Florentino Perez, imprenditore spagnolo di 75 anni, ha guidato il Real Madrid in qualità di presidente tra il 2000 e il 2006, per poi ritornarci stabilmente dal 2009 in poi. Sotto la sua presidenza i Blancos hanno vinto sei Champions League e altrettanti campionati, affermandosi come la squadra di maggior successo nella storia del calcio.
Il ruolo di Perez al Real Madrid
Il suo ruolo all’interno della società di Madrid è paragonabile a quella di un Capo di Stato: Perez ama il club con tutto sé stesso, partecipa in prima persona alla stagione calcistica e lavora a stretto contatto coi dirigenti per il calciomercato. La sua leadership indiscussa lo ha reso uno degli uomini più potenti del panorama calcistico europeo, tanto da potersi permettere di fare la voce grossa anche davanti alle istituzioni internazionali di questo sport.
Negli scorsi mesi lui e il suo Real Madrid sono stati protagonisti della vicenda legata a Kylian Mbappé, il talento francese promesso sposo del club spagnolo, che ha deciso di rinnovare col PSG dopo una trattativa estenuante e ricca di colpi di scena. Sfumato l’affare, il club di Florentino Perez ha chiuso per l’acquisto di Aurélien Tchouameni dal Monaco per circa 80 milioni di euro.
Dopo la vittoria della 14esima Champions League e dopo il primo colpo di mercato di quest’estate, Perez ha concesso una lunga intervista alla trasmissione spagnola El Chiringuito, nella quale si è parlato di Mbappé, ovviamente, ma anche di altri temi scottanti.
Mbappé vestirà Blancos in futuro?
Ovviamente si è partiti dal mancato arrivo del numero 7 del PSG: il francese si era promesso al Real Madrid, ma il club parigino è riuscito a convincerlo a rinnovare tramite un’opera di persuasione che ha richiesto anche l’intervento del Presidente francese Macron. Ecco l’opinione di Perez a riguardo:
“Il sogno di Mbappé era quello di giocare nel Real Madrid. Volevamo chiudere il passato agosto ma non l’hanno lasciato andar via. Lui ha continuato a dire che voleva giocare nel Real Madrid, poi 15 giorni prima della decisione ha cambiato idea. Da un lato c’è stata la pressione economica, dall’altro quella politica.
Quando abbiamo visto che si rifiutava di partecipare a un atto pubblicitario collettivo della Nazionale siamo rimasti sorpresi: il calcio è uno sport di squadra. ‘Questo non è il Mbappé che volevamo prendere, è cambiato’, abbiamo pensato. È giovane, la pressione condiziona chiunque, è chiaro che la chiamata del Presidente della Repubblica fa effetto, che lo condiziona, così come quella della sindaca di Parigi. Anche se non ha molto senso che lo chiami il Presidente della Francia visto che lì ci sono anche altri club. Da quando hanno iniziato a fargli pressione è diventato un’altra persona”.
A proposito del possibile acquisto del ragazzo in futuro ha affermato:
“Gli voglio un gran bene. Aveva fatto uno sforzo, la pressione l’ha costretto a cambiare. La madre voleva che venisse perché questo era il suo sogno da quando era bambino. Mi dicono che ci sia rimasta male.
Un precontratto non si può fare. Devi comunicare la cosa al club e la firma di un accordo avrebbe provocato una grande perturbazione. Bisognava aspettare che scadesse il suo contratto. Comunque il Mbappé che voleva venire qui non è questo, e se è così preferisco che resti al PSG. Io volevo quello del sogno. Tra tre anni? Vedremo. Questo Mbappé non è il mio, quello che si rifiuta di partecipare a un atto pubblicitario con la sua Nazionale io non lo voglio. Può essere stato un lapsus, però credo che l’abbiano confuso”.
Kylian Mbappé (@Shutterstock)
Le questioni con Tebas e la solidarietà verso il Barcellona
Perez si è anche scagliato contro Javier Tebas, presidente della Liga, e lo ha accusato di non appoggiare i club spagnoli:
“Il presidente della Liga non appoggia il Real Madrid contro il PSG. Io non mi sento appoggiato da Tebas, piuttosto mi sento danneggiato. Abbiamo una causa contro la Liga per un accordo commerciale [quello legato al Fondo Cvc, ndr] che per noi è illegale. È sicuramente illegale, perché infrange un decreto legge. Ci vedremo in tribunale e andremo fino alla fine”.
Sempre riguardo a questa situazione, ha espresso parole di solidarietà verso il Barcellona, nemico sportivo dei Blancos e in forte crisi economica:
“Il Barça è un club serio che come noi ha denunciato questa situazione di illegalità. Non penso che entri ora nell’accordo con la Liga. È uno dei grandi club del mondo, vale 4-5 miliardi. Ora vive un momento di difficoltà, ma ha i mezzi per uscire dalla crisi e sono sciuro che a breve vedremo di nuovo dei grandi Clasicos, una partita che vedono 600 milioni di persone. Con Laporta ho un ottimo rapporto, ci sentiamo spesso”.
Il presidente del Real Madrid si è poi soffermato a parlare di calciomercato con la consueta trasparenza, e sul perché non si fosse inserito nella corsa per Haaland, approfittando anche del momento per esaltare due giovani talenti della sua rosa: Vinicius e Rodrygo.
“Haaland non l’abbiamo preso perché abbiamo Benzema, che è il miglior 9 del mondo. Era inutile prenderlo per fargli fare panchina. Al momento il nostro mercato è fermo, perché non c’è posto per nessuno: se ne sono andati in 3, ne abbiamo presi 3. Vediamo chi se ne andrà e poi in caso ci muoveremo.
Il Pallone d’oro Vinicius lo vincerà, sicuro come il fatto che quest’anno lo vince Benzema. E vedrete quanto farà bene Rodrygo”.
E sulla Superlega…
Infine, un ultimo inciso, che ovviamente non poteva non riguardare la Superlega, di cui Perez è il principale fautore:
“La Superlega? Chiaro che è ancora viva. Ora sul tavolo c’è una questione importante che sarà discussa in un tribunale di Lussemburgo. Noi pensiamo di aver diritto, all’interno dell’Unione Europea, di organizzare competizioni sportive. Ci sembra che la UEFA si muova in regime di monopolio e una delle colonne dell’Europa dei 27 è la libera concorrenza. E no, non abbiamo mai avuto paura di essere espulsi dalla Champions”.
Real Madrid (@Shutterstock)
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