di Lorenzo Peratoner
Quello che è accaduto all’ospedale pediatrico di Bristol rappresenta un potenziale punto di svolta per il trattamento di determinate malattie. Qui infatti, un bambino di due anni che sin dalla nascita soffriva di cardiopatia congenita, è guarito grazie all’iniezione di cellule staminali. Vediamo i dettagli della vicenda, riportati da Repubblica…
Le complicazioni dovute all’operazione
L’intuizione di sfruttare le cellule staminali è arrivata da parte di un cardiochirurgo italiano ed è stata determinante per salvare la vita del bambino; quest’ultimo infatti, è nato nel 2020 con una cardiopatia congenita che consisteva in un’anomalia dello sviluppo del cuore a livello embrionale. Il piccolo presentava le due principali arterie, l’aorta e l’arteria polmonare, invertite. Normalmente, la seconda ha origine dal ventricolo destro, mentre la prima dal sinistro; in questo caso però, era l’esatto opposto.
Per trattare un problema di questo tipo, di norma è sufficiente ricorrere a un’operazione chirurgica, ma stavolta la ripresa dell’attività cardiaca post-operazione è stata molto più complessa del previsto. Infatti, il bambino era costretto a vivere mediante una continua assunzione di farmaci e sotto ventilazione meccanica.
La cura a base di cellule staminali
In uno scenario rischioso come questo, il medico curante ha tentato una strada mai intrapresa prima nella storia, le cui conseguenze erano del tutto imprevedibili: delle iniezioni di cellule staminali. La madre del piccolo paziente ha raccontato:
“Non potevamo prevedere quale sarebbe stato il risultato, ma non avevamo nulla da perdere: dovevamo cercare di dare a nostro figlio ogni possibilità di vivere”.
E così è stato. Il cardiochirurgo ha prelevato delle cellule staminali da una banca del Royal Free Hospital di Londra, iniettandole nella parte sinistra del cuore del bambino, che presentava gli scompensi maggiori. Mediante questa procedura, si sperava di favorire innanzitutto la crescita dei vasi sanguigni danneggiati e di riparare le anomalie cardiache; il risultato sembra essere stato un successo, in quanto il paziente è stato dimesso dalla terapia intensiva e senza presentare un rigetto. Il sanitario ha affermato quanto segue al termine del ciclo di cura:
“Lo abbiamo svezzato da tutti i farmaci che assumeva e dalla ventilazione. È stato dimesso e ora cresce come qualsiasi bambino della sua età”.
Il successo di questa operazione potrebbe dare il via a nuove ricerche e test clinici per standardizzare l’uso di cellule staminali per problemi legati al cuore; già da molti anni sono state finanziate delle ricerche in questo ambito, dando tuttavia dei risultati assai fallimentari. In ogni caso, se la cura in questione non dovesse risultare solo un’eccezione, in futuro si potrebbe adottare lo stesso approccio, con il conseguente risparmio economico per il Sistema Sanitario e una maggior efficacia dell’operazione…
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