di laraguidobono
A Lodi un uomo di 62 anni è riuscito a entrare all’interno del carcere fingendosi magistrato: voleva infatti assistere all’udienza di convalida di un arresto. Poco dopo, però, è emerso che in realtà l’uomo fosse in realtà un coimputato del detenuto e non avesse neanche una laurea in giurisprudenza, così è stato immediatamente internato al San Vittore.
Lodi: un inganno mal riuscito
Mercoledì 20 febbraio, a Lodi, Giuseppe R., 62enne milanese, si è presentato al carcere e ha esibito la sua carta d’identità nella quale era riportata, come professione, la dicitura “procuratore“. Di fronte alle guardie, ha infatti dichiarato di dover presenziare a un’udienza per la convalida di un arresto in qualità di magistrato. Come riportato da La Repubblica, ha poi spiegato di essersi però dimenticato il tesserino a casa.
Le guardie, credendo alla storia dell’uomo, hanno permesso il suo ingresso all’interno del carcere, ma la verità non ha tardato a venire a galla. Infatti, quando, pochi minuti dopo, il reale magistrato si è presentato all’udienza, non ci è voluto molto tempo per verificare la vera identità di Giuseppe R., che, tra l’altro, si era presentato al carcere insieme all’avvocato difensore dell’indagato.
Dopo qualche breve indagine, è emerso che l’uomo di 62 anni era in realtà un coimputato dal detenuto, e che in quel periodo si trovava in affidamento presso i servizi sociali all’Uepe (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) di Milano. Infatti, Giuseppe R. aveva compiuto un furto e una truffa, motivo per cui si trovava ad essere in affido in quel momento.
Non è ancora chiaro perché l’uomo abbia tentato di assistere all’udienza, ma, appena scoperto l’inganno, è stato subito trasferito al carcere di San Vittore, e gli è stato dunque revocato l’affidamento.
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