di Francesco Ferri
La situazione a Taiwan attualmente è al centro dell’opinione pubblica mondiale. Tutti i riflettori sono puntati sulla capitale Taipei per scoprire come evolverà la tensione nata in seguito alle accuse mosse dalla Cina contro gli Stati Uniti per la visita di Nancy Pelosi. Cosa potrebbe succedere nelle prossime settimane? Quali scenari potremmo aspettarci?
Le esercitazioni in risposta
In seguito alla visita della Speaker della Camera dei Rappresentanti USA, Nancy Pelosi, la Cina ha immediatamente dato inizio ad una serie di esercitazioni militari. Per le manovre, che dovrebbero concludersi domenica 7 agosto, la Cina ha già messo in campo diversi velivoli e altrettante imbarcazioni militari. Fra le operazioni possiamo osservare diversi lanci di missili e colpi d’artiglieria, anche in aree marittime off-limits (fra cui zone del Giappone). Non mancano simulazioni d’attacco sulla terraferma e attività di pattugliamento e controllo dello spazio aereo.
Quanto è concreto il rischio di una guerra?
Fra gli scenari possibili la situazione che spaventa di più è lo scoppio di un conflitto armato fra Cina e Taiwan. Nel caso ciò dovesse avvenire sarebbe molto pericoloso l’evolversi della geopolitica mondiale a causa delle diverse alleanze che entrerebbero in campo al fianco dei due schieramenti. Il Ministero della Difesa di Taiwan, come riportato da Sky TG24, ha fatto sapere in una nota che attualmente il paese sta monitorando la situazione, senza cercare l’escalation militare, ma preparandosi ad ogni evenienza, anche ad una guerra per difendere la propria sicurezza e sovranità. Quante possibilità ci sono che questo avvenga? Secondo gli esperti è “possibile, ma improbabile”
Cosa ne pensano gli esperti
Ben Hodges, generale statunitense a riposo intervistato da Repubblica, ha commentato la situazione sostenendo come esista l’eventualità di un conflitto ma sia decisamente relativa. A livello concreto è molto più probabile che le esercitazioni cinesi siano imbastite esclusivamente a scopo propagandistico, così da mostrare al proprio paese e al mondo intero la potenza militare dell’esercito cinese. Sempre secondo il generale, un altro punto a favore di questa tesi è che il presidente Xi Jinping punti ad ottenere un nuovo mandato ad ottobre e, di conseguenza, voglia mostrare i muscoli direttamente in casa propria.
Taiwan si prepara al peggio
In qualsiasi caso il paese asiatico si è visto improvvisamente al centro di una crisi non indifferente. Nella capitale Taipei i residenti sono stati invitati a scaricare un’app capace di fornire un elenco completo della posizione di oltre 5000 rifugi antiaerei presenti in Città. Questi bunker potrebbero essere una risorsa fondamentale per mettere al sicuro la popolazione nel peggiore dei casi. Nel frattempo l’esercito taiwanese starebbe già rafforzando la prontezza al combattimento e avrebbe attivato i principali sistemi di Difesa, nell’attesa di un possibile attacco.
Ovviamente a livello militare la Cina è decisamente superiore a Taiwan. Come specificato anche dalla BBC attualmente la potenza militare cinese la rende una delle forze armate più potenti del pianeta. Come riportato dai grafici della BBC, fra mezzi militari di ultima generazione e un numero di uomini enorme (Solo le truppe di terra raggiungerebbero quota 965mila uomini) per Taiwan affrontare la Cina potrebbe essere decisamente un azzardo. Basti considerare che l’esercito taiwanese conta attualmente circa 94 mila soldati, meno di un decimo delle truppe cinesi, ciò senza nemmeno considerare il resto degli armamenti e dei mezzi pesanti.
Le reazioni internazionali ad un possibile scontro
Quello che preoccuperebbe maggiormente sarebbero le reazioni internazionali al conflitto. In seguito ai lanci di missili balistici cinesi che sono precipitati nella zona economica esclusiva del Giappone, il governo nipponico ha presentato una protesta diplomatica alla Cina. Si pensa che quattro di questi missili, inoltre, abbiano sorvolato proprio l’isola di Taiwan, aumentando a dismisura il rischio di un passo falso che possa far scoppiare l’escalation. Restiamo con gli occhi puntati sull’estremo oriente per vedere cosa accadrà nei prossimi giorni e come si evolverà la situazione internazionale.
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