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Da Superlega a Lega Europea: il progetto si evolve

Juventus, Barcellona e Real Madrid: queste le tre protagoniste del tentato golpe dell’aprile 2021, quando si creò di fatto la Superlega. Intanto, le tre squadre si stanno affrontando nella tournée americana precampionato, che potrebbe rivelarsi un assaggio del nuovo progetto che avanza evolvendosi, come scritto nell’edizione odierna di “Tuttosport”.

La Premier League giganteggia in Europa

Non c’è bisogno di nascondersi dietro un dito: i club inglesi sono i più ricchi di tutti. I loro guadagni sono esponenziali se paragonati agli altri campionati: il doppio rispetto a La Liga, il triplo rispetto alla Bundesliga e il quadruplo in confronto alla nostra Serie A. Con questo sistema, è naturale che i campioni più forti e desiderati vogliano trasferirsi in Inghilterra, alimentando una tendenza che sarà sempre più difficile invertire.

Non finisce qui, perché la nuova legge UEFA impone di non spendere più del 70% di quanto si incassa, il che rafforzerebbe ulteriormente l’egemonia inglese. E allora il progetto Superlega di Agnelli, Laporta e Perez non sembra più così utopistico: certo, serviranno cambiamenti, che sono pronti ad essere attuati.

 

Florentino Perez (Shutter Stock)

Superlega? No, chiamatela Lega Europea: inclusione e meritocrazia

Il primo passo per far sì che il progetto possa proseguire si compirà ad inizio 2023, quando la Corte Europea dovrebbe pronunciarsi nel giudizio in corso tra UEFA e, appunto, Superlega. Ma nel frattempo il disegno è cambiato, si è evoluto. I tre presidenti hanno compreso come la meritocrazia e l’inclusione siano fattori fondamentali da inserire nel progetto, che non vuole però snaturarsi. Quella di portare sfide di alto livello ogni settimana rimane la pietra fondante.

Lo si farà con un approccio diverso: ci potrebbero essere due gironi da 14 o 16 squadre che sfocerebbero nei playoff per decretare il vincitore, alla stregua del modello MLS. Ci saranno retrocessioni e promozioni, in modo da mantenere l’importanza e la dignità delle competizioni nazionali. Vero, questo modello ricorda molto quello della Champions League che partirà nel 2024, ma la differenza di fondo è cercare di mettere tutti sullo stesso livello, a differenza di ciò che sta accadendo con la Premier League, paradossalmente avvantaggiata dalla UEFA.

Come detto, se si farà dipenderà molto dalla sentenza che si dovrebbe avere ad inizio del prossimo anno; tuttavia, la necessità di una riforma all’interno del calcio europeo si sta facendo sentire sempre di più. Come a dire, se non si fa ora, si farà presto.

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Federico Minelli

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