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“O capitano! Mio capitano!”: una scena iconica per ricordare Robin Williams

di Riccardo Cavalli

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Sono passati nove anni dalla morte di Robin Williams, uno degli interpreti più eclettici e versatili della storia del cinema. Un volto che ha conquistato intere generazioni, e di cui sentiamo terribilmente la mancanza. In ricordo dell’attore, ecco una delle scene più iconiche e indimenticabili della sua carriera: “O capitano! Mio capitano!”, tratta dal film del 1989 “L’attimo fuggente“, diretto da Peter Weir e interpretato tra gli altri da un giovanissimo Ethan Hawke.

Robin Williams: l’arte di comunicare

In 40 anni di carriera, Robin Williams si è contraddistinto per il suo amore incondizionato nei confronti del cinema e, soprattutto, del pubblico. Un amore che traspare da tutti i suoi personaggi, così diversi eppure così vicini, accomunati dalla capacità di emozionare, divertire e stimolare riflessioni sul senso della vita pur mantenendo un approccio leggero e spensierato. Robin Williams è riuscito in un’impresa apparentemente impossibile: sconfiggere il tempo. La sua tragica morte, infatti, non lo ha cancellato dal ricordo del pubblico, ma anzi lo ha reso un simbolo, un punto di riferimento da cui trarre ispirazione per affrontare la quotidianità.

Attore comico nel vero senso della parola, la sua carriera si sviluppa in “tre atti”. La prima fase comincia alla fine degli anni ’70, quando interpreta l’alieno Mork nella serie televisiva “Mork & Mindy“; la seconda, invece, è inaugurata nel 1987 dal ruolo di Adrian Cronauer in “Good Morning, Vietnam” di Barry Levinson. A questo ruolo ne seguono altri di grande spessore, da “La leggenda del Re Pescatore” di Terry Gilliam, a “Hook – Capitan Uncino” di Steven Spielberg, passando per “L’attimo fuggente” di Peter Weir, che gli vale la candidatura all’Oscar per l’interpretazione del professor John Keating. La terza fase, che è anche la più triste e amara, inizia proprio dal suo apice: l’Oscar vinto nel 1998 come miglior attore non protagonista per “Will Hunting – Genio ribelle“.

“O capitano! Mio capitano!”: una scena leggendaria

Diretto da Peter Weir, “L’attimo fuggente” vede Robin Williams nei panni del professor John Keating, un insegnante simpatico, rivoluzionario e anticonformista che lavora in un liceo antiquato e conservatore. Fin dalle prime battute, il suo approccio tutt’altro che tradizionale al mondo dell’insegnamento è evidente. La parola d’ordine delle sue lezioni, infatti, è “cambiamento”. Mentre si diverte a citare Shakespeare, Marlon Brando e John Wayne, esorta i suoi studenti ad affrontare lo studio e la vita seguendo le proprie idee, a ribellarsi alla pigrizia mentale, guardandosi intorno, rischiando, cercando nuove strade: tratti che, non a caso, avvicinano John Keating a Robin Williams.

Il “metodo Keating” sembra funzionare, tanto da spingere uno degli studenti, Neil (Robert Sean Leonard), ad entrare in una compagnia teatrale. Tuttavia il padre, che non comprende la sua passione, gli comunica l’intenzione di iscriverlo ad un’accademia militare. Entrato in contrasto con la sua famiglia, il giovane si suicida nella notte a casa dei genitori. Keating perde così la sua cattedra, ma non l’affetto degli studenti.

Durante una lezione, l’ex professore entra nella classe, dominata dal silenzio, per raccogliere i suoi oggetti personali; Todd Anderson (Ethan Hawke) si alza in piedi e tenta, invano, di convincere il preside a rivedere la sua scelta. Non ascoltato, Todd decide quindi di salire sul proprio banco ed esorta i suoi compagni a fare lo stesso, pronunciando l’iconica frase “O capitano! Mio capitano!“. I ragazzi sono ormai spinti dall’entusiasmo, e i tentativi del preside di riportare l’ordine falliscono miseramente. Mentre si appresta a lasciare l’aula, Keating, confortato dal gesto dei suoi alunni, risponde: “Grazie figlioli. Grazie”. La frase “O capitano! Mio capitano!” rimanda ad uno dei versi più celebri del poeta e scrittore Walt Whitman, e rievoca il senso di libertà ed entusiasmo che Keating ha cercato di trasmettere ai suoi studenti.

 

 

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