Terra vista dalla Luna (@Shutterstock)
Secondo la NASA entro meno di dieci anni astronauti e scienziati vivranno e lavoreranno sulla Luna. È il lungimirante disegno di Howard Hu, responsabile della navicella Orion, secondo il quale questo sarà soltanto il primo passo verso l’esplorazione dello spazio più profondo.
Entro il 2030 l’essere umano vivrà e lavorerà sulla Luna. Secondo quanto dichiarato da Howard Hu, capo della navicella spaziale Orion del programma Artemis 1, alla BBC: “Questo è il primo passo verso l’esplorazione a lungo termine dello spazio profondo”. Per il dottor Hu, quindi, entro i prossimi otto anni, sul nostro satellite naturale, potremmo avere un habitat idoneo alla vita e che ci permetterà di svolgere le nostre attività scientifiche.
“Certamente, in questo decennio, avremo persone che vivranno lì per lunghi periodi di tempo, a seconda di quanto decideremo di rimanere sulla superficie. Invieremo persone, ci vivranno e faranno scienza”. Questo è il disegno a breve termine che ha in mente Howard Hu, a distanza i 50 anni dalla missione Apollo 17 e dall’ultimo uomo sulla Luna.
La Luna, però, non rappresenta il fine ultimo, ma soltanto un mezzo per arrivare ad uno scopo ben più ambizioso. Il nostro satellite, infatti, rappresenterebbe “soltanto” un trampolino di lancio per le future missioni nello spazio più inoltrato. Sganciarsi dalla superficie lunare, grazie alla sua più lieve attrazione gravitazionale, costa molto meno che farlo dalla Terra.
Non dobbiamo stupirci, quindi, se in futuro partissero missioni spaziali direttamente dalla Luna; questo è uno dei motivi per la quale sarà ben presto colonizzata e adattata alla vita, e al lavoro, dell’essere umano. Il piano della missione Artemis, infatti, è quello di far vivere e lavorare le persone sul satellite entro il decennio; non prima di aver dimostrato la sicurezza della navetta Orion, che ha appena compiuto un fly-by a meno di 130 chilometri dalla superficie lunare.
Dopo i vari ritardi dovuti a problemi tecnici e al tempo non molto favorevole, lo scorso 16 novembre ha finalmente avuto inizio la missione Artemis 1. Un gigantesco razzo di circa 100 metri che trasporta Orion, la sonda progettata per portare l’essere umano sulla Luna, ma che ora sta trasportando dei semplici manichini, utili per registrare gli impatti del volo e le radiazioni cosmiche sul corpo umano.
Se avrà successo, questa spalancherà le porte alle successive missioni Artemis 2 e 3, che manderanno degli esseri umani in carne ed ossa prima intorno e poi sulla Luna. Il programma Artemis, non a caso, prende il nome dalla sorella gemella di Apollo e prevede anche la costruzione del Lunar Gateway, la stazione spaziale che permetterà agli astronauti e agli scienziati di vivere e lavorare sul satellite. “Andare avanti sarà mirare a Marte. E le missioni Artemis saranno davvero importanti per imparare oltre la nostra orbita terrestre” ha concluso Howard Hu. In futuro chissà, potremmo visitare finalmente la Luna che finora ci siamo limitati solamente ad ammirare e fotografare nelle notti d’estate.
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