Radja Nainggolan, ex centrocampista di Roma e Inter, è uno dei personaggi più “estremi” ad aver calcato i campi di Serie A negli ultimi 10 anni. Se è vero che fuori dal campo non si negava niente, quando entrava nel terreno di gioco la musica era ben diversa. Per anni è stato uno dei migliori centrocampisti del campionato, e quando era nella Capitale, era oggetto del desiderio di molti top club europei. Qualità, quantità, tanta grinta e tiri che sembravano missili.
Ad oggi il belga è tornato in patria e gioca nell’Anversa. In un’intervista a “La Repubblica” ha parlato del suo passato in Italia, e ha rilasciato alcune dichiarazioni interessanti. Andiamo a vederne qualcuna insieme.
Che Nainggolan non si sia mai negato qualche vizio è cosa nota; il giocatore è tornato a parlare dell’argomento, esprimendo la sua opinione.
“Se uno fa tardi, beve, fuma una sigaretta, ai miei occhi non fa cose sbagliate. Poi il Nainggolan in campo rendeva facile accettare tutto: non mi sono mai preoccupato di cosa diceva la gente, tanti invece si nascondono. Di me si sa tutto perché esco, mi vedi nei locali. C’è chi beve più di me, ma lo fa a casa e non lo sa nessuno.”
Impossibile dire a chi si riferisca, ma rimane comunque una dichiarazione molto forte e che lascia diversi interrogativi, quella dell’ex Inter.
Il belga si è poi soffermato a parlare della Roma e dei cambiamenti che ci sono stati in questi ultimi anni nel club giallorosso.
Zaniolo è un grandissimo giocatore ma quando la squadra non gioca bene contro le grandi, e negli ultimi anni di queste partite ne ha vinte poche, anche lui non fa la differenza. Noi di giocatori di personalità ne avevamo un’infinità: Dzeko, Totti, De Rossi, Strootman, Salah, Alisson. Ho giocato con gente come Lukaku, Hazard, De Bruyne. Ma il massimo è stato giocare con due icone come Totti e De Rossi. Il rimpianto è aver fatto il record di punti e non aver vinto nulla.
Mourinho penso sia una grande persona, i suoi giocatori mi dicevano che sa conquistarti solo con le parole. E dice le cose dirette.
E su Spalletti…
Con Luciano Spalletti ho fatto il miglior anno della mia carriera, a livello di squadra e individuale. Nella questione Spalletti-Totti sono neutrale. Totti non ha mai chiesto di giocare titolare, si sentiva preso in giro perché era il suo ultimo anno e giocava 5 minuti sul 2-0. Mi sentirei preso per il cu** anche io. Ma non hanno mai litigato, o chissà cosa. Totti mi diceva che con lui aveva un rapporto splendido, si sentivano. Poi è finita, sì, ma il tecnico deve fare le sue scelte.
Nel suo anno e mezzo all’Inter, Nainggolan non ha mai conquistato il cuore dei tifosi e non è riuscito a ripetersi ai livelli di Roma. Inoltre, sono stati pubblicati degli audio, associati al calciatore, in cui lo stesso diceva chiaramente di voler andar via e tornare nella Capitale; il belga ha confermato tutto.
Infine, ha parlato della sua seconda esperienza al Cagliari, il club che lo aveva lanciato e nel quale è ritornato dopo l’Inter, salvo poi ripartire verso il Belgio.
Appena arrivato dissi che ero felice ma che era più forte la delusione di essere andato via da Roma. E già non ero partito bene. Dopo il rigore sbagliato con la Lazio in Coppa Italia mi hanno iniziato a fischiare, è crollata la fiducia. Conte è un grandissimo allenatore ma con lui non ho avuto possibilità. Non abbiamo mai litigato: quando mi volevano mandar via, me lo hanno detto.
Negli audio ero io, non mi sentivo a mio agio. L’avevo mandato a un amico di Roma ma in un attimo lo avevano tutti. Non sono stato molto intelligente.
Riguardo al Cagliari sento spesso Joao Pedro, Nandez, Pavoletti: mi dicono che dovevo essere lì. La società ha fatto altre scelte: se mi dici una cosa e non la rispetti, con me hai chiuso.
Insomma, quando Radja Nainggolan fa qualcosa, non usa mai mezze misure, e neanche per le interviste.
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