fbpx Questo mondo non mi renderà cattivo, la recensione: la difficoltà di rimanere sé stessi
Cinema & Serie TV

Questo mondo non mi renderà cattivo, la recensione: la difficoltà di rimanere sé stessi

di Alice Casati

Condividi con chi vuoi

Dopo il successo della serie animata Strappare lungo i bordi, uscita su Netflix nel 2021, il fumettista italiano Zerocalcare torna a scrivere e dirigere una serie per la piattaforma streaming. Questo mondo non mi renderà cattivo è il titolo del suo ultimo lavoro, i cui sei episodi sono disponibili dal 9 giugno. Restando sul genere della commedia drammatica, Zero torna anche a doppiare i suoi personaggi, ad eccezione dell’armadillo, a cui presta nuovamente la voce Valerio Mastrandrea.

È possibile restare fedeli ai propri principi?

Questo mondo non mi renderà cattivo vede Zerocalcare e i suoi amici raffrontarsi con il ritorno nel quartiere di un vecchio amico, rimasto lontano per molti anni, che fatica a riconoscere il mondo in cui è cresciuto e a riambientarsi. Consapevole delle sue difficoltà, Zero vorrebbe fare qualcosa per aiutarlo a ritrovare il suo posto nel mondo. Non impiega molto a rendersi conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi a casa, né a prendere la strada più giusta per lui.

Come riporta la sinossi ufficiale, “la serie racconta la difficoltà di rimanere sé stessi in mezzo alle contraddizioni della vita“. Già dal titolo è chiaro un proposito, quasi un bisogno di rimanere fedeli ai propri principi in un mondo che non fa che metterci alla prova. Non è mai semplice, di fronte alle situazioni più intricate, capire come sia giusto comportarsi, cosa sia più corretto, più integro sul piano morale. Spesso, però, è ancora più complicato sapere cosa si dovrebbe fare, ma sentirsi come se tutto ci spingesse nella direzione opposta. E in queste situazioni, come si fa? Rispondono le esperienze di tutti i personaggi della serie, che, in un modo o nell’altro, si trovano davanti questo dilemma, analizzato dall’occhio cinico e ironico di Zero.

L’evoluzione di “Questo mondo non mi renderà cattivo”

Con questa serie il fumettista romano torna a raffrontarsi con il mondo dell’animazione, già esplorato con il suo primo lavoro insieme a Netflix Strappare lungo i bordi. Rispetto a quest’ultimo, risalente al 2021, ritroviamo un prodotto più personale, di un autore che ha assimilato la nuova tecnica al punto da riuscire a trasporvi la propria firma in maniera più matura. Se la maggiore aderenza allo stile già compiuto e distinto dei suoi fumetti è impercettibile sul piano dell’animazione, che riprende anche quello della prima serie, si rende invece più evidente all’interno della trama.

Oltre alla classica narrazione di Zerocalcare, a cui Netflix torna a lasciare ampia libertà, Questo mondo non mi renderà cattivo introduce un particolare aspetto di alcune sue opere. La storia si lega infatti anche a tematiche di stampo politico, estremamente attuali e profonde. Ne consegue una costante riflessione sulla morale e l’etica delle scelte individuali, nonché sull’ambivalenza tra partecipazione e indifferenza verso gravi questioni sociali. Il protagonista accompagna il pubblico in una confusa altalena che oscilla tra giusto e sbagliato, tra rischio e insensibilità, rimettendone sempre in discussione le certezze. Il coinvolgimento che la serie offre è fondamentale per riflettere sulle situazioni trattate in maniera reale, osservandone concretamente la complessità. L’assenza di appigli sul piano morale è dunque dovuta all’impossibilità di analizzare la storia completamente dall’esterno, in terza persona, e quindi di giudicarne i protagonisti.

 

Questo mondo non mi renderà cattivo

 

L’inconfondibile stile narrativo di Zerocalcare

Come già accennato, lo stile della serie riprende quanto già visto in Strappare lungo i bordi e incarna perfettamente la mano di Zerocalcare. La storia è affrontata con un approccio ironico e rapido, come un flusso di coscienza del protagonista, ricco di digressioni sui temi più disparati. La voce narrante si mantiene autoreferenziale, lasciando però più spazio ai punti di vista dei personaggi secondari. Non mancano le citazioni alla cultura pop, ai suoi lavori e anche alla sua persona; un esempio è quello mostrato nel trailer, dove l’autore ironizza sul suo forte dialetto romano.

Lo spessore delle questioni affrontate dalla trama subisce un duplice effetto da tale approccio. Da un lato, la vena umoristica ne alleggerisce la portata, consentendole di arrivare in modo diretto senza gravare eccessivamente sullo spettatore. Dall’altra parte, le digressioni e i sinceri dilemmi di Zero, il continuo ribaltamento delle proprie certezze, ma anche la stessa tecnica di narrazione, conferiscono un’estrema concretezza alla trama. Le tematiche della serie sono reali, attuali, e filtrarle attraverso lo sguardo dell’autore non fa che accentuare questa materialità.

La maggiore introspezione dei co-protagonisti

Pur non trattandosi di una seconda stagione di Strappare lungo i bordi, come ritenuto da molti prima dell’uscita, la serie torna a vedere protagonisti Zero, Secco e Sarah, in compagnia di nuovi personaggi. Rispetto all’opera precedente, viene effettuata una maggiore introspezione degli amici di Zero, che compiono a loro volta un importante percorso di crescita personale. Assistiamo a una loro forte resa emotiva e una maturazione dei loro rapporti nel corso della trama, con nuove complicazioni e verità inaspettate. Il racconto dell’autore torna inoltre ad approfondire il loro ruolo all’interno della sua coscienza, le parti di sé che rappresentano. Nonostante questo, le loro scelte arricchiscono il dilemma tra cosa sia “giusto” e “sbagliato”, tra chi sia “buono” e chi “cattivo”. Le loro sfumature dimostrano ulteriormente l’intrinsichezza di tali concetti, alla base della storia, che trovano coronamento in un finale amaro ma non privo di speranza.

 

Questo mondo non mi renderà cattivo

 

Considerazioni finali

Questo mondo non mi renderà cattivo è un lavoro estremamente maturo, benché si tratti soltanto della seconda serie televisiva di Zerocalcare. Rispetto a Strappare lungo i bordi troviamo un prodotto più attinente allo stile fumettistico dell’autore, in particolare per quanto riguarda la trama. I temi affrontati sono principalmente di stampo politico e inducono a riflettere a più riprese su morale ed etica. Niente è mai dato per certo e lo stesso protagonista non si dà pace interrogandosi su tali dilemmi. Lo stile schietto e ironico dell’autore è inconfondibile anche in queste sei puntate, leggere e scorrevoli a dispetto della gravità di quanto trattato. Anche in questo caso assistiamo ad uno straripante flusso di coscienza ricco di citazioni e digressioni in cui è facile ritrovarsi.

I co-protagonisti trovano un maggiore spazio rispetto alla serie precedente. La loro introspezione e le loro scelte definiscono le loro sfumature, contribuendo alla riflessione morale della trama. Nel complesso, Questo mondo non mi renderà cattivo adempie perfettamente tutti i suoi propositi, senza bisogno di rifarsi a ulteriori pretese al di là del consolidato stile dell’autore.

Pro

  • Gli spunti di riflessione che la trama offre attraverso temi profondi, attuali e divisivi;
  • La narrazione di Zerocalcare, con il suo stile umoristico, inconfondibile e innovativo;
  • L’introspezione analitica e mai scontata dei personaggi;
  • L’animazione, visivamente ottima e sempre espressiva ed efficace per le tematiche e le situazioni trattate.

Contro

  • Alcune digressioni ricercano forse eccessivamente l’immedesimazione dello spettatore, perdendo in parte il necessario spessore.

 

 

Per rimanere sempre aggiornati con news e recensioni su film e serie tv, continuate a seguire Nasce, Cresce, Streamma!

Potrebbero interessarvi anche:

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi con chi vuoi