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Kratos: eroe mitologico in una moderna epopea videoludica

di Michele Messina

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Il nome Kratos riecheggia nelle menti di molti videogiocatori, a prescindere dalla generazione di appartenenza. Eroe mitico per eccellenza, Kratos nasce dal mito greco e si avvicina al moderno panorama videoludico, ma chi è, in sintesi l’uomo dietro il personaggio?

Kratos, storia di vendetta e redenzione

L’epopea di Kratos inizia a Sparta, durante una non meglio precisata era degli dei, come potente generale spartano. Per i più attenti ai dettagli, potremmo datare la nascita di Kratos intorno al 2005, anno di uscita del primo God of War.

Se già da queste prime righe vi è scena una nostalgica lacrimuccia, allora preparatevi, perché oggi vi racconteremo la storia di Kratos. Dalle origini fino all’ultima incarnazione del “Fantasma di Sparta”, da guerriero violento in cerca di vendetta a padre premuroso, ma non per questo più pacifico. L’evoluzione di Kratos ha attraversato non una, ma ben quattro generazioni videoludiche, dall’origine su PlayStation 2 fino alla metamorfosi per PlayStation 5. La storia di God Of War ci ha portati nell’antica Grecia a caccia di divinità senza pietà ed una vendetta “definitiva”. Ma quando la storia di Kratos sembrava giunta al termine, una nuova installazione della saga ci ha trasportati inaspettatamente in Scandinavia. Nuova storia e nuovi nemici, ma le abitudini dello spartano sono cambiate di poco ed una nuova caccia agli dei ha avuto inizio.

Ripercorreremo la storia, ma soprattutto, l’evoluzione di un personaggio che, grazie ad uno studio di sviluppo appassionato, si è mostrato sfaccettato e complesso. Assieme al personaggio, anche gameplay e narrazione hanno subito un profondo lavoro di restauro, riportando God of War nell’Olimpo, stavolta, dei capolavori videoludici. Per cui tenetevi forte, sguainate le vostre Lame del Caos e preparatevi a portare distruzione assieme a Kratos in questo breve viaggio nella sua storia. Parleremo dei titoli principali che hanno visto il guerriero protagonista non solo come esattore di morte ma anche come padre combattuto. Quindi, potrebbero esserci alcuni spoiler sulla trama della serie, siete avvertiti.

Le origini del mito

God of War risale al 2005, edito su Playstation 2 da Santa Monica Studio, la casa di sviluppo che ne detiene tutt’ora i diritti. Primo nel suo genere, in un certo senso, univa la mitologia greca ad elementi platforming e Hack ‘n Slash. Un gioco crudo e violento, ma dannatamente soddisfacente, che sapeva alternare una trama ben strutturata a momenti frenetici di combattimento.

La storia raccontata in questo primo capitolo parte “in media res” e ci racconterà della nascita di Kratos cosi come lo conosciamo. Kratos era originariamente un potente guerriero spartano, che trovò quasi la morte dopo un funesto incontro con dei barbari. In cambio della propria anima, il dio della guerra Ares gli dono due spade incatenate, legate “eternamente” ai suoi polsi. Da quel momento, Kratos diventa l’araldo di Ares, flagello agli ordini della divinità, che per dieci anni avrebbe portato morte a suo nome.

All’epoca Kratos aveva spostato una donna, Lysandra, l’unica capace di vedere oltre la sua ferocia, che portava tutti, nemici ed alleati, a temerlo. Con la donna ebbe anche una figlia, Calliope, che lo vedeva come un padre affettuoso ed amorevole, in contrasto a come si comportava in battaglia. Purtroppo Kratos non poté vedere crescere la figlia, ne tanto meno, vivere con gioia la propria famiglia, a causa dei malvagi piani del dio Ares. Durante un assalto ad un tempio di Atena, infatti, nonostante gli avvertimenti, un giovane Kratos accecato da una rabbia ultraterrena uccise ogni persona presente. Fu in quel momento che Ares trasportò la moglie e la figlia di Kratos all’interno del tempio dove trovarono la morte proprio per mano di Kratos stesso.

Fu questo l’evento che segno definitivamente la nascita del Fantasma di Sparta, assetato di vendetta, pronto ad affrontare Ares e l’intero Olimpo.

 

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Il Fantasma di Sparta

Kratos, distrutto dal dolore decise di cremare i corpi delle due donne, giurando vendetta contro Ares. L’oracolo del tempio, per punire Kratos, trasferì le ceneri dei corpi sulla pelle dello spartano, rendendola completamente bianca. Il Fantasma di Sparta era finalmente completo e pronto per portare distruzione a qualsiasi divinità gli si parasse davanti.

Da questo momento in poi, il personaggio di Kratos subisce poche variazioni: un uomo guidato da un’infinita rabbia con un unico obiettivo, la vendetta. La strada di Kratos si dimostrerà ardua, ma lo spartano mostrerà di possedere una forza di volontà quasi divina. Niente avrebbe potuto dissuaderlo dal suo traguardo, niente avrebbe potuto opporsi a Kratos, neanche la morte, finché Ares non fosse caduto. Gran parte delle interazioni di Kratos con divinità e comprimari ci danno l’immagine di un uomo spietato, incapace di provare compassione. Nel primo capitolo della saga raggiunge il suo obiettivo e sembra, almeno per un breve momento, trovare pace nella morte. Solo l’intervento della dea Atena, che gli dona il trono di Dio della Guerra, ravviva in Kratos una speranza di vita.

Il desiderio di vendetta verso Ares si è spento, ma nuovi inganni porteranno il Fantasma di Sparta a riversare la sua rabbia su tutto l’Olimpo. Lo spartano verrà tradito da Zeus in persona, rivelatosi essere suo padre e nel secondo capitolo della saga i due arriveranno a scontrarsi. Sarà però solo nel terzo capitolo che Kratos riuscirà a punire tutti gli dei che lo hanno usato per i loro scopi, eliminando anche Zeus. La rabbia dello spartano sprofonderà la Grecia nel caos più totale, mostrando come Kratos abbia scelto di sacrificare tutto per la propria vendetta.

Kratos, l’uomo dietro il mito

Il Kratos che abbiamo visto finora è un uomo forgiato dalla battaglia e dalla guerra, un violento animale che aspetta solo il momento per esplodere. Ma la realtà dell’ uomo è molto più complessa di quello che può sembrare a prima vista, regalandoci un personaggio stratificato e completo.

Durante gli anni come generale spartano Kratos era ambizioso e senza pietà, pronto a tutto pur di ottenere quello che voleva. Pur di vincere uno scontro, decise di vendere la propria anima ad Ares, divenendone l’araldo fino al momento in cui il dio lo tradì. Da lì passeranno 10 anni, che trasformeranno il Fantasma di Sparta in una macchina di morte senza freni. E quando ogni piano ed ogni speranza furono infranti, il guerriero riversò la sua infinita rabbia su tutta la Grecia, noncurante delle vittime.

Ma iniziando dal principio, Kratos è in grado di amare, ha amato Lysandra e Calliope, che lo vedevano come marito e padre degno di questi nomi. Kratos ha dimostrato di avere dei valori, come la famiglia, avendo disperatamente cercato di salvare la madre Callisto ed il fratello Deimos. Al fratello, infatti, deve il suo iconico marchio rosso, che un giovane Kratos si tatuò in suo onore.

Non solo con altri umani ma anche con alcune figure mitologiche presenti nella saga il Fantasma di Sparta è riuscito ad instaurare una connessione. Kratos ha sinceramente voluto bene a Pandora, mettendo a repentaglio i proprio piani per salvarla. Anche se per poco, si è fidato del padre di quest’ultima, Efesto, rivedendosi nella condizione di padre diviso dalla figlia. Ma in questo caso, sappiamo com’è andata alla fine. Altro personaggio con cui Kratos condivide un breve legame è Orkos, un semidio il cui destino è legato strettamente a quello dello spartano.

La storia dopo la storia

Se conoscete la saga di God of War, saprete che il finale del terzo capitolo ha lasciato speranza in tutti in fan della serie. Dopo aver sacrificato sé stesso per il bene dell’umanità, Kratos pare essere sopravvissuto e, dopo aver lasciato la Grecia, ha raggiunto la Scandinavia.

Qui incontra una donna, Faye, che pur sapendo cosa è stato, non lo teme ed i due finiscono per innamorarsi, dando alla luce un figlio. Dopo anni di pena, sembra aver ritrovato la pace ed il suo animo inizia, lentamente, a placarsi. La vita e, soprattutto, gli dei però, hanno in serbo altro per lo spartano.

Kratos rinuncia alle Lame del Caos, in favore del Leviatano, un’ascia donatagli dalla moglie e col tempo acquisirà anche la saggezza portata dall’età. Pur amando profondamente la sua nuova famiglia, i rapporti col figlio, Atreus, sono freddi ed i due non legheranno mai veramente. Il guerriero spartano nasconderà anche la verità sulla sua precedente vita e sulla sua natura di semidio, al figlio. In fin dei conti, Kratos vuole solo insegnare al figlio come sopravvivere e soprattutto a non commette gli stessi suoi errori. Anni dopo, una malattia porterà via Faye lasciando i due, padre e figlio, ad esaudire l’ultimo desiderio della donna.

Inizia così la storia di God of War (2018), la nuova incarnazione del saga che ci mostra un Kratos più vecchio ma forse più combattuto. Sarà l’intervento di un altro dio, Baldur, a far riaffiorare l’odio sopito in Kratos, rimettendo in dubbio i fragili equilibri che aveva trovato. Avendo rinunciato al titolo di “Fantasma di Sparta“, Kratos si ritrova nuovamente al centro di un complotto ordito dalle divinità.

 

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Kratos: guerriero, semidio e padre

In God of War (2018) ritroviamo un Kratos più anziano, più taciturno, ma anche più saggio e potente. Anche nel fisico il guerriero è cambiato, non solo sfoggiando una folta barba, ma anche il tatuaggio che copre parte del suo corpo è sbiadito. Così come il colore della pelle, che pur rimanendo funereo ha acquisito una tonalità più “umana”. God of War (2018) è un’avventura più intima per Kratos, che orbita attorno a due figure, Atreus e Baldur.

Pur non dimostrandolo apertamente, Kratos, tiene molto al figlio e cerca al meglio delle sue possibilità di portarlo sulla retta via. Lo spartano vuole solo che il figlio diventi migliore di lui, soprattutto come semidio. Nonostante il suo odio per le divinità sia ancora forte, decide di rivelare al figlio la sua natura, cercando di salvarlo. Lo spartano spiega ad Atreus che il loro destino non è uccidersi a vicenda, com’è comune per le divinità, ma essere migliori.

Nei confronti di Baldur lo spartano è messo in dubbio dalla propria natura, che cerca di tenere a bada con una personalità fredda e distaccata. Kratos si trova forse per la prima volta dopo molti anni, ad uccidere qualcuno. Nonostante Baldur si dimostri un nemico imbattibile, in più di un’occasione il nostro protagonista ha la meglio, riuscendo solo alla fine a uccidere il nemico. Nonostante le divergenze tra i due, lo spartano rivede in Baldur il suo vecchio Io spinto dall’odio e dalla vendetta. Durante lo scontro finale arriva al punto di cercare di redimere Baldur, convincendolo ad interrompere il ciclo di vendetta iniziato dal semidio norreno. In ultimo, Kratos dimostra di aver davvero rinunciato alla vita precedente, cercando in tutti i modi la pace interiore.

Finisce qui il nostro racconto sull’uomo dietro al mito, Kratos, nell’attesa che God of War: Ragnarok ci racconti altro. Per rimanere aggiornati su Kratos ed altri personaggi, continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Respawna.

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