Messi, Cristiano Ronaldo, Neymar; da anni ormai non sono più semplicemente dei calciatori ma dei veri e propri brand, oltre che un’immensa opportunità per gli sponsor tecnici di migliorare la propria immagine e, conseguentemente, le vendite. Difatti, le grandi marche dello sport fanno a gara per fornire scarpini e accessori ai grandi campioni del calcio, ma questo può portare talvolta a una competizione tra brand.
Da diversi anni il PSG ha affidato a Jordan la realizzazione di kit speciali, puntando molto sull’esclusività del brand. Per annunciare l’ultima divisa uscita, il club di Parigi ha postato una foto sul proprio account ufficiale, foto in cui sono presenti i giocatori e le giocatrici più rappresentativi del club. Manco a dirlo, tra i calciatori scelti per promuovere il lancio della “spring collection”, c’è anche Leo Messi.
Qui sorgono i problemi: l’argentino ha un lauto e rigidissimo contratto in essere con Adidas, che si è assicurata l’esclusiva sul giocatore. In pratica, l’ex Barcellona non può sul campo da gioco o in eventi promozionali indossare scarpe di altri brand, men che meno con l’eterna rivale dell’Adidas, ovvero la Nike.
Infatti, nelle diverse foto scattate per promuovere la collaborazione, tutti gli altri giocatori indossano scarpe dell’azienda americana, mentre Messi è stato “censurato” con un cartello con la dicitura “Jordan, Paris Saint Germain, Spring 22”. Insomma, per motivi legali, il giocatore è stato costretto a nascondere i suoi scarpini griffati Adidas.
Ma quello capitato a Messi non è certamente l’unico episodio di questo tipo. Anche se sono passati quasi 30 anni, è ancora ben presente quanto successo a Michael Jordan nelle Olimpiadi del 1992. Il cestista statunitense, che aveva un contratto di sponsorizzazione tecnica con la Nike, fu “costretto” nella kermesse olimpica ad indossare il kit fornito al Dream Team dalla Reebok.
Per ovviare a questo problema di sponsorizzazione, il più grande cestista di sempre adottò una soluzione semplice ma geniale; durante la premiazione degli Stati Uniti, la guardia dei Chicago Bulls coprì il logo della Reebok con una bandiera a stelle strisce, messa esattamente sulla parte di spalla in cui era presente il logo del brand.
In definitiva, il caso di Messi non è e non sarà mai un caso isolato; i campioni sono troppo importanti per le grandi marche.
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Di Elia Mascherini
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