Non è la prima volta che accade qualcosa del genere ma le condizioni in cui si è verificata questa vicenda ha dell’incredibile. Enrico Morabito, supplente di scuola media di Napoli, è stato aggredito giovedì scorso dopo scuola sotto casa sua. Gli organizzatori dell’attacco al supplente sono stati proprio i genitori della classe dove insegnava.
Una giornata come tante per Enrico, supplente della scuola media nei pressi di Casavatore, Napoli, dove lavorava come supplente temporaneo. Avrebbe finito proprio oggi il suo impegno con la classe, ma quanto accaduto ha reso quella che doveva essere un’esperienza piacevole un vero e proprio incubo. A detta dell’insegnante, infatti, era felice di lavorare nella scuola media vicino dove abitava.
A raccontare la vicenda è lui stesso. Lo fa attraverso un post su facebook ripreso più volte dopo la giornata di ieri. Quanto accaduto è stato inaspettato e deludente per il professore napoletano. La mattina precedente all’aggressione aveva ripreso la classe dove insegnava come supplente per il troppo chiasso, che procurava evidente disturbo alla lezione. Insomma, solo una delle tante volte in cui richiamava gli allievi all’attenzione.
Mai si sarebbe aspettato che quel suo richiamo, normale e quasi un diritto per un insegnante che deve far lezione, si sarebbe trasformato in motivo di sommossa da parte dei genitori dei suoi allievi. Come lui stesso racconta, i genitori si sono prima finti suoi amici convincendolo a uscire di casa. Successivamente, gli aggressori si sono informati sulla corretta identità dell’uomo per poi aggredirlo sia verbalmente che fisicamente. Solo quando gli aggressori sono andati via il povero supplente, vittima di aggressione, ha potuto chiamare le forze dell’ordine e sporgere denuncia.
“Sul portone del palazzo ancora si vedono macchie del mio sangue. Ho chiamato i carabinieri e fatto denuncia. Da loro è stata chiamata un’ambulanza che mi ha portato in ospedale. Per fortuna nulla di estremamente grave. Qualche cura da fare e 7 giorni di riposo. Tanta paura per me e soprattutto per mia mamma. E per fortuna che non erano armati: avrebbero potuto fare di peggio.”
Continua poi il docente con un giudizio tanto diretto quanto discutibile: “Ho sempre pensato che la rovina dei figli sono proprio i genitori…ed è così.”
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di Gianmichele Trotta
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