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Italia, problemi generazionali: solo due azzurri nella top 100 Under 21

di Alessandro Colepio

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Che l’Italia calcistica non stia passando il suo miglior momento è sotto gli occhi di tutti. Due mancate qualificazioni ai Mondiali di fila, mitigate solo dalla vittoria dell’Europeo, che in questo momento sembra più un miracolo che un traguardo. Tante le voci che si sono unite al coro di polemiche, fra chi cerca la colpa nei giocatori, chi nell’allenatore, e chi nel sistema. Però poco importa, il tracollo azzurro a Palermo è stata una tremenda scossa di terremoto per tutto il mondo del calcio italiano.

Adesso l’Italia rischia, e rischia tanto anche per il futuro. Rischia innanzitutto di non vedere il corretto ricambio generazionale fra vecchia e nuova guardia. Al fronte di una generazione che sembra aver terminato il suo ciclo, e di qualche giovane di buona prospettiva, il calcio italiano non sembra ancora pronto ad ospitare nuovi volti in maglia azzurra. Pochi, pochissimi i giocatori sotto i 25 anni attualmente considerati adatti a questa Nazionale. E più si stringe la fascia d’età, più la situazione sembra critica.

Ci ha pensato il CIES, l’osservatorio del mondo del calcio, a indicare quanto all’Italia manchi di giovani di prospettiva. Un recente studio ha infatti decretato che nella top 100 dei migliori Under 21 d’Europa, rientrano soltanto due italiani.

Lo studio e la carenza di giovani in Italia

L’analisi del CIES ha valutato i giovani di 32 campionati europei, e considerato solo quelli con più di 1000 minuti giocati. Per questo motivo rimane fuori classifica Pedri, che a causa di diversi infortuni, ha giocato solo 850 minuti in Liga. Sono state bilanciate le prestazioni singole e le statistiche, con il livello degli avversari e la situazione del club. Inoltre, sono state analizzate 15 caratteristiche tecniche, tra offensive (come assist, cross, tiri, dribbling), difensive (duelli aerei in difesa, contrasti, recuperi) e le abilità di passaggio.

La situazione dell’Italia non rispecchia per nulla la storia di grandi campioni del nostro Paese: gli unici due giocatori ad entrare in classifica sono Mattia Viti, difensore dell’Empoli classificatosi 26esimo, e Nicolò Rovella del Genoa (ma di proprietà della Juventus), che si è piazzato al 47esimo posto.

Nicolò Rovella (@Shutterstock)

Gli altri classificati; comandano Premier League e Bundesliga

Allargando il campo anche ai giocatori stranieri militanti in Serie A, la lista si allunga di un solo nome: Radu Dragusin, centrale di difesa in prestito dalla Juventus alla Salernitana. A dominare la classifica sono invece i club inglesi e tedeschi: il miglior giocatore secondo il CIES è Bukayo Saka dell’Arsenal, seguito da Mason Greenwood del Manchester United, e Patrick Wimmer dell’Arminia Bielefeld. Fuori dal podio spazio a Josko Gvardiol del Lipsia e a Michael Olise, di proprietà del Crystal Palace.

Le statistiche analizzate dal CIES non rispecchiano a pieno ciò che dimostra il campo: l’incrocio dei vari parametri è così specifico da posizionare anche giocatori del calibro di Bellingham, Wirtz e Gavi molto lontani dal podio. Per quanto quindi questo studio sia da contestualizzare, è una campanella d’allarme molto importante per tutto il sistema calcio italiano. Dopo i vari appelli da parte di giocatori e addetti ai lavori, è tempo di cambiare. Investire sui giovani già dai livelli più bassi è l’unica soluzione per riportare l’Italia dove merita.

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di Alessandro Colepio

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