di Enrico Tiberio Romano
Amichai Eliyahu, Ministro del patrimonio culturale dello Stato di Israele del Governo guidato da Benjamin Netanyahu, negli ultimi giorni ha evocato la possibilità di un attacco atomico sulla Striscia di Gaza, salvo poi tornare indietro sui suoi passi. Scopri i dettagli sulla vicenda con le reazioni di altri esponenti e le parole sugli ostaggi.
Il ministro che parla di attacco nucleare
Il ministro israeliano Amichai Eliyahu ha evocato negli scorsi giorni la possibilità di sganciare una bomba atomica su Gaza, per poi ritrattare le sue posizioni in seguito alla dura reazione del premier Netanyahu che lo ha sospeso dall’incarico. Nel corso di un’intervista alla radio Kol Barma sarebbe emersa una domanda sul possibile impiego di armi atomiche ed è stato uno dei giornalisti della radio stessa, Yaki Adamker, a rilanciare su Twitter i suoi virgolettati: “Non daremo aiuti umanitari ai nazisti. A Gaza non esistono persone non coinvolte”
Adamker così di risposta gli chiede: “E allora dovremmo sganciare una bomba atomica su tutta Gaza?” e Eliyahu ha sentenziato: “Questa è una delle possibilità“. Parlando degli ostaggi presenti nella striscia poi, il Ministro ha detto che questi rappresenterebbero un prezzo da pagare in questo scenario.
La reazione del premier Benjamin Netanyahu non si è fatta attendere, definendo subito le parole “oltraggiose e fuori dalla realtà“. Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronot poi riporta che Netanyahu avrebbe aggiunto: “Israele e il suo esercito operano secondo i più alti standard del diritto internazionale per prevenire danni ai civili non coinvolti, e continueremo a farlo fino alla vittoria”.
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