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Corea del Nord – Nel 1976 il conflitto con il Sud stava per riaccendersi a causa di… un albero!?

di Domenico Scala

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La Corea del Nord e la Corea del Sud oggi sono due Stati distinti e separati ma, come ci insegna la storia, un tempo erano un’unica nazione il cui popolo si è ritrovato diviso dalla Guerra di Corea degli anni ’50. Mentre al Sud il progresso ha permesso una crescita economica e finanziaria senza precedenti, il Nord versa tutt’oggi in uno stato di totale arretratezza culturale, economica e anche sanitaria. Insomma, la linea di confine che oggi separa il Nord dal Sud è perfetta metafora di due sistemi economici-finanziari all’opposto; il capitalismo di Seul opposto al comunismo di Pyongyang, con tutte le conseguenze che ne derivano.

 

Corea del Nord – Una guerra mai conclusa con il Sud

Formalmente la guerra tra i due Paesi non si è mai davvero conclusa, e mentre Kim Jong-un continua a considerare il Sud suo nemico, a Seul e nei Paesi alleati sono costretti a guardarsi sempre le spalle da possibili attacchi (in particolare di natura informatica) a cui sono sottoposti quotidianamente. Ma nel settembre del 1976 un evento a dir poco grottesco stava per scatenare un nuovo conflitto in Corea in tutta la sua brutalità, e l’ignaro protagonista dell’alterco era… un innocuo albero!

Lungo il confine tra i due Stati, fin dagli anni ’50 fu istituita la cosiddetta DMZ, la Zona demilitarizzata che permette ai rispettivi eserciti di “studiarsi” a distanza ed osservare le mosse avversarie senza aprire il fuoco. Questa sottile striscia di terra funge sostanzialmente da cuscinetto tra il Nord e il Sud, ed è qui che si svolgono i principali negoziati tra i due Paesi; ci si ritrova letteralmente faccia a faccia, con un piede in Corea del Sud e un altro in Corea del Nord.

 

Un pioppo cresciuto… nel posto sbagliato!

Caso ha voluto che un pioppo crebbe esattamente lungo la linea di confine delimitata da questa zona. A detta di Victor Vierra, ex Colonnello dell’Esercito USA (ormai deceduto), lo sfortunato albero era cresciuto più del dovuto ed oscurava la visuale ai soldati americani di stanza nel lato Sud della DMZ. Si decise quindi, in maniera del tutto arbitraria, di potare i rami più bassi dell’albero, senza sapere che il pioppo in questione era stato piantato decenni prima dal leader nord-coreano Kim Il-sung (nonno di Kim Jong-un), venerato al pari di un Dio dai suoi sudditi!

La testimonianza ci è nota anche grazie alle interviste rilasciate per il documentario di National GeographicNord Corea: La dinastia Kim“.

Inutile dirvi che al momento della potatura si innescò una vera e propria guerriglia nella zona demilitarizzata, con due soldati americani che persero la vita al termine delle ostilità. A quel punto i vertici militari degli Stati Uniti valutarono ogni tipo di risposta possibile a questo affronto: dalla rappresaglia agli attacchi più duri al Paese; e si decise infine di sbeffeggiare il Nord tagliando l’intero albero e lasciandoglielo lì, bene in vista.

 

L’operazione “Paul Bunyan”

L’operazione prese il nome in codice “Paul Bunyan”, ispirandosi al celebre taglialegna di un vecchio cartone animato americano. A circolare sopra il pioppo c’erano 26 elicotteri armati, un imprecisato numero di cacciabombardieri e di jet phantom (non rilevabili dai radar), oltre a 3 bombardieri strategici B-52; era questa la scorta dei 300 soldati americani e sud-coreani incaricati di portare a termine “in sicurezza” la potatura mentre una nave portaerei aspettava attraccata al largo della costa, lungo il confine.

 

Paul Bunyan

Il taglialegna Paul Bunyan del celebre cartone animato americano

 

La più grande operazione militare combinata dalla fine della Guerra di Corea diede così i suoi frutti e il pioppo “sacro” fu tagliato con delle motoseghe, lasciandone ben visibile soltanto un misero moncone. Ma, nonostante a quel punto si fosse nel bel mezzo di una vera e propria polveriera pronta ad esplodere, sorprendentemente la Corea del Nord decise di non replicare all’accaduto. Probabilmente spaventato dalla potenza militare nemica, Kim Il-sung decise di fare un passo indietro; su pressione anche di Cina e Russia (che non volevano una guerra con gli Stati Uniti), il leader addirittura si scusò “pubblicamente” per la prima e unica volta in vita sua per la morte dei due soldati; le scuse avvennero tuttavia di sfuggita, addossando comunque tutta la colpa all’irrispettoso comportamento degli americani.

E voi, conoscevate questo curioso retroscena sulla Corea del Nord?

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