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Netflix: analizziamo la crisi della piattaforma

di Alice Casati

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Il crollo di Netflix, uno dei colossi dello streaming più grandi al mondo, è ormai sulla bocca di tutti. Dopo anni di crescita, è ora in atto un declino improvviso e consistente. La piattaforma ha annunciato un’importante riduzione degli abbonati nel corso del primo trimestre del 2022, con la previsione di ulteriori perdite nel secondo. Ma quali sono le ragioni di questo calo? Andiamo ad analizzarle in maniera più approfondita.

Trasferimenti ed esclusioni

Una delle cause citate dalla piattaforma stessa è certamente l’aumento della concorrenza. Amazon Prime Video è attualmente il principale rivale: come Netflix, dispone di film, serie tv e anche titoli originali, con un abbonamento di maggiore convenienza. Nell’ultimo periodo si sta facendo sempre più strada anche Disney+, che contiene nel suo catalogo tutta la filmografia Disney, comprese pellicole Pixar e Marvel, alcuni titoli di Star Wars e National Geographic.

Agli utenti trasferitisi sulle suddette piattaforme si aggiunge un’ulteriore, importante fetta di pubblico esclusa dal servizio streaming. Si tratta dei clienti residenti in Russia, dove, a causa della guerra, Netflix ha sospeso il suo servizio; la perdita è stata di circa 700.000 abbonamenti. Il generale aumento dei prezzi dovuto al conflitto russo-ucraino, inoltre, è stato fonte di altri 600.000 abbonati persi negli Stati Uniti e in Canada.

 

Le cattive abitudini degli utenti Netflix

Già in partenza i prezzi di Netflix erano stati una causa indiretta del suo declino. Questo perché, al fine di spendere di meno, gli utenti tendevano a condividere la propria password con altre persone che, quindi, non pagavano un abbonamento singolo. Le perdite della piattaforma dovute a questo utilizzo del servizio sono state più di quante si possa immaginare. Si parla, infatti, di circa 100 milioni di abbonati che condividono la propria utenza con altre persone. A livello casalingo è anche avanzata la problematica della connessione Wi-Fi scadente, che spesso, impedisce lo stream di film e serie tv.

Netflix (@Shutterstock)

Un catalogo povero e poco vario

Sono da considerare, tra l’altro, anche delle ragioni contenutistiche per quanto riguarda la piattaforma stessa. Il catalogo, infatti, è sempre più ridotto, e la scelta risulta gradualmente meno ampia. A ciò si accompagna la tendenza di Netflix a comprendere progressivamente solo suoi titoli originali, senza lasciare spazio a produzioni esterne.

Non è da sottovalutare la voglia di un utente di godere di uno specifico titolo, magari sentito nominare a livello esterno, che però non può trovare nel catalogo. La conseguenza è la ricerca dello stesso titolo su altre piattaforme streaming, che alimenta dunque il problema della concorrenza.

 

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