Guarracino è persino la prima firma anche di uno dei due articoli pubblicati su Nature. Proprio uno di questi due articoli ha testato le potenzialità del Pangenoma al servizio della ricerca e ha ottenuto risultati inconcepibili con la mappa del 2001. L’indagine sul Pangenoma è stata condotta nel laboratorio di Erik Garrison, dell’Università del Tennessee a Memphis e fra gli autori ritroviamo Colonna e la dottoranda Silvia Buonaiuto del CNR-IBG. I ricercatori sono riusciti a osservare un meccanismo mai osservato prima: i particolari tipi di cromosomi scambiano il loro materiale genetico con esso. Questo meccanismo potrebbe essere all’origine di alcune forme di infertilità.

La cura delle malattie rare

“Diventerà più facile scoprire le varianti genetiche responsabili di tratti fisici e di interesse clinico e tutto questo, si spera, potrà portare a benefici per la salute di molte persone”, hanno commentato le esperte di bioinformatica Arya Massarat e Melissa Gymrek, dell’Università della California a San Diego. I risultati ottenuti potrebbero permettere di essere maggiormente precisi per quanto riguarda la cura delle malattie rare, fino a pochi anni veramente impensabile.

“Il progetto èagli inizi, ma è già un modello per la comunità scientifica che studia il genoma, grazie al quale cercare le variazioni legate alle malattie, come schizofrenia e altre patologie rare”. Questo è quanto ha dichiarato il coordinatore Evan Eichler, dell’Università di Washington.

Il Pangenoma e la medicina di precisione

Il Pangenoma umano rappresenterà uno strumento irrinunciabile per la medicina di precisione. Sarà fondamentale in quanto aumenterà fin da subito la nostra capacità di diagnosticare malattie, soprattutto quelle rare che non hanno ancora un nome. In un futuro non troppo lontano potrà, invece, permettere cure sempre più personalizzate.

Ciò a cui auspicano Novelli e tutti i ricercatori è che il Pangenoma possa essere completato presto perché costituirà sicuramente un aiuto essenziale nella capacità diagnostica. E, più importante, rappresenterà un vantaggio per il 40% dei malati rari che ancora oggi non possono ricevere una diagnosi definita.

Perciò, quando poi il Pangenoma comprenderà tutti i 350 genomi umani previsti, saremo in grado di avere una visione più definita della variabilità presente nelle diverse etnie, permettendo di sviluppare terapie sempre più specifiche e funzionali.

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