Sport

Mondiali FIFA: storia di una competizione nata da un sogno

1930: come molti forse sapranno, è questo l’anno in cui prende avvio quella competizione che, da quel momento in poi, si sarebbe disputata ogni quattro anni, e sarebbe così diventata la massima manifestazione dello sport che tutti noi oggi amiamo. Naturalmente si tratta dei Mondiali FIFA, e non manca molto all’edizione di quest’anno, che si disputerà in Qatar; qui, per la prima volta, prenderà il via a estate più che conclusa, ovvero il prossimo 20 novembre.

Ma come è nata l’idea di questa competizione? E chi è stato il suo “papà”? Per scoprirlo dobbiamo tornare per qualche minuto sui banchi di scuola, per iniziare un vero e proprio viaggio nella storia del calcio, attraverso alcuni aneddoti trattati nel testo “Football: 111 momenti magici del calcio” [Bertolazzi, Fonsato, Tacchini]…

Monsieur Jules: ecco chi era l’ideatore dei Mondiali

Tutto ha inizio nel 1873, quando in un piccolo paese della Francia nordorientale di nome Theuley, che oggi conta poco più di cento abitanti, nacque un bambino destinato a ricoprire un ruolo molto importante nel mondo dello sport. Il suo nome è Jules Rimet; egli trascorse l’infanzia nella casa del nonno materno, in campagna, ma a soli undici anni si trasferì a Parigi, a lavorare presso la bottega del padre.

Ed è proprio qui, nell’allora Capitale industriale dell’Europa Continentale, che il piccolo Jules Rimet scoprì il calcio giocato dai ragazzini nelle strade di città, ed è sempre qui che cominciò a prendere piede quel sogno che avrebbe fatto di Monsieur Jules l’ideatore della FIFA World Cup

Jules Rimet su un francobollo ungherese (@Shutterstock)

Il primo passo verso una competizione mondiale

30 giugno 1911: a Roma venne organizzato un breve torneo dove si sarebbero affrontate quattro delle squadre più titolate d’Europa: il Servette FC per la Svizzera, l’MTK Budapest per l’Austria-Ungheria, il Red Star Paris per la Francia (fondato nel 1897 proprio da Jules Rimet), e per l’Italia la Pro Vercelli, di proprietà dell’avvocato Luigi Bozino.

Rimet e Bozino, legati da uno stretto rapporto di amicizia reciproca, non si lasciarono scappare l’occasione. Con la collaborazione di figure illustri quali Hugo Meisl (artefice, negli anni ’30, del leggendario Wunderteam austriaco) e il futuro c.t. della Nazionale italiana Vittorio Pozzo, iniziarono a gettare le basi di un progetto fondato sulla fratellanza dei popoli per mezzo dello sport: quello di un campionato mondiale di calcio per Nazioni.

Il processo però, risultava ancora lungo e non privo di ostacoli, anche se il sentiero era pressoché tracciato. Un ulteriore accordo sottoscritto nel 1912 a Stoccolma, in occasione di un incontro tra Austria e Italia terminato 5-1 per gli austriaci, contribuì poi a rimarcare che quel torneo mondiale si doveva fare.

La Grande Guerra e l’opposizione degli inglesi

Nemmeno la Prima Guerra Mondiale riuscì a frenare l’ambizioso sogno di Jules Rimet. Dal suo punto di vista, anzi, le sofferenze e i drammi provocati dalla Grande Guerra non erano altro che un’occasione per ristabilire un rapporto di fratellanza reciproca tra i popoli. Gli inglesi, però, non erano d’accordo: secondo loro, i Paesi sconfitti, la Germania in particolare, non avevano il diritto di prendere parte al torneo. Nonostante questa presa di posizione, Monsieur Jules non ha mai abbandonato il suo ideale e il suo obbiettivo ultimo.

Ma non solo questo: gli inglesi si dissero contrari anche all’idea che un campionato mondiale dovesse essere riservato ai professionisti. Non c’è però da stupirsi: stiamo parlando di una cultura calcistica che ha reso la propria competizione più importante, la FA Cup, un torneo che nei primi dieci anni di vita era riservato ai soli club amatoriali. Ebbene, dall’alto della loro posizione di inventori del football, gli inglesi abbandonarono polemicamente la FIFA, tornando poi a farne parte solo nel 1947.

Da Roma a Montevideo: nasce la Coppa del Mondo

Finalmente, nel 1928, ogni opposizione viene vinta: al congresso di Amsterdam venne stabilito che la prima edizione della FIFA World Cup si sarebbe dovuta giocare non in Europa, ma in Sud America, più precisamente in Uruguay; una Nazione che si apprestava a celebrare il centenario dell’indipendenza dal Regno Unito, e la cui rappresentativa calcistica veniva dalla vittoria di due medaglie d’oro olimpiche consecutive…

Diverse Nazioni europee, tuttavia, non partirono per il Continente Nuovo. Tra queste vi era anche l’Italia di Bozino, che era ormai troppo anziano per poter far sentire il proprio dissenso. La decisione era stata presa: l’Uruguay avrebbe pagato le spese di viaggio ai Paesi partecipanti; a Montevideo si sarebbe così realizzato quel sogno che Monsieur Jules aveva coltivato da quel lontano torneo di Roma. E non è un caso che, dal 1946 al 1970, quel trofeo che i vincitori avrebbero alzato al cielo si sarebbe chiamato proprio Coppa Jules Rimet

Mondiali 2022 (@Shutterstock)

 

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Michele Foti

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