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Rivoluzione nella scuola giapponese: un taglio netto alla tradizione?

di Enea Bacciocchi

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La tradizione giapponese è una delle più rigide e amate dal mondo occidentale. Solitamente, la cultura orientale e nipponica attrae noi europei per la pacatezza e la semplicità, ma in realtà nei meandri possiede una rigidità a cui non siamo abituati.

A differenza del sistema scolastico italiano, quello giapponese possiede ancora regole ferree. Ora però, entro la fine dell’anno scolastico, circa 200 istituti di Tokyo elimineranno alcune limitazioni riservate agli studenti. Sono regole diffuse nella maggior parte delle scuole giapponesi da moltissimi anni, che risultano essere discriminatorie e anacroniste.

Queste leggi imposte negli anni, riguardano principalmente l’abbigliamento e il taglio di capelli, disciplinate negli anni secondo la tradizione e all’abitudine di persone d’altri tempi.

giapponese

Scolari giapponesi (@Shutterstock)

La cultura giapponese a scuola: le limitazioni

Queste regole ci sono sempre state, anche se sono state applicate con sempre più frequenza solo tra gli anni Settanta e Ottanta. Chi critica queste limitazioni imposte negli anni, le definisce burakku kousoku (che si può tradurre con “regole ingiuste/irragionevoli”).

Una norma che sicuramente verrà abolita entro il termine dell’anno scolastico, riguarda il taglio di capelli. Attualmente, i ragazzi sono obbligati a non tingersi o rasarsi, dato che la norma scolastica impone capelli neri e lisci. Infatti, anche se raramente, chi possiede capelli naturali mossi o non neri, è obbligato a tingerli o fornire prove che quella sia la loro capigliatura naturale.

Un’altra ferrea regola prevede di indossare biancheria intima bianca o di colori che non si possano distinguere facilmente guardando le divise. Per verificare che uno studente stia rispettando le norme imposte, gli insegnanti controllano regolarmente il colore della biancheria mentre i ragazzi si cambiano per prepararsi alle ore di educazione fisica. La speranza è che certe norme molto rivedibili e discutibili, possano presto sparire del tutto.

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Di Enea Bacciocchi

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