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LO SAPEVI CHE? – Perché si dà del “cornuto/a” a una persona vittima di infedeltà?

di Lorenzo Peratoner

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Nel linguaggio comune è normale affibbiare l’aggettivo di “cornuto/a” a una persona vittima di infedeltà amorosa; spesso, però, non ci si interroga sull’origine di tale termine. Perché proprio le corna sono diventate il simbolo del tradimento per antonomasia? Da quale contesto storico-culturale si è originato? Fornire una risposta certa è impossibile, tuttavia possiamo formulare diverse ipotesi, come riportate da Focus

“Sei un cornuto”: un retaggio proveniente dal Medioevo?

Una delle ipotesi sostiene che l’origine di questa espressione getti le sue radici nel pieno Medioevo, in particolare nell’ormai decadente Impero bizantino. Sul trono di Costantinopoli, infatti, sedeva uno dei principali esponenti della dinastia dei Comneni, Andronico I Comneno (1117-1185), ricordato come un sovrano astuto, violento, nonché sciupafemmine. Si racconta che il Basileus sottraesse le mogli dei nobili che lo osteggiavano, appendendo fuori dalla porta di casa del malcapitato una testa di cervo, a indicare quindi il metaforico ottenimento del “bottino“, rappresentato dalla moglie.

Secondo questa narrazione, “mettere le corna” proverrebbe proprio da questa ignominiosa pratica del sovrano bizantino, tanto che i soldati del re Guglielmo II di Normandia, diretti a Costantinopoli, si sarebbero interrogati sul significato di queste teste di animale appese nell’antica città di Tessalonica, esportando quindi la locuzione nel sud Italia e successivamente nel resto della Penisola.

Andronico I, tuttavia, pagò con il sangue i suoi soprusi, tanto che mentre tentò di fuggire dalla capitale dell’Impero venne arrestato e sottoposto ad atroci torture e sofferenze, per essere infine lasciato appeso, a pezzi, su due colonne.

La parabola mitica delle corna

L’altra origine, invece, affonderebbe molto più indietro nella storia, direttamente nel celeberrimo mito del Minotauro.

Il leggendario sovrano di Creta, Minosse, non adempì al sacrificio di un toro bianco inviato dagli dèi, di conseguenza la punizione divina ha fatto sì che la moglie, Pasifae, si innamorasse del bovino, dalla cui unione nacque il Minotauro; quest’ultimo, metà uomo e metà bestia, porterebbe proprio le corna in testa, diventate quindi simbolo dell’adulterio. Si racconta, infatti, che il popolo facesse di nascosto il gesto delle corna per schernire Minosse.

Alla luce di queste ipotesi, che si muovono tra la realtà e la leggenda, possiamo affermare che l’origine di questo significato dispregiativo è un autentico mistero; considerando altresì come le corna abbiano ricoperto spesso un ruolo di virilità, forza e potenza, lungi quindi dal riallacciarsi a una persona sfortunata in amore.

Fonti: Focus

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