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Roma, la gloria mancata solo di un soffio

di Alessandro Colepio

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La gara di Budapest è terminata, dopo più di 146 minuti di gioco e dopo la lotteria dei rigori, decretando il campione dell’Europa League 2023. Ha vinto il Siviglia, che ora ne conta 7 in bacheca e si conferma ancora una volta il padrone assoluto di questa competizione. I tifosi della Roma, arrivati in Ungheria quasi come un esercito, tornano in Italia con qualche briciola e tanta amarezza per come sono andate le cose.

La Roma e il coraggio di provarci, nonostante tutto

La Roma è andata vicina al sogno, l’ha accarezzato con mano dopo il vantaggio di Dybala e l’ha tenuto stretto anche dopo il pareggio rocambolesco degli spagnoli. Questa sarebbe stata la seconda coppa europea di fila, un traguardo che avrebbe legittimato un percorso cominciato due anni fa con l’arrivo di Mourinho e che oggi potrebbe clamorosamente interrompersi dopo la sconfitta.

I giallorossi, galvanizzati dal rientro della Joya in avanti, sono partiti forte e hanno meritatamente segnato il primo gol della gara. Un’esplosione di gioia per un popolo intero che ieri sembrava giocare in casa nonostante fosse ben lontano dalle mura dello Stadio Olimpico. Prima l’esultanza, poi il naturale ripiego delle linee in campo per cercare di limitare le sfuriate del Siviglia, che dopo il gol subito ha iniziato a spingere forte sulle fasce. Il palo di Rakitic sembrava indicare che lassù qualcuno stesse tifando Roma, salvo poi capitolare lo stesso su un bel cross di Jesus Navas che Mancini ha deviato goffamente nella sua stessa porta. Da lì in poi la Roma ha deciso di rifugiarsi dietro, cercando di sfruttare i contropiedi e soprattutto le palle inattive, vera forza della squadra capitolina in questa stagione.

Due clamorose palle gol, capitate sui piedi di Abraham e Belotti, e stoppate alla grande da un sontuoso Bounou: questo è il bilancio della partita dal pareggio spagnolo in poi, nonostante la Roma avesse perso campo e fiato per cercare di difendere il vantaggio. Il tocco di Mourinho si è visto, forse ieri più che mai, nella disposizione tattica della Roma. La squadra ha giocato in difesa per larghi tratti della gara, ma a conti fatti il Siviglia non ha avuto praticamente nessuna palla gol e, al contrario, le occasioni ghiotte sono capitate sui piedi dei giocatori giallorossi.

I supplementari hanno poi regalato poche emozioni, al contrario dei calci di rigore. Il Siviglia realizza tutti i suoi tentativi, mentre per la Roma sbagliano Mancini ed Ibanez. Decisivo il rigore di Montiel, a cui Rui Patricio aveva parato il primo tentativo superando però la linea di porta. Il terzino argentino, che anche ai Mondiali in Qatar aveva realizzato il penalty decisivo, cambia lato sulla ribattuta e decreta la vittoria del Siviglia.

La poca concretezza sotto porta è l’unica cosa che si può rinfacciare ai calciatori della Roma, che sul campo hanno dato tutto anche davanti ad una gestione arbitrale non proprio all’altezza.

Abraham

Tammy Abraham (@Shutter Stock)

L’arbitraggio di Taylor

La prestazione dell’arbitro Anthony Taylor è stata, purtroppo, uno dei fattori chiave nella sconfitta della Roma. Normalmente gli arbitri non dovrebbero essere un alibi, ma alcune decisioni prese dal fischietto inglese sono francamente inspiegabili. E passi anche il tocco di mano di Fernando, un episodio al limite in cui ci sono davvero troppi fattori da valutare. Gli errori grandi sono altri e portano il nome di Ivan Rakitic e Erik Lamela, due che questa partita non l’avrebbero dovuta finire. Il primo è andato vicino al secondo giallo in più occasioni, venendo sempre graziato dall’arbitro, mentre l’altro ha rifilato una plateale gomitata ad Ibanez ricevendo solo un’ammonizione. Entrambi i giocatori si sono poi rivelati determinanti per il Siviglia, soprattutto nella lotteria dei rigori finale.

Roma-Siviglia è stata una partita nervosa, sicuramente non facile per il direttore di gara, ma da figure che lavorano professionalmente nel mondo del calcio ci si aspetta ben altro. La Roma è andata a centimetri da un’impresa che sarebbe stata ancora più epica per i contorni che la partita aveva assunto, rimanendo alla fine con un pugno di mosche. Ed è questo il bello e il brutto del calcio, lo sport più bello del mondo che a volte ti fa piangere di gioia e altre volte di tristezza.

Siviglia

Siviglia (@Shutterstock)

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