di Mattia Trincas

Tunisia-Mali, e quel “fischietto rotto”

Senz’altro, si tratta della partita più discussa della competizione, e forse anche del mese di gennaio. Siamo all’86esimo minuto del match, e arriva il triplice fischio dell’arbitro Sikazwe: tra dubbi e grattacapi per entrambe le fazioni, il match sembra essersi concluso in anticipo.

Tra le proteste dei giocatori e dei ct, l’arbitro concede di riprendere il gioco, ma poi fischia nuovamente poco prima del 90esimo, senza lasciar giocare il recupero. Recupero che avrebbe dovuto essere piuttosto importante: difatti, sono diverse le interruzioni avvenute durante il match, tra cui ben nove sostituzioni e tre VAR check.

Nonostante le proteste di tutto lo staff della Tunisia, che stava perdendo 0-1, né il VAR né gli arbitri hanno deciso di accettare i reclami dei giocatori, sancendo quindi la fine ufficiale del match. Una volta che gli arbitri, accompagnati dalla scorta, e i giocatori sono rientrati negli spogliatoi, la CAF ha comunicato che si sarebbero giocati altri tre minuti, e che la direzione del match sarebbe stata affidata al quarto uomo.

La Tunisia ha rifiutato di tornare in campo, annunciando che avrebbero senz’altro fatto ricorso. Il direttore di gara Sikazwe, uno dei più esperti del continente, è anche stato portato in ospedale, secondo quanto riportato da “L’Equipe”. Ma non perché è stato vittima di un’insurrezione, ma bensì per effettuare dei controlli che accertassero il fatto che non fosse stato colpito da un’insolazione.

Alla fine, secondo quanto riportato da Eurosport, il ricorso della Tunisia è stato rigettato, e la vittoria del Mali è stata confermata, anche dati i tempi stringenti dovuti alla competizione. Insomma, non si è conclusa nel migliore di modi l’edizione 2022 della Coppa d’Africa per il signor Sikazwe, che in passato aveva addirittura arbitrato una finale del Mondiale per Club.

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