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NCS racconta il Re dell’horror: tutto su Stephen King

di Alice Casati

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Quando si parla di influenza letteraria nel mondo del cinema non si può non menzionare Stephen King, immenso scrittore statunitense e cosiddetto “Re dell’horror“. Oggi, 21 settembre, celebriamo il 75esimo compleanno dell’uomo che ha scritto la storia di un genere, a livello letterario e, grazie ai numerosissimi adattamenti, anche cinematografico.

Stephen King, le radici del genio dell’horror

Stephen King nasce nel 1947 a Portland, nel Maine; proprio in questo stato l’autore ha ambientato la maggior parte dei suoi romanzi. Figlio di un impiegato della Electrolux ed ex capitano della Marina Mercantile di origini irlandesi e scozzesi e di una casalinga, ha un fratello adottivo. In tenera età subisce due traumi che lo segnano profondamente: il padre abbandona la famiglia, che inizia una serie di traslochi in diverse città americane, conclusa poi con il ritorno nel Maine, e un suo amico muore davanti a lui, travolto da un treno. Di questo evento, però, King non avrà memoria. La madre, pur svolgendo lavori modesti, educa attentamente i figli, trasmettendogli inoltre l’amore per la letteratura. Non c’è dunque da stupirsi del fatto che i suoi tentativi di scrittura abbiano avuto inizio in giovanissima età.

Gli esordi nel giornalismo di Stephen King

L’avvio decisivo nel mondo letterario avviene in prima elementare, durante un periodo di nove mesi trascorso a casa a causa del morbillo e alcune sue complicazioni. Inizia così a leggere libri, copiare fumetti in forma di romanzo, arrivando ad inventare storie proprie. La passione per l’horror nasce in seguito alla visione di un film sugli extraterrestri e alla scoperta di alcuni romanzi del padre. Continua a scrivere anche negli anni in cui frequenta la Lisbon Fall High School, dove lavora in alcuni piccoli giornali, quasi sempre disapprovati dagli insegnanti.

Spesso inseriva nelle pubblicazioni alcune brevi trasposizioni letterarie di film che vedeva. In quegli anni inizia inoltre a lavorare per un giornale di Lisbon, il Lisbon Enterprise, per il quale scrive articoli sportivi. A 19 anni pubblica il suo primo racconto nella fanzine Comics Review, intitolato “I was a teenage grave robber“. Nello stesso anno si diploma.

 

Stephen King

La casa di Stephen King (@Shutterstock)

Partenza in testa nel mondo letterario

Mentre frequenta l’Università di letteratura inglese nel Maine, King scrive per il giornale universitario; inoltre, vende il racconto “The Glass Floor” alla rivista Startling Mystery Stories e scrive quattro romanzi, mai pubblicati. Svolge diversi lavori durante e dopo l’università, per i quali potrà iniziare ad insegnare lettere alle superiori soltanto un anno dopo l’apposita laurea.

Nel 1971 sposa la poetessa Tabitha Jane Spruce, con cui ha due figli tra il ’70 e il ’72. In questi anni, segnati peraltro da una crisi economica per la famiglia, King scrive dei racconti per alcune riviste, in seguito raccolti in “A volte ritornano“, e inizia a scrivere “L’uomo in fuga“, pubblicato nel 1982. Nel 1974 dà alla luce il primo romanzo, “Carrie“, che riscuote subito un enorme successo e gli permette di lasciare il lavoro. In brevissimo tempo raggiunge una fama internazionale, anche grazie ai successivi: “Le notti di Salem” e “Shining“.

Il periodo buio di Stephen King – Gli anni ’80

Nel 1977, con “Ossessione“, inizia a scrivere alcuni lavori con lo pseudonimo di Richard Bachman, con lo scopo di allontanarsi dal suo stile letterario. Alterna nome e pseudonimo negli anni successivi, con opere come “L’ombra dello scorpione“, “La lunga marcia“, “La zona morta“, “Uscita per l’inferno” e “Cujo“. Tra il 1981 e il 1985 lavora al suo capolavoro, “It“, pubblicato nel 1986. Contemporaneamente scrive altri capisaldi della sua carriera, come “Christine – La macchina infernale“, “Pet Sematary“, “Unico indizio la luna piena“, “Il talismano” e “Gli occhi del drago“.

Ma un periodo tanto roseo non è destinato a durare: la madre di King, infatti, muore di cancro, evento che ne causa la caduta nel tunnel dell’alcool e della droga. Pochi anni dopo, tuttavia, riuscirà a disintossicarsi, grazie anche all’aiuto della sua famiglia. In questi anni, nonostante i problemi di dipendenza, scrive “Le creature del buio” e “Misery“. Il romanzo “La metà oscura“, realizzato al termine del percorso di disintossicazione, conclude gli anni ’80.

Una tecnica sperimentale per opere sempre nuove

Il nuovo decennio si apre con la raccolta “Quattro dopo mezzanotte“; due dei racconti ricevono un adattamento cinematografico insieme al precedente romanzo “Misery“. L’anno seguente pubblica “Cose preziose“, seguito dagli innovativi thriller psicologici “Dolores Claiborne” e “Il gioco di Gerald“. Proseguendo sul filone delle raccolte con “Incubi&Deliri“, Stephen King continua anche a sperimentare con il romanzo “Insomnia“, fantasy sul filone dell’horror. Seguono “Rose Madder” e il celebre “Il miglio verde“, il quale torna a discostarsi dal genere horror in favore di una trama drammatica a tinte fantasy. Nel 1996 torna a firmare Richard Bachman l’opera “I vendicatori“, che resta tuttavia un caso isolato. Negli anni successivi, infatti, portano il suo nome “Desperation“, “Mucchio d’ossa“, “La tempesta del secolo“, “La bambina che amava Tom Gordon” e la raccolta “Cuori in Atlantide“.

 

Stephen King

Libri di Stephen King (@Shutterstock)

L’incidente che compromette la carriera

Nel 1999 Stephen King viene investito mentre passeggia presso Center Lovell. Ne esce con alcuni traumi fisici, che gli costano tre settimane di ricovero e sette operazioni chirurgiche. Ciò si ripercuote profondamente sul suo lavoro, che non riesce più a svolgere con costanza e dedizione. Questo lo porta ad una prima decisione di abbandonare la scrittura, decisione che, però, dura fino agli inizi del 2000. Il nuovo millennio porta King a ricominciare a scrivere, pubblicando “On Writing: Autobiografia di un mestiere“, a cui lavorava da tempo. Nel 2001 escono “L’acchiappasogni” e “La casa del buio“, seguiti da “Buick 8” e la raccolta “Tutto è fatidico“. Nel 2005 stringe un accordo con Marvel Comics per una trasposizione a fumetti della sua serie letteraria “La torre nera“.

Il consolidamento del mito di Stephen King

Dalla metà degli anni 2000 ad oggi Stephen King ha pubblicato ventidue romanzi e cinque raccolte. Soltanto il romanzo del 2007 “Blaze” porta il nome di Richard Bachman. I primi lavori sono romanzi iniziati tempo prima, come “Duma Key” e “The Dome“. In seguito fa uscire “22/11/’63“, annoverato tra le sue opere più importanti. Tra i successivi sono degni di nota “Doctor Sleep“, sequel di “Shining“, “Mr. Mercedes“, “Revival“, “Outsider“, “L’Istituto” e il più recente, “Fairy Tale“. Tra le raccolte, invece, spiccano “Il bazar dei brutti sogni” e “Se scorre il sangue“. Il suo lavoro è vastissimo e spesso sperimentale, ma non ha perso l’impronta che King gli ha sempre dato. Sebbene tuttora continui a scrivere, sarà arduo per lui eguagliare l’immensità di capolavori come “It“, “Misery“, “Il miglio verde” e “Shining“. Ma altrettanto arduo sarà, per gli autori che verranno, eguagliare l’immensità del re dell’horror.

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