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Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, la recensione: una minaccia fantasma

di Gabriele Di Nuovo

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Al cinema dal 12 luglio, “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” è un film diretto da Christoper McQuarrie. Il cast della pellicola è formato da Tom Cruise, Rebecca Ferguson, Simon Pegg, Ving Rhames, Hayley Atwell, Pom Klementieff, Vanessa Kirby, Esai Morales e Henry Czerny.

Dopo una lunghissima e travagliata produzione dovuta alla pandemia di COVID-19, “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” arriva nelle sale di tutto il mondo. Il settimo capitolo della celebre saga spy action basata sulla omonima serie televisiva, riporta in scena Ethan Hunt e la sua squadra della IMF in quella che è la loro missione più difficile di tutte. Tra fantasmi del passato e un progresso tecnologico pericoloso molto vicino alla realtà, Christopher McQuarrie porta in scena una vera e propria esperienza cinematografica. Ma la domanda che in molti si pongono è una: “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” è un sequel che eleva al quadrato ancora una volta il suo franchise? La risposta è assolutamente si…

Un fantasma del passato

Ethan Hunt (Tom Cruise) e la sua squadra sono impegnati in una missione di recupero. L’oggetto da recuperare è una chiave che potrebbe aprire le porte a quella che è la più grande arma mai realizzata dall’uomo. Questo porterà Ethan ad affrontare la più grande minaccia della sua vita, anche a causa dell’arrivo di un fantasma del suo passato, e si ritroverà davanti alla difficile scelta di sacrificare tutto per questa missione, compresi i suoi amici. Con questa premessa misteriosa e al tempo stesso eloquente sul livello della minaccia da affrontare, “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” mette in moto una lunghissima storia divisa in due parti piena di azione e colpi di scena.

Oltre alle grandi sequenze action girate da McQuarrie, a spiccare nel settimo capitolo delle avventure dell’agente segreto interpretato da Tom Cruise è l’intrigante storia che vede tante parti coinvolte nella ricerca della chiave e di quella che è la vera minaccia della pellicola. La scelta realizzata su quest’ultimo punto è alquanto singolare e al passo coi tempi, permettendo di mettere in scena una minaccia invisibile e molto pericolosa. Ma se una buona storia funziona, il merito va anche al suo cast e ai loro rispettivi personaggi. Tom Cruise e il resto del cast regalano al pubblico dei personaggi molto sfaccettati e anche divertenti, grazie ad alcune parentesi comiche che da molti capitoli della saga sono oramai immancabili.

La storia passa per i personaggi

“Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” va oltre il classico spy action grazie ai suoi protagonisti. Uno dei punti di forza della saga è la presenza di un vasto numero di personaggi molto diversi tra loro. Gli stessi membri della squadra di Ethan sono differenti dal loro leader, ma accomunati da un grande senso di giustizia e per il bene superiore. L’intero cast regala delle ottime performance sotto ogni punto di vista; dalle sequenze action ai momenti più drammatici del racconto, gli attori rendono loro i propri personaggi, portando il pubblico ad empatizzare con alcuni di questi. Se Tom Cruise, Rebecca Ferguson, Simon Pegg e Ving Rhames (unico attore insieme a Cruise ad essere presente in tutti i film della saga) sono una garanzia, a sorprendere positivamente sono le new entry nel cast di questo settimo capitolo.

Mission: Impossible

 

Hayley Atwell è la più sorprendente tra i nuovi ingressi nel cast della saga. L’attrice inglese, si ritrova sin da subito coinvolta negli eventi di portata globale della storia della pellicola e regala al pubblico un nuovo personaggio interessante e forse più “umano” rispetto al mondo di spie in cui si muove Ethan Hunt. Infatti Grace, personaggio interpretato dalla Atwell, è una ladra che si ritrova coinvolta nella ricerca della chiave e questo la porterà ad incrociare la sua strada con quella degli agenti della IMF. L’attrice inoltre è protagonista di varie sequenze action, su tutte quella ambientata a Roma, e non sfigura al fianco dell’oramai veterano degli stunt Tom Cruise.

A sorprendere insieme alla Atwell troviamo anche il villain interpretato da Esai Morales. Il suo Gabriel è un personaggio del passato di Ethan Hunt e si ritroverà ad opporsi ancora una volta a lui per via del vero cattivo della pellicola di cui parleremo a breve. Cinico e pronto a tutto, Gabriel è la rappresentazione fisica della vera minaccia, un messaggero di morte con un solo obiettivo: ottenere la chiave.

Una minaccia fantasma radicata nella realtà

Sin dai primi minuti della pellicola, con una sequenza ad altissima tensione, lo spettatore fa la conoscenza del vero villain della pellicola: l’intelligenza artificiale chiamata “L’Entità”. IA ideata a scopo militare, si ritrova libera di agire e mostra per tutta la durata del film le sue capacità di calcolo impressionanti che mettono in difficoltà i nostri protagonisti. “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” sceglie per un nemico completamente differente dal solito e lo fa mettendo su schermo un tema molto vicino ai giorni nostri. Non è la prima volta che vediamo intelligenze artificiali pericolose al cinema, James Cameron con la saga di “Terminator” fu un precursore della minaccia delle IA, ma il tema trattato su schermo non è mai stato tanto attuale.

Quasi come una critica vera e propria all’uso improprio delle IA, Christopher McQuarrie mette davanti ai suoi protagonisti la più grande minaccia mai affrontata nel corso della loro carriera da agenti della IMF. “L’Entità” nel corso della pellicola si erge a divinità, usando Gabriel come suo messaggero di morte. Questo filo rosso che collega il vero villain del film al passato di Hunt, ne crea un altro strettamente collegato alla religione. Se l’arcangelo Gabriele è il messaggero di Dio, il Gabriel di Esai Morales è l’arcangelo messaggero per il Dio digitale che è “L’Entità”. La scelta di rendere il villain principale del film una IA è interessante nella sua costruzione. Se Cameron ha ideato Skynet per porre fine all’umanità in quella che è una delle saghe sci-fi più note al mondo, McQuarrie usa le IA come evoluzione del cattivo da spy action.

Mission: Impossible

 

La novità non è l’utilizzo delle IA come minaccia, ma risiede nel come questa viene utilizzata per minacciare i protagonisti e non solo. “L’Entità” è ovunque nel corso della storia, vede e sente tutto e tutti. Una mente fredda e super calcolatrice sempre un passo avanti, come viene mostrato più volte nel racconto. È la minaccia per eccellenza per Ethan Hunt, mettendogli davanti sul serio una missione impossibile. Ma se “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” mette parte delle sue radici nel presente, le restanti si radicano nel passato della saga rendendo questo settimo capitolo quasi un sequel legacy grazie al ritorno di un personaggio e del vero scopo della IMF.

Il passato torna sempre

“Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” riporta in scena direttamente dal primo film diretto da Brian De Palma il Kittridge interpretato da Henry Czerny. Il direttore della IMF ritorna in questo settimo capitolo con un ruolo cruciale da un punto di vista etico. Non è errato utilizzare questo termine perché, come viene anche mostrato nel trailer della pellicola, il direttore mette davanti a Ethan un bivio, bivio che potrebbe cambiare il modo di vedere le cose in questo mondo di spie. La presenza di Kittridge è sorprendente in questo settimo capitolo per due motivi: il primo riguarda la natura del progetto e il secondo è l’ipotetico traguardo finale che potrebbe raggiungere la saga cinematografica.

Nonostante la sua natura quasi da stand-alone, spiegheremo successivamente il perché, “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” si erge anche come un sequel legacy. Con tanti collegamenti al passato della saga, alcuni sono anche evidenti in alcune inquadrature scelte dal regista, il settimo capitolo si presenta anche come un seguito spirituale del primo capitolo. Questa motivazione è strettamente collegata al secondo punto menzionato: la fine della corsa. Nonostante le parole di Tom Cruise e sul suo desiderio di continuare ad interpretare Ethan Hunt fino all’età di 80 anni, il settimo capitolo attraverso questa struttura e la grandezza della minaccia della storia, sembrerebbe mettere in moto la conclusione della saga e quindi decretare la fine della storia di Ethan Hunt.

Realizzare un vero spy action

“Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” è un seguito che riesce a superare senza problemi il suo predecessore. Se “Mission: Impossible Fallout” è ritenuto il miglior capitolo della saga, il settimo capitolo va oltre sotto ogni punto di vista. La sceneggiatura scritta dallo stesso Christopher McQuarrie insieme a Erik Jendresen, rispetta al meglio i due generi di appartenenza della pellicola. Il lato spy viene raccontato su schermo in modo magistrale, che tra doppio gioco e colpi di scena che verranno esplorati nel seguito, tengono incollato lo spettatore davanti lo schermo. Mentre l’azione invece fa da padrona e come vi spiegheremo successivamente, il merito è anche dello stesso Cruise che in prima persona realizza gli stunt. Ritornando sulla sceneggiatura della pellicola, il lavoro di McQuarrie e Jendresen è evidentemente radicato nella divisione della storia in due parti.

 

mission: impossible

 

Questo non è assolutamente un male e anzi, “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” funziona anche come una pellicola stand-alone. Nonostante i riferimenti alle pellicole passate, il settimo capitolo in un modo del tutto paradossale, riesce a funzionare al meglio anche come film unico. Il finale mette le basi per il seguito, non chiudendosi con il più classico dei cliffhanger, ma come un semplice e diretto fine primo tempo. Se la storia è ben scritta e gli elementi spy e quelli action sono ben calibrati, l’unica pecca da segnalare in un racconto lungo ben 2 ore e mezza, è la gestione di un personaggio nel corso del racconto. Il suo arco narrativo ne avrebbe giovato con una drammatizzazione migliore e più efficace rispetto a quanto visto.

L’essenza dell’esperienza cinematografica

Nell’introduzione della nostra recensione di “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno”, abbiamo definito sin da subito la pellicola una vera e propria esperienza cinematografica. Con un grande cast e una grande storia che ha il massimo rispetto dei propri generi di appartenenza, a consolidare il pacchetto completo ci pensa l’intero lavoro svolto dietro le quinte. La regia di McQuarrie, seppur vicina ai capitoli precedenti, in questo settimo capitolo va oltre le proprie capacità e soprattutto oltre i limiti imposti dal difficile periodo della pandemia globale. La pellicola si presenta con un ritmo molto più serrato e frenetico, senza troppe pause da una macro sequenza action all’altra. Anche i momenti più “leggeri” della pellicola riescono ad intrattenere il pubblico e non fargli sentire le 2 ore e mezza di durata. A supportare il lavoro di McQuarrie abbiamo un comparto sonoro e soundtrack musicale ottimo.

Il sonoro della pellicola riesce a coinvolgere al meglio lo spettatore, indipendentemente dalla sala in cui guarderete la pellicola (che sia una sala classica, IMAX o Dolby Atmos, il risultato non cambia). Ma a spiccare è la colonna sonora di Lorne Balfe. Il compositore, oltre a rimaneggiare l’iconico tema musicale della serie televisiva, ha realizzato delle tracce che si allineano al meglio con quanto racconta la pellicola. Oltre a questi elementi, anche la fotografia di Fraser Taggart è allineata al grande quadro pensato da Christoper McQuarrie per raccontare la più grande e pericolosa missione di Ethan Hunt. Ma cosa non può mancare in un film della saga di M.I? Tantissima azione dove il buon Tom Cruise si mette in gioco completamente.

Tra Roma, gli Emirati Arabi e le Alpi: l’azione gira il mondo

Se l’azione è il più grande punto di forza di “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno”, per parlarne meglio dobbiamo partire dal principio. Il genere spy, sin da quando James Bond è arrivato al cinema, ha insegnato al pubblico che le grandi spie sono e saranno sempre impegnate in giro per il mondo. Ethan Hunt ovviamente è della partita e anche questo settimo capitolo della saga porta lo spettatore in giro per il mondo, soprattutto nel nostro paese. Roma e Venezia sono protagoniste delle due su tre sequenze più grandi della pellicola. Se Roma è protagonista di un grandissimo e spettacolare inseguimento in auto, che si alterna tra BMW (auto e moto), un blindato del R.O.S e una 500 gialla Made in IMF, Venezia vede al centro delle vicende un inseguimento a piedi frenetico e ad altissima tensione, con tanto di combattimento a mani nude in un vicolo della città.

 

Mission: Impossible

 

Ma la sequenza che tutti aspettavano è solo una: il salto con la moto realizzato da Tom Cruise. Dopo averlo pubblicizzato prima dell’uscita della pellicola in sala, l’impatto visivo della sequenza è a dir poco spettacolare. La costruzione di uno stunt così difficile e pericoloso, risalta ancora di più la performance di Cruise nella pellicola. Gli inseguimenti, le lunghe corse iconiche che Ethan Hunt fa per fuggire dai suoi nemici e gli scontri a mano, sono una minima parte di quello che rappresenta il difficile stunt realizzato dallo stesso attore. L’azione è un punto fermo della saga e in “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” si eleva ancora una volta regalando spettacolo al pubblico e una pellicola action molto solida sotto questo punto di vista.

Considerazioni finali

“Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” è la vera esperienza cinematografica di questo 2023. Forte di una sceneggiatura solida e di un villain inaspettato e attualissimo nella vita di tutti i giorni, la pellicola diretta da Christopher McQuarrie è (al momento) il film definitivo su Ethan Hunt. Nonostante la sua natura da parte uno, il titolo funziona come stand-alone e nonostante ciò, apre le porte per il seguito in arrivo il prossimo anno. Il cast e le loro dinamiche sono ottime, ma a spiccare su tutti è ovviamente Tom Cruise, grazie al suo mettersi in gioco nella realizzazione degli stunt del film. La sceneggiatura raggiunge quasi un livello eccelso, tranne per la gestione di un arco narrativo che pecca in parte nella sua costruzione e drammatizzazione.

Il comparto tecnico di “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” rispecchia al meglio il concetto di esperienza cinematografica e offre allo spettatore un’esperienza unica nel suo genere. Regia, montaggio, sonoro, fotografia e la colonna sonora di Lorne Balfe si uniscono per portare su schermo il film più spettacolare e maturo della saga spy action. Le sequenze d’azione girate in Italia e non solo, elevano il franchise al quadrato, regalando così al pubblico delle immagini epiche e potenzialmente iconiche. In conclusione, “Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno” è un ottimo spy action e uno dei migliori titoli arrivati in sala nel 2023.

Pro

  • Le interpretazioni del cast, su tutti Tom Cruise e la sua voglia di mettersi in gioco con gli stunt;
  • Il vero villain della pellicola radicato nella nostra realtà presente e futura;
  • La capacità nel portare effettivamente su schermo lo spy action;
  • La sceneggiatura di McQuarrie e Jendresen;
  • L’intero comparto tecnico della pellicola: Regia, montaggio, sonoro, fotografia e colonna sonora;
  • Le grandi sequenze action realizzate in giro per il mondo e i loro rispettivi stunt.

Contro

  • La gestione dell’arco narrativo di uno dei personaggi della pellicola.

 

 

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