioso che Prime abbia deciso di acquistare, pubblicizzare e infine pubblicare il film. Dimenticatevi Patriota e Omni-Man, se i cattivi del film avessero avuto anche solo una goccia della verve di questi due non staremmo parlando di un fallimento simile.
Persino la sottile satira politica tanto apprezzata nelle altre produzioni qui viene meno, con la polizia che appare soltanto in alcuni istanti. Nessun riferimento a corruzione e decadenza della moderna società, soltanto un mondo senza regole perché “fa comodo”. Alla fine, come ci insegnano gli sceneggiatori di Boris, scrivere una sceneggiatura è faticoso, quindi perché non limitarsi a vaghi riferimenti fini a sé stessi?
Samaritan, l’unica cosa buona
Nota positiva (probabilmente l’unica) di Samaritan è Sylvester Stallone. L’attore statunitense, complice anche il fisico perfetto per il ruolo, fa molto bene il suo lavoro nei panni del protagonista; e data l’età lo possiamo anche scusare se in alcune scene di combattimento appare pesante e legnoso. Persino la mimica facciale di Sly è adatta per il ruolo, dovendo cambiare tra ben 3 diverse espressioni per tutta la durata del film.
Ma persino l’interpretazione di Stallone non riesce a salvare il film, complice anche il suo ridotto tempo a schermo. E persino quando compare, grazie alla pochezza degli attori che lo circondano, la sua abilità davanti alla cinepresa non sempre è sufficiente. Un vero peccato, perché vedere l’interprete di Rocky Balboa nei panni di un supereroe è sempre stato un sogno per molti, e vederlo portato a termine in queste condizioni è un dispiacere per tutti.
I problemi non sono finiti
I problemi non sono finiti, anzi tutt’altro. Se abbiamo parlato dell’unico raggio di sole in grado di penetrare le nuvole che circondano questo film, se così vogliamo chiamarlo, è di nuovo il momento delle lamentele e dei problemi. Iniziamo con la CGI, che si salva fin quasi alla fine, quando durante il combattimento finale assistiamo ad una delle scene realizzate in maniera digitale più scadenti degli ultimi anni. Non si esagera paragonandola ad una cut-scene degna di un videogioco per Playstation 2, con tanto di personaggi ripresi da lontano per non mostrare i lineamenti appena abbozzati (spoiler: non è bastato).
Un altro grave problema è la scrittura del piccolo co-protagonista, interpretato dal giovane attore Javon Walton. Totalmente distaccato dalla realtà, sembra vivere in un mondo tutto suo- Si dimentica di vivere in mezzo a bande di criminali senza scrupoli; in altri momenti inizia invece a parlare in maniera simile ad un moderno Che Guevara, tirando fuori dal cilindro discorsi ricchi di significato che cozzano totalmente con il personaggio che abbiamo visto fino a quel momento.
Considerazioni finali su Samaritan
Samaritan poteva e doveva essere molto più del film che si è rivelato. Nonostante il soggetto non dei più originali, con l’eroe stanco dopo la battaglia della vita che si ritira per poi dover tornare a combattere un’ultima volta, la possibilità di vedere realizzato un buon film ha suscitato molto interesse. La presenza di Sylvester Stallone nei panni del protagonista poi avrebbe dovuto essere la ciliegina sulla torta, e invece si è rivelata soltanto un vago aroma per coprire, tra l’altro solo in parte, l’odore del fallimento. La scrittura totalmente inesistente dei cattivi e una trama penalizzata anche dal montaggio, affossano il film; peccato, perché il colpo di scena sul finale si rivela azzeccato, senza riuscire però a salvare nemmeno il salvabile.
Pro
- Sylvester Stallone nei panni dell’eroe Samaritan;
- I primi minuti di pellicola, che gettano ottimamente le basi per il film.
Contro
- Una pessima gestione degli antagonisti, quasi totalmente inutili ai fini della trama;
- Una CGI scadente quando serve davvero, unita a combattimenti poco ispirati e banali;
- Cattiva scrittura dei personaggi, in particolare del giovane co-protagonista.
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