Una rivoluzione sta per cambiare il mondo del calciomercato e della gestione dei contratti del calciatori. Dal 1° di ottobre la categoria dei procuratori dovrà sottostare a un pacchetto di nuove regole varato dalla FIFA, pensato per limitare guadagni e poteri di chi assiste i giocatori nelle faccende burocratiche. I diretti interessati, però, non l’hanno presa bene…
Senza dubbio la stretta della FIFA sul mondo dei procuratori è particolarmente severa. Limitare i guadagni sulle commissioni e istituire un albo per la categoria ha portato malcontento in un ambiente poco abituato a questo genere di interventi, e fiero della propria autonomia. Vi rimandiamo all’articolo dedicato per approfondirle.
Ovviamente, di fronte a tali imposizioni, i procuratori sono rimasti allibiti, esprimendo tutto il proprio sdegno verso la FIFA e gli organi che gestiscono il calcio. All’Hotel Hilton dell’aeroporto di Fiumicino, a margine del “FIFA Agent Regulations” organizzato dal The Football Forum, si sono presentati Rafaela Pimenta e Jonathan Barnett, grandi procuratori che gestiscono decine di giocatori di alto livello. Un’equipe li ha intervistati, per ricavare curiosità generali sul mondo del calciomercato e sulle figure professionali che vi lavorano. A un certo punto, la domanda piccante: “Qual è il rapporto fra voi procuratori e Gianni Infantino, FIFA e UEFA?“. Jonathan Barnett, a cui è stata rivolta, ha risposto in maniera secca:
“Non c’è nessun rapporto. Non abbiamo niente in comune, perché loro (FIFA) non sanno niente di quello che fanno i procuratori”.
Ha poi aggiunto che i procuratori sono aperti al confronto con gli organi del calcio ma, a detta sua, la FIFA non è mai stata interessata ad iniziare un dibattito. A stretto giro è intervenuta Rafaela Pimenta, con un’altra bordata:
“Lui (Barnett) si domanda se quelli che dicono ai procuratori cosa possono fare conoscono il lavoro o hanno mai visitato un’agenzia”.
Dello stesso tenore le dichiarazioni rilasciate dai due alla Gazzetta dello Sport. Jonathan Barnett non ha risparmiato ulteriori parole al fiele nei confronti della FIFA:
“Ogni volta che si parla di agenti si parla della necessità di una normativa. Per quanto ne so io, invece, ci sono persone della FIFA che sono andate in prigione o direttori di club che sono stati giudicati colpevoli di crimini. E allora non siamo noi che dobbiamo vergognarci. È giusto riunirci e fare una normativa, non vogliamo che la facciano dei criminali. Abbiamo mandato una lettera a tre membri della FIFA annunciando provvedimenti legali”.
Senz’altro è naturale da parte della categoria dei procuratori difendersi da una dura serie di limitazioni imposta dalla FIFA. Detto questo, senza voler demonizzare nessuno, probabilmente è giusto porre dei limiti e delle regole. Questo chiaramente aprendo al dialogo con la parte interessata, per ambire a costruire un progetto positivo per tutti. Di questo avviso non è Gianni Infantino, che sembra voler usare il pugno duro. Vedremo come andrà a finire…
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