di Gianmichele Trotta
Con l’arrivo di Omicron molti vaccini attualmente somministrati sono stati messi in discussione. L’ultima variante del covid riesce ad essere contrastata bene dai vaccini contro le forme più gravi di infezione ma non riusciamo a prevenirne il contagio a causa delle mutazioni. Proprio in Italia al via lo sviluppo di un nuovo vaccino che andrà bene per tutte le varianti.
I vaccini attuali contro il covid
A quanto afferma Il Sole 24 Ore, sono molte già le differenze tra il nuovo vaccino in fase di sviluppo e quelli attualmente sul mercato. I vaccini di Pfizer, Moderna o J&J sono tutti molto simili tra loro. Ognuno di essi, infatti, è stato realizzato sulla base del ceppo originale del Covid-19, quello di Wuhan. In due anni, però, il virus ha subito svariate mutazioni che hanno ridotto man mano la sua efficacia.
Grazie alla terza dose booster del vaccino riusciamo a ristabilire gli anticorpi che ci proteggono dalle forme più gravi dell’infezione. La percentuale di prevenzione da ricoveri in terapia intensiva è molto alta, pari a circa il 90%. Tuttavia, nessun attuale strumento riesce ad assicurarci una assoluta protezione dal famigerato virus. La causa è da attribuire alle mutazioni che lo hanno reso meno efficace.
Proprio in quest’ottica futura la stessa Pfizer sta procedendo a sviluppare nuovi vaccini per assicurare una copertura vaccinale più soddisfacente. Non è da escludere che proprio dal prossimo settembre possa partire la dose di richiamo annuale contro il covid, esattamente come accade con l’influenza.
La specialità del super-vaccino Italiano
Proprio così, la soluzione migliore per contrastare futuri sviluppi della pandemia potrebbe arrivare dall’Italia. Il cosiddetto “super vaccino” che potrebbe riuscire a contrastare tutte le varianti di Covid-19 è in sviluppo proprio nel laboratorio del centro nazionale per la salute globale dell’Istituto Superiore di Sanità.
Secondo lo studio appena pubblicato, a differenza degli altri vaccini attualmente somministrati, quello presentato dai nostri connazionali punta non sulla tanto conclamata proteina Spike ma sulla N. La proteina Spike è stata al centro di numerosi dibatti negli ultimi due anni poiché proprio la scintilla che innesca il contagio. Tuttavia, proprio questa proteina è quella che subisce più mutazioni tra una variante e l’altra, ragion per cui rende meno efficaci i vaccini, pur mantenendo un’alta percentuale di protezione.
La proteina N, al contrario della Spike, non subisce quasi nessuna mutazione nelle varianti del Covid. Grazie a questa peculiarità gli scienziati potranno sviluppare un vaccino ancora più efficace contro il Covid, riuscendo a prevenire il contagio. Al momento sono in atto ulteriori studi per capire quanto questa nuova soluzione sia tollerabile e per verificare l’esattezza della scoperta. Solo successivamente si cercherà di metterla in atto valutando quale tecnologia usare, se la tanto utilizzata mRNA o altro.
L’intero progetto è finanziato dallo stesso Istituto Superiore della Sanità tramite finanziamenti intramurali. A prescindere dagli sviluppi futuri, questa scoperta dimostra quanto anche l’ISS e i ricercatori italiani siano impegnati nella continua lotta contro la pandemia.
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di Gianmichele Trotta
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