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NCS Consiglia: la saga di Mission Impossible

Ben ritrovati su NCS consiglia. Oggi vi parleremo di una delle saghe spy action più famose della storia del cinema: “Mission Impossible”.

Arrivato con il primo film nel 1996, con il passare degli anni, il franchise ha cambiato volto numerose volte, complici i vari registi che hanno diretto le varie pellicole. Ma chi è sempre rimasto sin dal principio è il suo attore protagonista Tom Cruise. Unitevi a noi in questa “missione impossibile” per capire perché la saga di “Mission Impossible” è una delle migliori del cinema action.

Le origini del progetto

In molti non sanno che la pellicola del 1996 diretta da Brian De Palma è un remake di una serie omonima realizzata negli anni ’60. Intitolata in Italia “Missione impossibile”, la serie iniziata nel 1966 e conclusa con la settima stagione nel 1973, è creata da Bruce Geller. I diritti dello show erano posseduti da Paramount, che per anni ha tentato di adattare la serie sul grande schermo senza riuscirci. Tom Cruise, da giovane grande fan della serie, convinse la major ad investire 80 milioni di dollari e realizzare l’adattamento cinematografico della serie del 1966 di Geller.

 

 

L’iconico tema che è possibile ascoltare nei film, è stato realizzato da Lalo Schifrin 30 anni prima del film diretto da De Palma. Inoltre per dare un tocco di realismo alla pellicola, la produzione ebbe come consulente l’ex agente della CIA Chase Brandon. La serie di Bruce Geller ebbe alti e bassi nel corso delle sue 7 stagioni, ma il suo adattamento cinematografico partì subito forte, entrando di diritto nell’immaginario collettivo di tutto il mondo.

Mission Impossible: uno spy action con grandi nomi

Diretto da Brian De Palma e scritto da David Koepp e Robert Towne, “Mission Impossible” si basa sull’omonima serie degli anni ’60. Nel cast oltre a Cruise, troviamo attori come Jon Voight, Jean Reno e Ving Rhames che diventerà successivamente una presenza fissa nella saga. La trama vede l’agente Ethan Hunt (Tom Cruise) svolgere delle missioni per la IMF (Impossible Mission Force). Questa sottosezione della CIA si occupa delle missioni ritenute più delicate e pericolose. Una fuga di dati provocata da un hard risk rubato, porterà il nostro protagonista ad affrontare una missione “impossibile” in giro per il mondo. Ed è proprio da qui che ha inizio la saga di “Mission Impossible”.

 

 

Conquistando subito il botteghino, demolendo record posseduti da film come “Terminator 2 – Il giorno del giudizio”, il primo capitolo della saga conquistò subito il pubblico di tutto il mondo. Inoltre, la pellicola ha vinto persino un raro Razzie Award assegnato per le sceneggiature peggiori che abbiano incassato più di 100 milioni di dollari al box office. Nonostante questo premio, il film è diventato subito iconico grazie al tema originale della serie da cui è tratto e alle sue sequenze spettacolari. Questo successo portò a realizzare un sequel arrivato nel 2000, ma con un altro regista al comando.

M.I 2: la svolta super action del franchise

Quattro anni dopo il primo film, arriva nelle sale “Mission Impossible 2”. Alla sceneggiatura troviamo di nuovo Robert Towne e alla regia questa volta un maestro del genere action: John Woo. Il cineasta di Hong Kong, dopo il successo ottenuto con “Face/Off”, ritorna a lavorare negli Stati Uniti con il sequel più folle delle pellicole con protagonista Tom Cruise. Oltre all’attore, nel cast ritroviamo Ving Rhames e insieme a loro nomi come Thandie Newton e Anthony Hopkins. Questa volta Ethan Hunt e la IMF dovranno affrontare un virus che può portare alla morte milioni di persone e profitto all’azienda che lo ha sviluppato.

 

 

Tra inseguimenti in moto e la title track dei Limp Bizkit dove il tema originale del film viene utilizzato in chiave rock, “Mission Impossible 2” è il capitolo, senza usare tanti giri di parole, più tamarro dell’intera saga. Puntando molto sull’azione, come sempre ben girata da un regista come Woo, e figlio dei suoi anni, viene a mancare in parte la componente spionistica che ha portato al successo il primo film. Ma nonostante questo, anche il secondo capitolo fu un successo commerciale e inoltre è il primo capitolo dove Tom Cruise lavorò senza l’ausilio di uno stuntman.

Mission Impossible 3: quando un franchise diventa moribondo

Rinviata più volte la produzione per cambi alla regia, il terzo capitolo di “Mission Impossible” arrivò nelle sale solo nel 2006. Inizialmente proposto a David Fincher, il regista presentò una storia Rated R (vietato ai minori di 17 anni) con un tono decisamente più maturo e meno esplosivo rispetto ai film precedenti. A causa di divergenze sulla sceneggiatura, Fincher lasciò e il progetto passò a Joe Carnahan. Come per il regista di “Seven”, anche Carnahan lasciò per divergenze creative e questo portò Cruise a scegliere J.J Abrams come regista. Per via della produzione delle sue serie “Alias” e “Lost”, i lavori del terzo capitolo iniziarono solo nel 2005.

 

 

“Mission Impossible 3” vede un Ethan Hunt, ormai ritirato dalle missioni sul campo, che si ritrova coinvolto in una missione di recupero che finirà male. Questo porterà Hunt a scoprire della presenza di una talpa all’interno della IMF, rimanendo così coinvolto in una nuova avventura. Accolto timidamente da pubblico e critica, il terzo capitolo della saga oltre ad avere nel cast attori come Philip Seymour Hoffman, Michelle Monaghan, Lawrence Fishburne e Simon Pegg, è arrivato nelle sale fuori tempo massimo. Al contrario di personaggi di Jason Bourne e James Bond, soprattutto quest’ultimo con la sua evoluzione, “Mission Impossible 3” offre allo spettatore una pellicola decisamente debole rispetto ai capitoli precedenti e alla concorrenza.

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Gabriele Di Nuovo

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