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NATO: cosa sono e perché sono così importanti gli articoli 4 e 5 del trattato Nord Atlantico?

di lorenzo.viberti

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L’Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord, nota con la sigla NATO, è un’alleanza militare nata nel 1949, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, per fronteggiare la minaccia comunista rappresentata dal blocco sovietico, costituita originariamente da Paesi dell’Europa Occidentale e Nord-americani. Il blocco sovietico rispose, qualche anno dopo, con il Patto di Varsavia, una sorta di NATO orientale costituita dall’URSS e dagli Stati satellite. Queste due sfere di influenza si scontrarono ideologicamente e politicamente (e con la minaccia di una guerra atomica) fino alla caduta del muro di Berlino, lungo una linea geografica nota come Cortina di Ferro.

La NATO dopo la caduta del Muro e la legittimità dell’espansionismo a est

In seguito al progressivo sgretolarsi dell’URSS e alla caduta del muro di Berlino, la NATO ha inizialmente inglobato la Germania Est; così facendo, la Germania è stata unificata sotto l’influenza del Patto Atlantico. Ciò però era possibile solamente con una serie di condizioni militari su quel territorio, imposte dal blocco sovietico e con la promessa, verbale e pronunciata da un rappresentante di Stato USA che gli Atlantisti non si sarebbero espansi “neanche di un solo pollice ad est”.

Contestualmente, con il Patto di Varsavia ancora in essere, sarebbe stato impossibile espandersi a Est. Con il proscioglimento del Patto, però, i Paesi che erano sotto l’influenza URSS dell’Europa Orientale, videro nella NATO una possibilità per allontanarsi dalla Russia. Negli anni successivi diversi Stati, progressivamente sempre più vicini ai confini russi, hanno richiesto l’ingresso nell’alleanza, basandosi sul principio di autodeterminazione, scegliendo cioè le proprie alleanze.

 

NATO (@Shutterstock)

 

Il recente passato: cosa comporta essere membro e cosa enunciano gli articoli 4 e 5 del trattato

Negli ultimi anni, l’espansione NATO è andata avanti, fino a includere 30 Stati, con alcuni ancora in attesa di ammissione; la partecipazione all’alleanza consiste in una partecipazione militare per garantire sicurezza e stabilità. A questo proposito, è ormai noto che circa due settimane fa alcuni missili sono atterrati per errore sul territorio della Polonia, membro del Trattato Atlantico. La questione si è conclusa fortunatamente con un nulla di fatto, in quanto l’ordigno in questione si è rivelato poi essere ucraino e non russo. Ma a parti invertite cosa sarebbe potuto succedere?

Questo scenario potrebbe portare a un’escalation se la Polonia invocasse l’articolo 4, sentendosi in pericolo per la sua sicurezza e la sua integrità territoriale, specialmente se l’inconveniente dovesse ripetersi con coinvolta la Russia. L’eventualità porterebbe a una consultazione tra gli Stati membri della NATO che, in caso di esito interventista, attiverebbe l’articolo 5. L’articolo 5 è riassumibile con “tutti per uno, uno per tutti”, ovvero in caso di attacco a un Paese membro, tutti gli alleati dovrebbero intervenire militarmente secondo possibilità e con strategia decisa dal consiglio di sicurezza.

Appare chiaro come attualmente sia improbabile l’entrata dell’Ucraina nella NATO perché porterebbe a un conflitto di portata internazionale. Solo il tempo ci dirà come e quando questo conflitto si concluderà. La speranza è che nessun incidente porti a un escalation ben più grave a livello globale.

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