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Licorice Pizza, la recensione: crescere e innamorarsi

Al cinema dal 17 marzo, “Licorice Pizza” è un film scritto e diretto da Paul Thomas Anderson. Nel cast troviamo Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Tom Waits, Benny Safdie e Bradley Cooper.

Licorice Pizza era una delle più grandi catene di negozi di dischi della California. Licorice, in italiano liquirizia, fa riferimento allo slang degli appassionati di vinili e del colore dei dischi. Ma il nuovo lavoro di P.T. Anderson non è dedicato a questa catena musicale. “Licorice Pizza” è un insieme di esperienze e storie di amici dello stesso regista, che attraverso questi eventi crea una storia incentrata sulla crescita e sull’amore. Candidato a 3 premi Oscar, tra cui Miglior Film, il regista americano ha sfornato un altro capolavoro?

Correre verso l’amore e il futuro

Il quindicenne Gary Valentine (Cooper Hoffman) durante la giornata delle foto al liceo, chiede di uscire alla venticinquenne Alana Kane (Alana Haim). I due si incontrano a cena, iniziando così una grande amicizia. Attraverso il loro rapporto e le loro esperienze, vediamo come i due affrontano la vita e soprattutto la propria crescita personale che nonostante scelte differenti, li porterà sempre al punto di inizio.

“Licorice Pizza” è un coming of age abbastanza classico. A differenza di altri titoli del genere, Anderson affronta il tema con un tono completamente differente. Grazie ad una scrittura sapiente e divertita dello stesso regista, lo spettatore si ritroverà catapultato nella San Fernando Valley insieme ai due divertenti protagonisti e la loro ricerca di un posto nel mondo e dell’amore.

Un contesto completamente inedito

Uno dei punti di forza di “Licorice Pizza” è la sua ambientazione. La San Fernando Valley degli anni ’70 oltre ad essere ben ricostruita, si rivela un contesto molto interessante. La vita dei protagonisti si muove quasi in simbiosi con i cambiamenti che avvengono intorno a loro, come ad esempio la crisi del gas nel 1973, mettendo in moto alcuni aspetti della storia.

Nel primo atto della pellicola è possibile seguire il tentativo di ascesa nel mondo dello spettacolo di Gary. Per la prima volta su schermo viene mostrato il settore dei bambini prodigio dello spettacolo e come questo mondo funzionasse negli anni ’70. Ma se credete di essere davanti ad un lavoro simile a “Boogie Nights”, siete sulla strada sbagliata. Infatti l’unica pecca dell’ultimo lavoro di P.T. Anderson, è quella di non approfondire alcuni elementi presenti all’interno della storia importanti nella crescita dei protagonisti.

Ma nonostante questo, “Licorice Pizza” è la storia di Gary e Alana e grazie alle interpretazioni dei due attori protagonisti, lo spettatore si affezionerà subito ai loro personaggi.

Un grande cast che lascia spazio ai suoi giovani protagonisti

Anche se nel cast troviamo grandi nomi come Sean Penn e Bradley Cooper, “Licorice Pizza” vede primeggiare Cooper Hoffman e Alana Haim. Il primo è il figlio del compianto Philip Seymour Hoffman, che ha collaborato in passato con lo stesso Anderson in pellicole come “Magnolia” e “The Master”. Proprio come suo padre, Cooper regala una grande interpretazione al suo esordio da attore. La bontà, l’intelligenza e anche l’ingenuità che caratterizza un quindicenne, esplodono su schermo grazie alla sua performance.

L’altra faccia della medaglia è la protagonista interpretata da Alana Haim. Dieci anni più grande del suo spasimante e amico, Alana cerca un posto nel mondo e stranamente riesce a trovarlo proprio grazie alle esperienze fatte con Gary. A differenza di quest’ultimo, Alana vive con i piedi per terra e non è ambiziosa come il giovane nonostante lei stessa soffra la situazione in cui si trova nella Valley. Ma forte delle sue esperienze, la protagonista riuscirà a trovare la sua strada e non solo.

Questo è “Licorice Pizza”. Una storia di crescita e amore tutta di corsa, come proprio i suoi protagonisti che corrono velocemente verso i loro sogni e il loro futuro. Un racconto semplice, divertito e divertente offerto allo spettatore, rende l’ultimo lavoro di P.T. Anderson uno dei potenziali candidati alla vittoria del Premio Oscar (trovate qui tutte le nomination). Se i protagonisti funzionano all’interno della storia, il merito non è solo della sceneggiatura scritta dallo stesso regista.

Benvenuti negli anni ’70

Oltre i due giovani, “Licorice Pizza” ha un altro protagonista: gli anni ’70. La Valley californiana degli inizi del 1970 fa da sfondo e molto di più a questa storia di crescita. Dalle scenografie che ricostruiscono il tutto in modo fedele, fino ad arrivare alla colonna sonora. Proprio come quando si ascolta un vinile, la musica del periodo accompagna lo spettatore nel viaggio della scoperta dell’amore e della maturità dei protagonisti. La canzone simbolo della pellicola è sicuramente “Life on Mars?” di David Bowie, presente sin dal trailer.

Il tutto viene risaltato da una regia elegante e sontuosa di P.T. Anderson. Il grande regista anche con una storia semplice e genuina come quella raccontata in “Licorice Pizza”, mette in mostra per l’ennesima volta il suo immenso talento che abbiamo potuto ammirare in ogni suo lavoro. Ed è proprio il lavoro svolto dallo stesso Anderson alla regia e alla sceneggiatura a rendere il suo ultimo film non una semplice storia di crescita, ma uno specchio di una vita passata e di ambienti inediti per il grande schermo.

Considerazioni finali

“Licorice Pizza” non è un capolavoro, ma è assolutamente un grandissimo film. Una storia di crescita e amore divertente, matura e piena di speranza. Racconti di questo genere sono una manna dal cielo nell’ultimo periodo, dove la fiducia nel futuro è dura a morire nella vita dei due protagonisti. Il tutto viene espresso al meglio dalla regia e dalla sceneggiatura di P.T. Anderson, fino ad arrivare alle interpretazioni di Cooper Hoffman e Alana Haim. Le ambientazioni e la colonna sonora portano lo spettatore dritto negli anni ’70, con una ottima ricostruzione della Valley californiana del 1973. Unica pecca della pellicola è quella di presentare alcuni temi, personaggi e contesti interessanti, senza svilupparli al meglio. Ma nonostante questa imperfezione, l’ultimo lavoro di P.T. Anderson è tra le migliori pellicole candidate agli Oscar 2022.

Pro

  • Le interpretazioni di Cooper Hoffman e Alana Haim;
  • Il trattare il tema della crescita in modo differente e quasi autoriale;
  • Il lavoro di regia, scrittura e scenografia fatto per poter portare gli anni ’70 su schermo;
  • La colonna sonora formata da numerosi pezzi degli anni ’70.

Contro

  • Il non approfondire alcuni temi, personaggi e contesti interessanti.

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di Gabriele Di Nuovo

 

 

Gabriele Di Nuovo

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