fbpx Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere Ep.1 e 2, la recensione: ritorno nella Terra di Mezzo
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Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere Ep.1 e 2, la recensione: ritorno nella Terra di Mezzo

di Gabriele Di Nuovo

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Disponibile dal 2 settembre su Amazon Prime Video, i primi due episodi de “Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere”. L’attesissima serie basata sul mondo creato da J. R. R. Tolkien vede nel suo cast Morfydd Clark, Markella Kavenagh, Robert Aramayo, Ismael Cruz Cordova, Tyroe Muhafidin e Charles Edwards. I primi due episodi sono diretti da J. A. Bayona. Lo show è ideato da J. D. Payne e Patrick McKay.

Finalmente è arrivata. La serie che racconterà gli eventi antecedenti alle storie di “Lo Hobbit” e della Compagnia dell’anello, è pronta a sbarcare sul piccolo schermo. “Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere” con i suoi primi due episodi, ha deluso le aspettative? La risposta è assolutamente no. L’ambizioso progetto targato Amazon immerge subito lo spettatore nel mondo creato da Tolkien, attraverso due ore di presentazione che scorrono piacevolmente e intrigano, introducendo così i suoi protagonisti e il loro mondo. La scelta di rilasciare due episodi è funzionale proprio a questo scopo, cioè introdurre con calma tutti i personaggi che si ritroveranno coinvolti nell’avvento della minaccia di Sauron.

Una minaccia che si muove nell’oscurità 

Dopo la fine della guerra contro Morgoth, l’elfa Galadriel (Morfydd Clark) crede che l’uomo più vicino al malvagio nemico, Sauron, sia nascosto nella Terra di Mezzo pronto a sferrare il contrattacco. Nessuno del suo popolo però, la crede. Nel frattempo, le storie di vari personaggi e le loro rispettive popolazioni vengono mostrate fino a quando le loro vite verranno stravolte da vari eventi e il ritorno degli orchi nelle Terre del Sud. Con due episodi molto introduttivi, “Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere” mette in mostra tutto il suo potenziale. Dal vistoso e cinematografico lato tecnico, per arrivare alla narrazione, lo show ideato da J. D. Payne e Patrick McKay, si mostra subito come un prodotto di grandissima qualità e soprattutto rispettoso del materiale e del mondo creato da J. R. R. Tolkien.

A suscitare dubbi sin dal principio, oltre alla ricostruzione della Terra di Mezzo, è il cast della serie. Complice la presenza di pochi volti noti, questo ha creato dubbi a moltissimi spettatori sulla qualità complessiva della serie. Fortunatamente, il nome non fa la qualità, perché il cast funziona benissimo rendendo al momento molto credibili i propri personaggi.

Una lunga ed esauriente introduzione

Come menzionato in precedenza, la scelta di rilasciare i primi due episodi dalla durata di un’ora circa ciascuno, ha una vera e propria funzione narrativa. Se visti insieme, i primi due episodi funzionano come un unico pilot dalla durata di ben due ore. Tempo sufficiente per poterci presentare il mondo in cui si svolge la storia, la minaccia di Sauron e ovviamente i vari protagonisti. “Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere” è un racconto corale, dove protagonisti di vari regni della Terra di Mezzo si troveranno ad affrontare la minaccia nascosta di Sauron. I pilot, chiamiamo così i primi due episodi, portano lo spettatore a conoscere i vari protagonisti della serie.

 

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Oltre a trovare dei personaggi familiari della trilogia de “Il Signore degli Anelli”, come Galadriel e Elrond, lo show ci introduce nuovi protagonisti provenienti dai vari regni della Terra di Mezzo. Ricordiamo infatti che questa serie è ambientata secoli prima degli eventi che hanno visto protagonisti gli Hobbit prima e successivamente la Compagnia dell’anello. La lunga introduzione divisa in due episodi, ci porta anche a vedere il mondo narrativo, mostrando ambientazioni mozzafiato e un production value a dir poco enorme. Il tutto è combinato con delle ottime e sorprendenti interpretazioni e una scrittura in grado di mettere delle solide basi al world building che fungerà da pilastro per l’intera storia.

Un prodotto di livello cinematografico

A risaltare ne “Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere”, è il mondo in cui è ambientata la storia. Proprio come la trilogia di Peter Jackson, lo show Amazon è stato girato in Nuova Zelanda. Gli incredibili paesaggi neo zelandesi ancora una volta, rubano la scena a tutto il resto. Ma a sorprendere ancora di più, pensando soprattutto alla sua natura di prodotto per il piccolo schermo, è l’intera scenografia. La costruzione del Regno degli Elfi, dei Nani e il carinissimo villaggio dei Pelopiedi, sono a dir poco da togliere il fiato. La cura maniacale avuta nel costruire questi ambienti è ben evidente, mostrando quanto per davvero la piattaforma di Jeff Bezos tenga molto al progetto.

Il costo mastodontico per produrre la serie, ha portato la piattaforma streaming a collaborare con la Weta Workshop. L’azienda che si occupa di trucchi ed effetti visivi, non è nuova nella Terra di Mezzo. Infatti, il lavoro più celebre della Weta è proprio la collaborazione con Peter Jackson e i suoi adattamenti delle opere di Tolkien. Il tocco dell’azienda è fin da subito evidente. Basti pensare ai primi 10/20 minuti del primo episodio, dove possiamo vedere orchi e un troll delle nevi, che rimandano subito all’immaginario creato su schermo dalla stessa Weta insieme a Jackson. Ma il merito di avere un progetto con un taglio cinematografico, va anche e soprattutto alla regia dell’esperto J. A. Bayona.

Una regia dal respiro epico

A supportare o far risaltare il lato estetico de “Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere”, ci pensa la regia di J. A. Bayona. Il regista riesce a portare al meglio su schermo l’essenza del mondo creato da J. R. R. Tolkien. Grazie all’ottima messa in scena, il regista riesce a mettere in luce su schermo la lunga introduzione al mondo narrativo, senza mai annoiare e anzi, regalando delle sequenze a dir poco spettacolari. Molto difficile trovare una sequenza debole in questo inizio solido, ma una delle migliori la si può trovare nei primi 10 /15 minuti del primo episodio, dove Galadriel racconta la guerra contro Morgoth, attraverso delle immagini di grandissimo impatto visivo.

 

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Il lavoro di scrittura realizzato da J. D. Payne e Patrick McKay, è ottimo. La gestione del world building, il ritmo narrativo e lo sviluppo dei personaggi viene accompagnato dalla regia di Bayona e dalle musiche di Bear McCreary, che combinate insieme a questi elementi, portano completamente lo spettatore all’interno della Terra di Mezzo. Il tono epico del racconto fantasy viene esaltato al meglio in questo inizio, riportando così lo spettatore in un mood che non viveva da tempo, soprattutto nell’ambito del genere fantastico.

Considerazioni finali

“Il Signore degli Anelli: gli Anelli del potere” con questo inizio a dir poco spettacolare, è promosso a pieni voti. Tutto è al suo posto perfettamente. Dalla scrittura degli episodi, alle interpretazioni del cast, per arrivare poi al lavoro spettacolare compiuto dietro le quinte. L’atmosfera epica respirata con la trilogia di Peter Jackson, ritorna al suo meglio e portando nuovi standard alla serialità pop del piccolo schermo. Il production value di Amazon è evidente sin dal primo frame, regalando al pubblico un prodotto per il cinema, ma da gustare in forma seriale e nelle proprie case. Se va trovato un difetto in questo inizio ottimo, è l’impossibilità di non poter ammirare questa serie sul grande schermo.

Pro

  • La regia e il lavoro svolto dietro le quinte, quindi musica, trucco e VFX;
  • Le interpretazioni del cast, mostrandosi subito in parte nei rispettivi ruoli;
  • La gestione e costruzione della lunga introduzione realizzata per questi due episodi;
  • La scrittura dei personaggi mostrati in questi episodi.

Contro

  • Nessuno.

 

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