La follia allo stato puro. Si può definire così quanto successo l’8 marzo 2017, da quel giorno l'”Halloween” parigino. Il Paris Saint-Germain, uscito vittorioso per 4-0 all’andata contro il Barcellona in Champions League, si presenta in Catalogna per blindare il passaggio del turno, senza troppi problemi: la sfida con la Juventus ai quarti di finale sembra quindi essere già prenotata.
“Sembra”, infatti. Al Camp Nou succede di tutto già dai primi minuti: gol di Suarez al terzo minuto e occasioni a ripetizione tra il dodicesimo e il diciottesimo per Messi e Neymar. Il PSG è in bambola: a trecento secondi dalla fine del primo tempo, Kurzawa sbaglia porta e regala il raddoppio agli uomini di Luis Enrique. Nella ripresa la musica è la stessa; la Pulga trasforma al cinquantesimo il rigore del 3-0: a quaranta minuti dalla fine, il Barça è a un solo gol dal completare la rimonta.
Il sogno del Camp Nou però dura poco: Cavani gela il pubblico, realizzando la rete del 3-1. Sembra finita: gli spagnoli hanno bisogno di tre gol per passare il turno. Messi e compagni ci provano, senza però sfondare il muro parigino; fino all’88esimo: punizione perfetta di Neymar che riapre i conti. Passano tre giri di orologio e lo stesso O’ Ney realizza dal dischetto la rete del 5-1. Da quel momento è pura follia: lo stadio impazzisce, mancano cinque minuti alla fine e al Barcellona basta solo un gol per volare ai quarti di finale…
Tra palloni buttati disperatamente in area, ter Stegen davanti a giocare come attaccante aggiunto e perdite di tempo parigine, è Neymar il più lucido. Il brasiliano indossa il costume di Halloween più spaventoso: dribbling sulla trequarti, cross morbido con il sinistro a superare la difesa e chance enorme per Sergi Roberto; il tempo sembra fermarsi, la palla non atterra mai; il giovane nativo di Reus ci mette la punta del piede destro, batte Trapp e regala il 6-1 decisivo al Barcellona.
Per introdurre al meglio questa partita bisogna ricordare una statistica che ha dell’incredibile: fino al match di cui stiamo per parlare, Cristiano Ronaldo contro l’Atletico Madrid aveva raccolto 22 gol in 31 partite. Delle cifre da alieno per un calciatore che, dal suo arrivo al Real Madrid e passando per la Juventus, è sempre stato il terrore di Diego Simeone e dei suoi Colchoneros. Un vero mostro di Halloween per l’Atletico.
Partiamo dall’andata di questi ottavi di finale; i torinesi sfidano l’Atletico e lo stile di gioco difensivo degli spagnoli, ma anche il pubblico del Wanda Metropolitano, dominano un match molto fortunato. Dopo novanta minuti il risultato recita due a zero per la squadra madrilena, con la qualificazione che sembra essere ormai intascata. I dati infatti parlano chiaro: la Juventus non ha mai recuperato in una partita di ritorno due reti di scarto; per Allegri il sogno Champions League sembra essere sfumato di nuovo…
Tra i bianconeri però, figura un giocatore che, quando conta davvero, sa ergersi più in alto degli altri; ed è proprio così che inizia il match di ritorno: Cristiano Ronaldo salta, tocca il cielo e insacca un cross perfetto di Bernardeschi: uno a zero. Finisce il primo tempo e Simeone già trema: l’incubo portoghese incombe nuovamente. L’Atletico però non reagisce: la Juventus domina e, al quarto della ripresa, il numero sette svetta di nuovo, questa volta su cross di Cancelo e pareggia i conti: due a zero.
L’undici di Madrid non ha più speranze; gli spagnoli provano a chiudersi ma la Juventus è inarrestabile. Bernardeschi, molto ispirato, annienta con un dribbling la difesa dei Colchoneros, entra in area e Correa, appena entrato, lo stende. Ironia della sorte, è proprio l’allenatore dell’Atletico con i suoi cambi a indossare il travestimento per Halloween. L’arbitro fischia, chi potrà mai andare dal dischetto? Ronaldo trafigge per la terza volta Oblak ed esulta prendendo sbeffeggiando il gesto di Simeone, realizzato dopo la vittoria dell’andata…
Chiudiamo questa Top5 con il match più recente della classifica. Pep Guardiola ha vinto tutto a livello di club; tutto, ma solo con il Barcellona. Sono anni infatti che il tecnico spagnolo insegue il sogno di conquistare la Champions League con un’altra squadra: il Bayern Monaco prima, il Manchester City poi. Ci troviamo al Santiago Bernabeu e si sta svolgendo il ritorno della semifinale; qui, il Real Madrid ospita i Citizens, finalisti dell’edizione precedente, che all’andata hanno trionfato per quattro reti a tre in uno dei match più belli dell’anno.
Dopo un primo tempo a reti inviolate, in cui gli inglesi si difendono alla perfezione lasciando poco spazio ai Blancos, contro ogni aspettative è proprio il City a passare in vantaggio; Mahrez annienta le speranze spagnole a diciassette minuti dalla fine. L’esultanza dei giocatori dice tutto: il Manchester ha un piede già in finale, ma non bisogna mai cantare vittoria troppo presto… soprattutto in Champions League. Se poi dall’altra parte del campo si trova anche la squadra più vincente di sempre nella competizione, è sempre meglio tenere alta la guardia, indipendentemente dal risultato per evitare di vivere un vero e proprio Halloween calcistico…
Mentre i britannici sembrano avere già la testa tra le nuvole, al novantesimo, Rodrygo ha la testa sul pallone del pareggio. Guardiola trema; il Bernabeu è una bolgia: serve un gol per andare ai supplementari. Il Real aveva già compiuto due rimonte straordinarie sia agli ottavi contro il Chelsea che ai quarti contro il PSG, ma questo era un ribaltone folle, forse troppo per poter diventare realtà. In quel momento però, a Madrid i giocatori in campo sono ben lontani dal mondo reale; l’attaccante brasiliano infatti vola di nuovo, un minuto dopo la prima marcatura, incorna alle spalle di Ederson e manda il match ai supplementari.
Lo stadio rischia di crollare e quando le squadre tornano negli spogliatoi, terminati i tempi regolamentari, tutti sanno che a quel punto la favorita è una sola e veste bianco… Neanche a dirlo, dopo tre minuti Ruben Dias atterra Benzema in area; rimanendo in tema Halloween, “scherzetto” al City, “dolcetto” al Real, calcio di rigore. Al novantacinquesimo la rimonta è completata e il francese porta il Real Madrid in finale. Il Manchester City tenta disperatamente di trovare la rete del pareggio ma mancano le forze davanti a una corazzata così dominante; le Merengues vinceranno poi la loro 14esima Coppa dei Campioni, mentre Pep e i suoi Citizens verranno ricordati per aver subìto una delle batoste più “horror” della storia del calcio recente…
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