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Milano, Australiano vuole stabilirsi a Palazzo Reale: “Sono l’erede dei Savoia e questa è casa mia”

di Gianmichele Trotta

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Ha dell’incredibile la vicenda di un ragazzo 37enne di origini Australiane che, nella giornata di ieri, si è presentato a Palazzo Reale di Milano. Il ragazzo era convinto di essere l’erede dei Savoia e per questo reclamava il palazzo: “questa è casa mia”.

La vicenda 

È successo ieri pomeriggio intorno alle 13. Un ragazzo di 37 anni proveniente dall’Australia, ancora con i bagagli in mano si presenta di fronte il Palazzo Reale, ex dimora dei reali di Savoia. Il giovane era convinto di essere l’erede del casato della famiglia reale e, pertanto, legittimo proprietario del palazzo.

La faccenda ha del surreale, sembrando quasi la scena di una commedia all’italiana ma è esattamente così che è andata. Come prima cosa, il ragazzo si è recato al Palazzo Reale dove è attualmente in mostra un’esposizione delle opere di Sorolla. Negli anni, infatti, lo stesso Palazzo è passato dalle mani dei Savoia a quelle del Comune di Milano, che lo ha adoperato come museo.

Milano

Palazzo Reale (@ShutterStock)

Il presunto erede quindi, dopo aver ispezionato quella che credeva diventasse la sua nuova abitazione, ha chiesto indicazioni per Palazzo Marino, la sede del comune. Dopo un’ora si è ripresentato, appostandosi nei pressi della postazione per il controllo del green pass e appoggiando lì le valige. Con tanto di documenti alla mano il ragazzo pretendeva che il palazzo venisse sgombrato in quanto di sua proprietà, sostenendo di essere l’erede dei Savoia.

Cosa c’è di vero

Stando alle ricostruzioni de La Repubblica, vista l’insistenza del ragazzo che intanto intralciava il passaggio di turisti e personale addetto, sono stati chiamati due funzionari. Questi ultimi, dopo aver analizzato i documenti che il presunto erede mostrava con fierezza, hanno chiesto al ragazzo di uscire e liberare il passaggio.

I documenti in questione, a quanto sostiene il ragazzo, erano stati da lui inviati giorni prima anche alle autorità italiane. Non ricevendo risposta, l’australiano si è presentato di persona e non accennava ad andarsene. Per questo motivo i funzionari hanno chiamato una decina di guardie che lo hanno scortato fuori, ponendo fine a quella sembrava essere una commedia con troppi buchi di trama.

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di Gianmichele Trotta

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