di Redazione NCI
Esattamente 14 anni fa, il 22 gennaio 2008, l’immenso Heath Ledger ci lasciava a soli 28 anni. Con la sua morte, così improvvisa e in un’età così giovane, si è spenta una stella del cinema internazionale, che ha lasciato un incolmabile vuoto. Oggi, in occasione del triste anniversario, celebriamo la vita e la carriera di un brillante attore che ci ha lasciato troppo presto.
Pochi anni, molti successi
Nonostante la giovane età, Ledger prese parte a numerosi film di successo grazie al suo enorme talento. Il ruolo per cui è maggiormente ricordato ad oggi è sicuramente quello di Joker in “Il Cavaliere Oscuro” di Christopher Nolan. Tra tutti gli interpreti del pagliaccio criminale nella storia del cinema, infatti, Ledger resta indubbiamente il più iconico e calzante. Ma questo non è certo l’unico da ricordare tra i film in cui ha recitato. È da menzionare “10 cose che odio di te“, commedia romantica del 1999 in cui l’attore interpreta il ribelle Patrick Verona al fianco di una giovane Julia Stiles. Grande successo ha ottenuto anche il film “I segreti di Brokeback Mountain“, del 2005, che racconta la drammatica storia d’amore tra due cowboy nel Wyoming. Nel film Ledger recita come protagonista insieme a Jake Gyllenhaal. In tutti i ruoli che ha interpretato, Heath Ledger è riuscito a lasciare il segno, a farci ridere, piangere, riflettere ma soprattutto sognare.
“Perché sei così serio?”
Senza dubbio la vita di Heath Ledger è stata costellata di successi, ma la giovane promessa si è spenta proprio all’apice della sua carriera. Chi non si commuove, ad oggi, pensando a cosa ne sarebbe stato di lui, se il suo talento l’avrebbe portato sempre più in alto o se la sua fama avrebbe subito un declino. Ledger non aveva ancora finito, era pronto a deliziare i fan con altri grandi successi e farli assistere a nuove, meravigliose interpretazioni. Ma il sorriso sempre smagliante dell’attore ci insegna a sorridere a nostra volta pensando all’impronta che è riuscito a lasciare al mondo del cinema, anziché ad essere tristi per ciò che quest’ultimo ha perso con la sua morte.
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di Alice Casati
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